Il viaggio di Corto Maltese continua con Equatoria
Viaggiare oggi significa conoscere ogni dettaglio dei propri spostamenti. Scegliere l’alloggio sul web, spesso prenotare tutto o quasi. Questo è sufficiente per capire quale magia possano trasmettere le pagine di Corto Maltese, con i suoi viaggi di scoperta senza check-in e navigatori satellitari, a volte persino senza meta. Equatoria è solo l’ultimo di una lunga serie, il secondo senza il nocchiero Hugo Pratt al timone.
Il nuovo capitolo della saga con protagonista il marinaio più celebre del fumetto non poteva mancare nel mese che Parlando con le Nuvole dedica al viaggio, tema che ci accompagnerà per tutto agosto. Uscito a fine 2017, il nuovo lavoro di Juan Dìaz Canales e Rubén Pellejero segue di due anni il precedente Sotto il sole di mezzanotte, attesissimo ritorno di Corto dopo vent’anni dall’addio al suo creatore.
Come il capitolo precedente, anche Equatoria si inserisce fedelmente nel corso tracciato da Pratt, rispettando i suoi canoni estetici e narrativi. Corto è alla ricerca dello “Specchio del prete” un misterioso oggetto appartenuto all’enigmatico prete Gianni, leggendario personaggio della tradizione medievale.
La sua curiosità lo porta dapprima a Venezia, dove s’imbarca per Alessandria d’Egitto in compagnia dell’affascinante reporter del National geographic Aida Trent (ispirata a una donna realmente esistita). Nel protettorato inglese – governato niente meno che da un giovane Winston Churchill – Corto prende contatto con la comunità degli esuli greci, cercando risposte che lo indirizzano in Madagascar.
Realtà e fantasia, storia e mitologia s’intrecciano continuamente nel racconto, strizzando l’occhio all’ultima stagione prattiana, quella più onirica. Nasce così il dialogo sui generis tra Corto e Malta per spiegare il complesso rapporto tra il marinaio e la sua terra d’origine, verso la quale sembra destinato a non tornare mai.
Figure storiche – come l’avventuriero Henry de Monfreid – si alternano a personaggi d’invenzione, mescolando continuamente le carte in tavola. E il ritrovamento di una ragazza africana senza nome nel punto concordato per uno scambio tra contrabbandieri imprime un’altra svolta inattesa alla vicenda.
Corto pare aver trovato quello che sta cercando, ma l’avventura lo chiama ancora una volta: in cambio del tesoro appena conquistato deve accompagnare la giovane Ferida Schnitzer alla ricerca dei resti di suo padre, il celebre esploratore Emin Pascià, ultimo governatore di Equatoria (regione dell’attuale Sudan del Sud).
Ancora una donna, dunque, la terza in questo racconto così insolito per i canoni della tradizionale avventura a fumetti. Un segnale chiaro, che non si ferma alle semplici quote rosa, ma nasce dalla volontà di Canales e Pellejero di pensare una storia di Corto Maltese al femminile.
La brillante e affermata reporter Aida, la giovane Afra in fuga dalla schiavitù, la fine e determinata Ferida che già con il colore della sua pelle è un’affermazione di diversità, sono tre esempi di un’emancipazione femminile che nel 1911 era ancora lontana dalle conquiste dei decenni successivi.
Lontana come sembra esserlo oggi, negli anni del #MeToo e di una discriminazione strisciante che ancora stenta ad emergere in molti ambiti, fumetto compreso: lo dimostra la feroce polemica che nel 2016 ha coinvolto il prestigioso festival di Angoulême.
La “questione femminile”, comunque, non è il solo spunto di riflessione offerto da Equatoria. Ce n’è uno altrettanto importante che riguarda il colonialismo europeo in Africa, di volta in volta presentato come provvidenziale civilizzatore o barbaro conquistatore.
Negli ultimi, concitati momenti della storia, dove la sopravvivenza stessa dei protagonisti è messa alla prova dalle insidie delle “terre selvagge”, due ufficiali dell’esercito inglese rappresentano queste due visioni (apparentemente) agli antipodi: il sensibile Tenton e il brutale Meinertzhagen.
L’approccio di Corto – come sempre refrattario a qualunque imposizione o sopraffazione dell’uomo sull’uomo – restituisce alle cose la giusta prospettiva, mettendo in discussione tanto le futili illusioni del primo quanto le granitiche certezze del secondo.
Anche se Equatoria non raggiunge i livelli della precedente avventura firmata da Canales e Pellejero, rimane una lettura immancabile per tutti gli appassionati di Corto Maltese e di fumetto in generale. Anche soltanto per la capacità di metterne alla prova i fondamentali, seguendo l’esempio del Maestro.
Un esempio? I silenzi: le vignette lasciate senza balloon per sottolineare l’intensità di uno sguardo, la bellezza di un paesaggio, la lentezza di un tempo senza motore a scoppio e tecnologia digitale. Il tempo dell’avventura, il tempo di Corto Maltese.
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