Joe Shuster, la vera storia di Superman 80 anni dopo


Joe Shuster: copertinaAvete presente la copertina del numero 15 di Action Comics, quella con Superman che solleva un’auto? Joe Shuster è l’uomo che l’ha disegnata. Ma nasconde un segreto: è passata alla storia con la data giugno 1938 – esattamente ottant’anni fa – pur essendo arrivata in edicola ad aprile dello stesso anno. Come mai? Per fa sì che il fumetto sembrasse ancora nuovo nei due mesi successivi all’uscita.

Questa piccola curiosità è solo un assaggio delle innumerevoli rivelazioni contenute nel volume Joe Shuster. La storia degli uomini che crearono Superman, pubblicato in Italia da Bao Pusblishing in occasione dell’ottantesimo compleanno dell’Uomo d’Acciaio.

Julian Voloj alla sceneggiatura e Thomas Campi ai disegni, infatti, raccontano il lato dell’Ultimo figlio di Krypton meno noto al grande pubblico. Non l’epopea narrativa, non le gesta eroiche, bensì la genesi creativa e la burrascosa vicenda editoriale del primo supereroe americano.

Joe Shuster: tavola 14Tutto comincia a New York nel 1975, dove un anziano Joe Shuster viene trovato da un agente di polizia mentre dorme su una panchina. Affamato e confuso, accompagnato in un fast food l’uomo comincia a raccontare ai presenti la sua incredibile storia.

Che parte da Toronto – dove Joe nasce nel 1914, figlio di ebrei immigrati dall’Europa – e si accende a Cleveland, all’epoca terza città degli Usa dopo la Grande Mela e Chicago. Qui il giovane si appassiona ai fumetti e al disegno grazie alle strisce quotidiane The Katzenjammer Kids, Boob McNutt, Happy Hooligan, Barney Google e soprattutto Little Nemo di Winsor McCay.

La svolta arriva con la conoscenza di Jerry Siegel, avido lettore di fantascienza e scrittore alle prime armi. Tra i due si crea un’intesa immediata, con il comune intento di creare qualcosa di veramente nuovo per ritagliarsi il proprio spazio nel mercato in ascesa delle avventure a fumetti.

Joe Shuster: tavola 15Dopo anni di tentativi, ecco l’intuizione che dà vita a Superman, secondo la leggenda sopraggiunta nottetempo alla mente di Siegel. Ma non è abbastanza, perché bisogna trovare un editore: mentre i due ragazzi muovono i primi passi nel mondo delle nuvole parlanti, l’Uomo d’Acciaio rimane chiuso in un cassetto in attesa dell’occasione giusta.

Fino al fatidico 1938, quando la National Allied Publications (futura DC Comics) intuisce le potenzialità dell’eroe e concede a Siegel e Shuster la tanto sospirata pubblicazione. A che prezzo, però: Superman è fin da subito un successo clamoroso, ma i due autori hanno firmato un contratto che li obbliga a rinunciare a tutti i diritti sul personaggio in favore della casa editrice.

Un costume diffuso all’epoca – con la rilevante eccezione della rivale Timely, futura Marvel – che impiegherà quasi cinquant’anni a cambiare, riconoscendo agli autori i diritti economici e intellettuali sui loro personaggi.

Joe Shuster: tavola 93I due ragazzi si rendono ben presto conto di essersi tuffati nella vasca degli squali: la National avvia uno sfruttamento massiccio del brand Superman, dall’Expo 1940 fino alla realizzazione di serie radiofoniche e cinematografiche.

National – che appare via via sempre più animata da persone di dubbia moralità – si dimostra spietata anche con la concorrenza. Per stroncare l’ascesa di Capitan Marvel, che era arrivato a vendere più di Superman, la rivale Fawcett viene ridotta sul lastrico con una causa milionaria per plagio.

Siegel e Shuster vengono gradualmente estromessi dalla scrittura del personaggio, le condizioni di salute del disegnatore cominciano a declinare e tra i due si aprono i primi screzi, sulle questioni economiche e sui rapporti da tenere con la casa editrice.

Joe Shuster: tavola 134L’arrembante Jerry non si arrende all’idea di essere privato di Superman, mentre il più semplice Joe affronta la situazione dedicandosi ad altro. Disegna per i pulp magazines quando questi vengono investiti in pieno dalla crociata moralizzatrice di Fredric Wertham, che con il suo Seduction of the innocent accusa i fumetti di traviare la gioventù americana.

Ancora in difficoltà economiche e familiari, Joe riceverà finalmente il meritato riconoscimento solo negli anni ’80. Alla vigilia dell’uscita del film di Richard Donner, infatti, Jerry scatena un’offensiva mediatica che gli vale il sostegno di un folto gruppo di fumettisti – tra cui spicca il grande Neal Adams – costringendo Warner Bros a riconoscere paternità e diritti sul personaggio alla coppia Siegel & Shuster.

Se a invogliare la lettura di Joe Shuster non fosse sufficiente questa odissea – qui tratteggiata solo per accenni – vale la pena sottolineare che questo graphic novel ha tanto, tantissimo altro da offrire.

Joe Shuster: tavola 191La sceneggiatura avvincente e mai banale di Voloj e le tavole evocative e pittoriche di Campi, per cominciare. Poi una carrellata lunga quasi un secolo di battaglie per i diritti degli autori, con personaggi come Bob Kane – il creatore di Batman – che non ne esce proprio benissimo.

E ancora curiosità, tonnellate di curiosità: il nome Lois (Lane) in omaggio alla ragazza più bella della scuola, il legame tra Cleveland e Superman, una dettagliatissima appendice che svela, pagina per pagina, l’origine delle informazioni riportate e ne aggiunge di nuove.

Joe Shuster è un titolo che non può mancare nella collezione di ogni appassionato di supereroi. Perché racconta l’altra storia del più grande eroe a stelle e strisce, dando un nuovo significato a quelle parole che accompagnano l’inizio di ogni avventura dell’Uomo d’Acciaio: Creato da Jerry Siegel e Joe Shuster.

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