#AutriciBaotiful – 5 graphic novel per abbattere i preconcetti
Per il mese di marzo, Bao Publishing ha lanciato un’iniziativa che ci è piaciuta molto: si chiama #AutriciBaotiful.
“A volte sembra che il genere di chi ha realizzato un libro sia ancora una discriminante per il lettore”, scrive la casa editrice sulla propria pagina Facebook. “C’è chi si ostina a pensare che una storia scritta da un’autrice o con una protagonista femminile in copertina la renda solo per ragazze”.
Che cos’è #AutriciBaotiful
L’idea, prosegue il post, è quella di presentare ogni giorno – per tutto marzo – un fumetto diverso di un’autrice Bao. Perché farli conoscere è un’ottima maniera per iniziare ad abbattere stereotipi fin troppo radicati. Nasce così #AutriciBaotiful, una campagna a cui anche noi (nel nostro piccolo) abbiamo deciso di aderire, riproponendovi cinque opere da noi recensite nel corso degli anni. Due di queste tra l’altro (Il principe e la sarta e Melvina) fanno proprio parte della campagna #AutriciBaotiful. Con l’aiuto della fumettista romana Anastasia Giacomi, abbiamo pensato di completare il tutto omaggiando Cliff, la mascotte della casa editrice.

Il nostro omaggio a #AutriciBaotiful (Credits: Anastasia Giacomi)
La nostra speranza è quella di contribuire ad abbattere un muro, quello del pregiudizio di genere, e far sì che l’attenzione si concentri sempre sull’opera e sul messaggio, non su chi li ha scritti.
Oggi ne parliamo a proposito dell’editoria, mentre qualche giorno fa il tema era il cinema. Perché non esiste un settore immune a questo genere di preconcetti. Ormai lo sapete: è un argomento che ci interessa particolarmente, che ci riguarda tutti, e per cui vale la pena combattere. Un passo alla volta, ma con una direzione molto chiara.
Buona lettura!
Sempre pronti, di Vera Brosgol
Con Anya e il suo fantasma, Vera Brosgol ha vinto l’equivalente del premio Oscar nel mondo dei fumetti: l’Eisner award, edizione 2012. Conquistati anche il Cybils e l’Harvard award, l’autrice russa decide di dedicare la sua seconda opera a una storia autobiografica. In Sempre pronti, la piccola Vera ha nove anni, da quattro vive negli Stati Uniti e vuole solo sentirsi integrata in quel mondo per lei così alieno. L’occasione potrebbe arrivare dalla partecipazione al campo scout russo. Potrebbe.
Sempre pronti è un’opera che, secondo Caterina Cappelli, è “una pacca amichevole sulla spalla di tutti quei bambini che si sentono dissonanti”.
Il principe e la sarta, di Jen Wang
Quella raccontata da Jen Wang è una storia di amicizia, amore e rispetto reciproco. Attraverso l’alter ego di Lady Crystallia – che prende forma grazie agli splendidi abiti realizzati dalla sarta Frances – il principe Sebastian cercherà finalmente di esprimere davvero se stesso, realizzando il proprio desiderio di vivere almeno parte della sua vita come un’altra persona.
Ilaria Pascucci, nella sua recensione, ne consiglia la lettura a tutti, perché “difficilmente posso immaginare come a qualcuno non possa piacere un racconto così tenero e allo stesso tempo impattante e che sottolinea l’importanza di essere sempre aperti sia con la mente che con il cuore”.
Melvina, di Rachele Aragno
“Melvina ero io, da piccola, che vivevo fantastiche avventure nel mondo che avevo creato, ma quando nella vita reale hanno iniziato a verificarsi cose tristi, ho avuto bisogno che anche lei, come me, combattesse le sue battaglie”.
Rachele Aragno descrive così la protagonista del suo graphic novel nell’intervista che Erika Biggio ha realizzato per noi al Lucca Comics 2019. La sua è una fiaba di crescita, con al centro un mondo fantastico che Melvina si è creata per affrontare la realtà. Colori bellissimi, tutti realizzati ad acquerello, compongono l’opera di esordio di questa nuova voce italiana.
Nighlings, di Lorena Alvarez
Il talento inosservato (e, a volte, svalutato) e le sue conseguenze. È questo uno dei temi di Nightlings, una storia che parla di arte, del suo significato, di ispirazione e (perché no?) anche del rapporto che si crea tra l’artista e il proprio pubblico.
Il racconto di Lorena Alvarez si snoda attraverso disegni coloratissimi e onirici, e vuole invitarci, come vi diciamo nella nostra recensione, “a smettere di controllare ossessivamente l’indice di gradimento dei nostri post, e tornare ad agire puramente per noi stessi, senza preoccupazioni, liberando così la nostra creatività più pura”.
Una cosa difficile, di Silvia Vecchini e Sualzo
Quale sarà mai, questa cosa difficile che dà il titolo al fumetto firmato Vecchini e Sualzo? Il messaggio sembra uno di quelli pensati per i bambini, e i disegni rotondeggianti in bianco, azzurro e nero parrebbero confermare il tipo di pubblico scelto dai due autori.
Ma la riflessione scaturita da queste pagine, ci dice Luca Rasponi, colpisce anche noi adulti. Perché in una storia di due bambini e di un giocattolo rotto può esserci una morale importante per tutte le età. Anche la nostra.
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