Dove non sei tu, una storia di incontri e di distanze


 In un futuro non troppo lontano è ormai normale simulare la propria presenza al lavoro, come in classe, attraverso le non più nuove Tute ScOut. Ma possono davvero questi simulacri artificiali sostituire la presenza effettiva di chi li utilizza? Che significato ha il loro uso a livello relazionale? Dove non sei tu, la nuova graphic novel di Lorenzo Ghetti, parla di tecnologia, ma anche di tanta umanità.

Copertina di "Dove non sei tu", la prima graphic novel di Lorenzo Ghetti

Con il nuovo direttore Francesco “Ratigher” d’Erminio, Coconino Press amplia i suoi orizzonti editoriali introducendo nuove voci, nuovi stili e nuovi formati. È in questo contesto che si inserisce Dove non sei tu, divisione Warp (quella dei “fuori formato”), la prima graphic novel di Lorenzo Ghetti.

Ghetti non è certo un autore improvvisato. Si rende noto nel mondo del fumetto già nel 2014 con TO BE Continued, dove fonde ed esplora al massimo delle loro potenzialità il linguaggio del fumetto e quello digitale, ottenendo una commistione estremamente suggestiva e originale. L’opera gli vale il premio di miglior webcomic 2015 a Napoli Comicon e Treviso Comic Book Festival.

Dal 2016 collabora al sito ERCcomics.com, che promuove i progetti di ricerca dell’European Research Council attraverso fumetti digitali. Lorenzo lavora anche nel cartaceo (come la premiata serie autoprodotta MILLENNIALS, il progetto Fumetti nei Musei…), ma il suo legame con il mondo della tecnologia, anche solo dal punto di vista concettuale, è innegabile.

Lo ritroviamo, naturalmente, anche in Dove non sei tu. Il libro ha un bel formato quadrato, una gabbia grafica interna rigorosa, dei disegni essenziali e alle volte letteralmente iconici. È pulito, stabile, ordinato, proprio come appare Lido, il protagonista della vicenda. Un tocco di classe è la copertina forata sul secondo personaggio principale (Mobi), che esprime alla perfezione il concetto di esserci e contemporaneamente non esserci, strettamente legato alla storia, oltre che al titolo.

L’elemento cardine attorno al quale gira la vicenda è la Tuta ScOut, oggetto ai nostri occhi avveniristico, ma che nel mondo raccontato è già entrato nelle case di tutti. Questo ritrovato tecnologico permette alle persone di collegarsi da casa con una tuta ovunque nel mondo, ed essere così quasi fisicamente in quel luogo.

In una visione molto obiettiva del ruolo della tecnologia nelle relazioni, la Tuta mostra tutta la sua meravigliosa utilità nell’abbattere le distanze, permettendo a persone molto lontane di avvicinarsi e creare un rapporto più coinvolgente di quello che si può costruire con dei semplici SMS. Allo stesso tempo, però, la Tuta è anche una maschera dietro alla quale potersi rifugiare, liberi dalle dinamiche delle relazioni “di persona”, un’ “uscita di sicurezza” costantemente disponibile.

Questi aspetti, però, non sono che una piccola parte della narrazione. La storia, profonda e complessa, parla di un incontro tra due adolescenti, apparentemente molto diversi tra loro, ma accomunati dalla ricerca di stabilità e dalla difficoltà ad esprimere il proprio mondo interiore, essenzialmente perché nemmeno loro riescono a comprenderlo molto bene.

Lido ha trovato un suo equilibrio in una vita vissuta nella comfort zone. Rinunciare al brivido (e al rischio) di sperimentare cose nuove gli permette di avere il maggior controllo possibile, riducendo al minimo ogni elemento di imprevedibilità. Apparentemente sta bene, si è convinto di non desiderare nulla di più di quello che ha, a non ambire a niente di diverso. Lido è abbastanza soddisfatto di questo stile di vita, ma il rischio che si porta dietro, che in fondo è la sua grande paura, è quello di diventare un Gully Foyle, un uomo-massa, per nulla speciale e speciale per nessuno.

Poi c’è Mobi. Mobi è irrequieta. È alla costante ricerca del suo paradiso terrestre, ma è troppo fragile per superare le inevitabili delusioni. Affrontare il proprio dolore in tali circostanze fa troppo male, decide quindi di eliminare il passato, cancellarlo dalla memoria, e ricominciare tutto daccapo, in altri luoghi, con altre persone… che si riveleranno prima o poi essere imperfette come quelle che si era lasciata dietro.

Lido e Mobi faticano a riconoscere ed analizzare i loro sentimenti, e quindi anche ad esprimerli in modo diretto. Riescono però ad aprirsi un canale di comunicazione personale, lui attraverso la lettura di Destinazione Stelle (le cui citazioni ci accompagnano lungo tutto il libro) di Alfred Bester, che sembra trovare le parole per esprimersi che lui non trova, e lei attraverso i giochi di ruolo, dove per la prima volta, paradossalmente in una situazione in cui si può decidere di essere chiunque, sceglie di essere se stessa.

Dove non sei tu è un libro coinvolgente sia dal punto di vista grafico che da quello emotivo. Parla dell’importanza di guardarsi dentro e di sforzarsi innanzitutto a comprendere noi stessi, i nostri sentimenti e le nostre debolezze, ottenendo la consapevolezza necessaria per crescere.

L’autore ha realizzato anche un simpatico trailer sotto forma di webcomic che potete trovare qui, mentre per qualche pagina di anteprima del volume vi rimando al sito di Fandango Editore.

Buona lettura a tutti!

 

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