Un romantico a Milano: ascesa, caduta e redenzione di un fumettista


Un romantico a MilanoUna dichiarazione d’amore per la città in cui vive. Uno spassionato omaggio agli artisti che l’hanno abitata nel secolo scorso. L’importanza della musica contemporanea, del fumetto e della poesia. Tutto questo e molto altro è Un romantico a Milano, l’ultimo lavoro di Sergio Gerasi che esce in fumetteria proprio oggi, per Bao Publishing.

Autore per la stessa casa editrice del delizioso In inverno le mie mani sapevano di mandarino (2014), e per Renoir di G&G su Giorgio Gaber e di Le tragifavole, Sergio Gerasi è attivo anche con Bonelli come disegnatore di Dylan Dog e Mercurio Loi. In questa opera abbandona il tratto favolistico e deformante utilizzato nel precedente graphic novel, per uno stile più realistico e descrittivo, senza escludere elementi onirici e visionari.

Un romantico a Milano parla di Drogo Colombo, un fumettista che ha scritto un graphic novel di enorme successo, tanto da vincere con al sua opera prima il Premio Strega – ovvio il rimando alle passate candidature di Gipi e Zerocalcare. Il problema è che nel presente il nostro fumettista è ancora bloccato di fronte alla classica pagina bianca e dopo tanto tempo non è riuscito a dar vita al suo secondo fumetto. Nonostante il protagonista sia un autore di fumetti, la storia non ha molti elementi autobiografici, ma secondo Gerasi l’idea di massima iniziò a prendere forma quando nacque sua figlia e passò «dalla condizione di vecchio giovane a quella di giovane papà.»

Un romantico a MilanoLa figura di Drogo – non a caso il cognome del protagonista de Il deserto dei tartariè come impantanato in una esistenza priva di movimento e priva di emozioni. Del resto il suo precedente fumetto era stato pubblicato con lo pseudonimo di Fermo, nome che richiama appunto la sua condizione attuale. L’immobilità di Drogo è accompagnata da una generale trascuratezza nella cura della sua persona, nonché dall’enorme difficoltà a relazionarsi con chi gli sta intorno. Anche gli affetti più intimi, come la moglie e la figlia, sono danneggiati da questa sua apatia.

Mentre resta statico nei confronti del suo lavoro, la vita di Drogo Un romantico a Milanoassume una routine da anticonformista. È quasi patologica la sua paura di guardarsi allo specchio, pertanto egli si fa crescere una folta barba e porta sempre un paio di occhiali da sole. Il distacco dalla realtà in Un romantico a Milano è sancito dalla presenza di 5 spiriti guida del protagonista, oltre che dalle astrazioni mentali di Drogo.

Questi «fantasmi» raffigurano i massimi artisti del ‘900 milanese: Alda Merini, la poetessa dei Navigli, Piero Manzoni, simbolo per eccellenza dell’artista eccentrico e dissacrante, Lucio Fontana, padre delle avanguardie italiane, Dino Buzzati, giornalista, scrittore e autore di uno dei primi graphic novel, e Bruno Munari, uno dei maggiori designer del XX secolo.

Un romantico a MilanoSono figure strettamente legate al protagonista di Un romantico a Milano e a Gerasi stesso, che incontrava la Merini da bambino sulla strada per la storica fumetteria Supergulp e che ha scritto la sua tesi di laurea su Munari. La loro funzione è propedeutica al viaggio di Drogo, che come un tragico ″eroe″ deve, per andare avanti, fare i conti col passato. La condizione di paralisi del personaggio principale è rispecchiata in maniera sublime in una tavola che lo rappresenta con radici e rami, una sorta di immaginaria trasformazione in albero.

«Avevo necessità che questi interlocutori astratti fossero anche vicini nel tempo in modo da poter rappresentare una Milano romantica, ma non esageratamente nostalgica di un passato antico» dice Gerasi. E la Milano vintage emerge anche nei cocktails tradizionali che Drogo predilige: «Le ricette dei drink stanno a sottolineare l’incidere narrativo. Una buona bevuta è Un romantico a Milanosimile a una storia bella.»

Insomma, oltre a personaggi di spessore, anche il capoluogo lombardo è assoluto protagonista di Un romantico a Milano. Non poteva essere altrimenti, dato che l’autore del fumetto vi è nato e ha un rapporto stretto con la città in cui vive. Il titolo ripreso da un brano dei Baustelle – che insieme ai Tre Allegri Ragazzi Morti e a Giorgio Canali vengono citati nella storia – non è solo un omaggio a un gruppo che Gerasi apprezza, ma anche una dichiarazione d’intento. La vicenda, a tratti tragica, di Drogo si svolge in una Milano romantica, ammantata di rimandi al secolo scorso, un luogo che non ha ancora del tutto perso il suo fascino bohémien.

Un romantico a MilanoLe citazioni contemporanee – musicali, fumettistiche, poetiche (Mercadini e Catalano) – sorreggono e rafforzano la storia. Afferma ancora Gerasi: «Tali citazioni mi hanno dato l’opportunità di agganciare il discorso alla realtà, a qualcosa di già conosciuto, che spero possa far entrare meglio il lettore nella mia visione narrativa.»

Questo fumetto è poesia pittorica in musica secondo il mio modesto parere. Descrive una città che amo, una storia di sogni irrealizzati e riscatti possibili entro un contesto artistico e culturale che spazia da inizio ‘900 ai giorni nostri. Non so se si è capito, lo ho amato visceralmente. Il consiglio, anzi l’imperativo, è leggete (e ascoltate) Un romantico a  Milano.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi