Lovecraft a fumetti: le storie del maestro dell’incubo in forma grafica
Ricorre quest’anno l’ottantesimo anniversario della morte di un maestro riconosciuto dell’horror e del fantastico: Howard Phillips Lovecraft. Il creatore del Ciclo di Cthulhu si spegneva il 15 marzo 1937 nella sua amata Providence. Diversi autori hanno voluto trasporre i racconti di Lovecraft a fumetti e ci sono rumors su una possibile serie tv che renda onore ai suoi più famosi capolavori.
Un modo per avvicinarsi a questo maestro della letteratura del ‘900 è leggere gli adattamenti che alcuni contemporanei hanno fatto di Lovecraft a fumetti. Un tributo imponente lo sta facendo l’instancabile Alan Moore col suo Providence, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo.
La casa editrice che più si sta impegnando nella pubblicazione di opere di Lovecraft a fumetti è la Magic Press: essa infatti stampa i volumi di I. N. J. Culbard, autore britannico che si è cimentato finora con quattro grandi classici di HPL. Culbard esordisce nel 2010 con l’adattamento di Le montagne della follia, col quale vince il British Fantasy Award, e prosegue con Il caso di Charles Dexter Ward, L’ombra venuta dal tempo e La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath.
L’autore britannico sceglie di adottare uno stile narrativo quanto più fedele ai racconti di Lovecraft, riportando in molti casi le parole stesse dello scrittore di Providence. È una pratica sposata da quasi tutti coloro si vogliano cimentare nella trasformazione di una storia di Lovecraft a fumetti: impossibile mantenere l’atmosfera di paura dell’ignoto senza le frasi ad effetto dell’autore originario. La narrazione in prima persona dei vari protagonisti che avviene spesso sotto forma di ricordo si adatta bene alla didascalia di una vignetta.
L’apporto di Culbard è strettamente funzionale al ritmo del fumetto. Egli sintetizza le voluminose descrizioni di Lovecraft e chiarisce alcune parti che restano solo accennate nei racconti originari. L’aspetto onirico è meno marcato in Kadath, che diviene un racconto di avventura e perde probabilmente l’alone mistico. Nella storia di Charles Dexter Ward il dottor Willet assume un ruolo prominente e diviene un vero e proprio indagatore. Sono elementi innovativi necessari alla struttura del romanzo grafico.
Il punto di forza delle trasposizioni di Culbard è anche in parte il suo minimo difetto: l’adattamento di una storia di Lovecraft a fumetti rende necessaria una struttura più scorrevole, più dinamica, andando a smussare l’elemento misterioso che contraddistingue tutta la produzione di HPL. Le descrizioni abbozzate delle creature mostruose, gli onirici resoconti dei protagonisti dei racconti, i finali indefiniti delle storie costituiscono il fascino di Lovecraft. Il fumetto, col suo apporto grafico, ha già di per sé un intrinseco carattere chiarificatore.
Il tratto grafico di Culbard sorprende per la marcata insistenza sulle linee, i contorni, i dettagli. Le figure sono ben definite, forse troppo se pensiamo allo stile di Lovecraft, che lasciava molto spazio al non detto. I colori di un pastello acceso caratterizzano i diversi ambienti delle storie: sono caldi nel Reame dei Sogni, azzurri a tinte fredde per descrivere l’Antartide e particolarmente cupi e oscuri per Il caso di Charles Dexter Ward e L’ombra venuta dal tempo. Ciò che ne risulta è un’immagine che ricorda le linee morbide di Tintin, caricata di un espressionismo votato al dramma, con sequenze accostabili a un cartoon.
La Magic Press ha pubblicato anche Lovecraft Antologia Volume 1 e 2. Nella prima vengono trasposti i racconti più famosi, tra i quali Il richiamo di Cthulhu, La maschera di Innsmouth, L’orrore di Dunwich; nella seconda si scelgono racconti meno noti, ma divenuti classici, come ad esempio Il modello di Pickman, Dall’altrove, La città senza nome, La dichiarazione di Randolph Carter.
Le raccolte sono curate da Dan Lockwood e tra gli sceneggiatori, oltre allo stesso curatore, troviamo nomi del calibro di Ian Edginton, Jamie Delano, David Camus, Simon Spurrier. Per i disegnatori cito tra gli altri D’Israeli, Nicolas Fructus e Steve Pugh.
Altro recente adattamento di un lavoro di Lovecraft a fumetti lo propone Nicola Pesce Editore, con Nyarlathotep di Rotomago e Julien Noirel. Il racconto deriva da un incubo di HPL così vivido che lo costrinse a scrivere di getto la breve narrazione.
L’opera grafica è una sorta di documentario che riporta fedelmente svariati passi del racconto originale. Un dettagliato reportage dell’umanità che sprofonda nella follia, a causa del Caos strisciante che dà il nome alla storia. Le didascalie riportano di pari passo stralci dello scritto di Lovecraft, i dialoghi sono assenti.
Il volume cartonato contiene parecchie evocative tavole a pagina intera, che danno l’idea di scene di un cortometraggio. Noirel confeziona un serie di arazzi che raffigurano vividamente l’onirico terrore che provò Lovecraft, soprattutto nelle ultime allucinanti tavole. L’opera è un resoconto visivo della pagina stampata, sembra realmente di veder affiorare l’incubo di Lovecraft a fumetti.
Segnalo infine il documentario Lovecraft: Fear of the Unknown. John Carpenter, Guillermo Del Toro, Neil Gaiman e altri ci parlano dell’influenza di HPL sui loro lavori. Da non perdere!
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