Questa non è una partita a bocce: Zerocalcare e la banalità del nazi


Questa non è una partita a bocce: copertinaIl giorno scelto dall’Espresso per pubblicare online Questa non è una partita a bocce, breve fumetto di Zerocalcare dedicato al fenomeno del neofascismo in Italia, non è casuale.

Lo scorso sabato 3 febbraio, infatti, si è consumato uno dei più gravi fatti di cronaca degli ultimi anni su questo fronte: a Macerata il ventottenne Luca Traini – estremista di destra, recentemente candidato per la Lega Nord alle amministrative – ha aperto il fuoco contro diverse persone di colore, provocando almeno sei feriti.

Nel clima già pesante di una campagna elettorale segnata da toni spesso inaccettabili, l’episodio di Macerata ha avuto l’effetto della proverbiale goccia che fa traboccare il vaso. Forse per questo, nonostante l’innegabile talento del fumettista di Rebibbia, in questo momento risulta più difficile che in altri divertirsi leggendo le sue vignette.

Questa non è una partita a bocce: il tweet di ZerocalcareEppure Questa non è una partita a bocce centra perfettamente il bersaglio. Con la consueta tagliente ironia, Michele Rech squaderna l’elenco delle “dieci banalità che renderebbero più igienico il dibattito sui (nuovi) nazisti“, originariamente pubblicato sull’edizione cartacea dell’Espresso uscita il 14 gennaio.

«In realtà a loro bastava anche solo una copertina – spiega Zerocalcare su Twitter, naturalmente con una vignetta – ma per una volta nella vita in cui mi chiedono una cosa su cui ho un’opinione chiara, e non devo chiamare qualcuno più intelligente di me per farmi dare delle dritte su cosa dire, mi pareva il caso di festeggiare».

Ora però, alla luce dei fatti di Macerata, non c’è davvero più nulla da festeggiare. Perché il tempo degli avvertimenti ironici, preoccupanti e divertenti in egual misura – come il film Lui è tornato o il fumetto Qvando c’era LVIè ormai scaduto. La leggerezza di una risata e lo spazio di una riflessione individuale non bastano più contro la marea nera che minaccia di sommergerci.

Come ho già avuto modo di scrivere altrove, il fascismo è tornato tra noi, se mai se n’era andato. Alimentato da una precarietà socio-economica generalizzata alla quale non ha saputo far fronte una narrazione politica che nel migliore dei casi è incapace di spiegare la complessità e, nel peggiore, predica intolleranza legittimando l’odio e la discriminazione.

Di questi tempi chi si professa pubblicamente antifascista vive la solitudine della frontiera, non avendo più la certezza di contare su quella maggioranza silenziosa che forse maggioranza non è più. Perché discorsi e atteggiamenti razzisti sono ormai all’ordine del giorno, come del resto le rivalutazioni del ventennio fascista, alcune delle quali provenienti da esponenti politici di primo piano a livello nazionale.

Le “dieci banalità” di Zerocalcare sono importanti perché fanno chiarezza in momento in cui il razzismo della porta accanto – che pure ne costituisce l’humus – rischia di confondersi con i nuclei militanti del neofascismo organizzato. Che in Italia è ben presente e da qualche anno ha alzato la cresta, lasciando dietro di sé un’insopportabile scia di atti discriminatori e aggessioni.

Questa non è una partita a bocce: banalità 3Questa non è una partita a bocce solleva questioni fondamentali anche per chi si interroga sulla qualità del dibattito pubblico e sulle “regole d’ingaggio” da adottare con certi interlocutori. Per esempio: ha senso citare organizzazioni in cerca di visibilità, o peggio dare voce in nome del principio di democraticità a soggetti che tentano di sovvertire quello stesso ordinamento democratico?

È giusto, in nome del pluralismo, dare spazio a organizzazioni che si preoccupano di mettere a tacere con l’intimidazione, la violenza verbale o fisica, chi ha un’opinione diversa dalla loro? Non è che, così facendo, ci ritroviamo in una giungla politica regolata dalla legge del più forte, dove i più deboli preferiscono tacere per salvaguardare la propria incolumità o comunque non avere problemi?

Il semplice fatto che qualcuno possa temere di esprimere un’opinione per non incorrere nella gogna social o nelle botte per strada significa che abbiamo passato il segno. Forte anche della sua esperienza personale, questo Zerocalcare lo ha capito molto bene, e lo spiega con il suo consueto bagaglio di riferimenti pop ampiamente alla portata di tutti i millennials.

Questa non è una partita a bocce: banalità 2

L’ultima creazione di Michele Rech è importante – a proposito di banalità – proprio perché parla il linguaggio di una generazione spesso ignorata dalla politica, che a sua volta ha scelto di ignorare la politica per concentrarsi su altro. Ricordando che tutti possono contribuire alla Resistenza contro fascismi vecchi e nuovi, Zerocalcare chiama a una presa di responsabilità collettiva.

Passando all’azione, certo, ad esempio con la firma dell’appello Mai più fascismi, che nelle prossime settimane darà vita a una grande manifestazione nazionale. Ma trovando anche la dignità e il coraggio di alzare la testa, di confrontarsi con gli altri, di esprimere liberamente la propria opinione e partecipare al dibattito pubblico, per riaffermare i valori dell’antifascismo da cui sono nati la Repubblica e la Costituzione. Perché questa non è una partita a bocce: in gioco c’è la nostra democrazia.

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