Macerie prime di Zerocalcare – Introspezione e nostalgia


Macerie prime - Dettaglio copertina vol. 2

(Ci tengo ad avvertirvi: parlerò di Macerie prime nella sua interezza, annotando a quale delle due parti dovessi far riferimento tra le parentesi… detto ciò, buona lettura)

Sin dall’esordio di Zerocalcare, molte furono le critiche da parte degli artistoidi che amano definirsi critici della nona arte.

Critici che, cause le battute in romanesco, gli inserti nostalgici (il più delle volte anni Ottanta) e la militanza politica di Zerocalcare decisero di etichettarlo a seconda dei casi come “paraculo” e/o “hipster” del fumetto.

La sua grande capacità comunicativa però, gli permette di entrare istantaneamente in sintonia con i lettori per farli poi appassionare anche ad una storia nella quale (almeno per la prima parte e secondo la mia modestissima opinione), diciamocelo, si possono scovare alcuni momenti morti qua e là.

Detti i lati negativi, si passa a quelli positivi dell’opera!

Macerie prime - Copertina vol. 1

La copertina del primo capitolo di Macerie Prime

Da Secco al Cinghiale (MVP) passando per i più piccoli cammei, ogni singolo personaggio ha un carattere ben delineato, architettato e plausibile: che sia esso primario, secondario o terziario, non ci si può non affezionare alla squadra delle Macerie prime di Zerocalcare.

[Sono nato a cavallo tra la generazione Y e Z e non faccio parte né dell’una né  dell’altra (come Balto, so soltanto quello che non sono) per cui voglio fare a modo mio, a fare in culo il discorso millennials per un secondo (come se poi avesse senso).

Parliamo da essere umano ad essere umano, faccio saltare la quarta parete e parlo con TE]

(Se un giorno dovessi mai leggere Macerie prime lo noterai anche tu.

È quasi impossibile non affezionarsi ai protagonisti e agli sviluppi  tragicomici delle loro vite di cera.

Non dico che ti ci innamorerai, ma proverai affetto per loro, e spererai.

Spererai fino alla fine che tutto si possa risolvere per il meglio.

Nonostante il passato, la tua e quella nostalgia e quella di Zerocalcare ritornino in continuazione e vogliano ad ogni costo dire la loro)

Questo Macerie prime di Zerocalcare è il suo primo lavoro corale (e il fatto che sia riuscito così bene denota una capacità di orchestrazione non indifferente), in cui ogni personaggio è un tassello del domino.

Se lo hai già letto avrai notato che (nel primo capitolo) il “fattore nostalgia” viene messo da parte per fare posto ad una riflessione più intima che par quasi un sassolino nella scarpa di Zerocalcare, che egli stesso decide di togliersi.

Una sorta di liberazione, o uno sfogo personalissimo dell’autore.

Quasi volesse confidarci la sua frustrazione nell’avere a che fare ogni giorno con il mondo del “dopo il successo” (che poi… che parola strana “successo” per definire un trionfo.

Macerie prime - Copertina variant vol. 2

La copertina alternativa del secondo capitolo di Macerie Prime

Se è successo ci sarà pure un motivo?! Non trovi?!). Un mondo che l’autore ora è costretto ad “accollarsi” per soffocare il senso di colpa.

Partecipare ad eventi, interviste, appoggio a questa o quell’altra causa, pressioni perché prenda posizione su determinate questioni pur di non deludere i propri lettori.

Zerocalcare crolla psicologicamente e allontana inconsciamente il caro Armadillo (una sorta di grillo parlante) per rimpiazzarlo con uno strano panda.

Uno strano panda che cambia totalmente il suo atteggiamento facendogli adottare la politica dello “sticazzi”, che lo pone purtroppo in una imbarazzante situazione di forte contrasto con i suoi amici d’infanzia e, quindi, con tutto il resto del mondo, facendogli dimenticare che in fondo nessuno può andare avanti da solo.

E che solo l’amicizia e un forte legame con le persone a cui vogliamo bene può aiutarci a superare i momenti difficili della vita.

Ogni personaggio in quest’opera dimentica questo concetto, tutti sprofondano nelle loro paure perdendo un pezzo ciascuno, una maceria prima, un piccolo mattoncino (come uno di quelli con i quali giochiamo quando siamo bambini), senza il quale è impossibile continuare a vivere felicemente.

Perdere questo pezzetto non è un problema, tutti almeno una volta nella vita lo lasciamo andare.

Il vero problema sorge con il rompersi di quest’ultimo.

Ed è molto difficile riparare un vaso intangibile.

Macerie prime, in summa, è la somatizzazione di una perdita in una maniera atipica, come se il lettore fosse sommerso dalle macerie come tutti i protagonisti, di modo che possa riconoscersi nella miseria dei personaggi che popolano quest’opera.

Macerie prime - Dettaglio copertina vol. 2

Calcare e le Macerie prime in questo ritaglio della copertina ufficiale del secondo capitolo. (sei mesi dopo)

Pur essendoci un paio di piccoli difettucci (qualche calo di grip sulla metà del primo numero) questa storia mette in luce, il più delle volte con maestria, due caratteristiche chiave di Zerocalcare: l’empatia nei confronti del prossimo; e la sua capacità di raccontare, dividendosi tra narrativa e divulgazione, esplicando pensieri, sentimenti e paure di una intera generazione.

Macerie prime, nel suo complesso, è la più onesta, diretta e spartana opera dell’autore romano.

Sei mesi dopo si inserisce poi a discorso sospeso (giustamente) ed è indirizzato a chi è curioso di scoprire il finale della storia iniziata a novembre 2017, e rappresenta uno degli spaccati più intimi e personali che Zerocalcare abbia mai offerto ai propri lettori.

Macerie prime di Zerocalcare sarà con ogni probabilità una delle letture più belle che potrai goderti se quello che cerchi è un po’ di sana introspezione.

Concedendoti una bella fetta della sua torta al sapor di morale con topping di nostalgia, senso di colpa caramellato e una ciliegina color speranza.

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