Innamorarsi Diciottovoltevirgolatre: intervista a Stefano Simeone


DiciottovoltevirgolatreDiciottovoltevirgolatre è un titolo che colpisce, perché scritto tutto attaccato, o per quel decimale inconsueto. Il sottotitolo suscita ancora più curiosità: il tonno, la tigre, il tempo. Stefano Simeone del resto ci ha abituati a storie mai scontate coi suoi precedenti libri, Semplice (Tunué) e Ogni piccolo pezzo (Bao Publishing).

Per lo stesso editore è uscito a fine settembre questo tomo di oltre 300 pagine, una storia che parla d’amore e delle piccole cose che vi ruotano attorno. Nel marasma di Lucca Comics sono riuscito a fare una piacevole chiacchierata l’autore.

Diciottovoltevirgolatre è la storia di Francesca e del numero di volte che si è innamorata nella sua vita. Partendo dalla sua nascita, la prima occasione nella quale si innamora, fino alla morte, l’ultima e forse più tenera delle circostanze. In mezzo gli amori innocenti dell’infanzia e della gioventù, le prime infatuazioni dell’adolescenza e i problematici affetti dell’età adulta. Compreso il profondo legame che si forma tra madre e figlia.

DiciottovoltevirgolatreTra i tanti equivoci, disastri sentimentali e vicende divertenti, Diciottovoltevirgolatre tratta temi profondi: l’amicizia vera, la maternità, il distacco, i desideri irrealizzati. Destreggiarsi tra simili tematiche, mantenendo uno stile narrativo mai pesante, con toni spesso ironici e velati di una comicità deliziosa è la grande capacità di Simeone.

La miscela di argomenti seri e risvolti umoristici non è studiata a tavolino. «È il mio modo pop di raccontare le cose» dice Stefano, «Se devo ad esempio raffigurare un funerale, parlo dell’aspetto divertente o strano che può capitare in tale situazione. Mi riesce spontaneo, non è programmato. Uno sceneggiatore che apprezzo molto sostiene che bisogna sempre evitare di raffigurare due persone sedute a un tavolo che spiegano qualcosa. Meglio farle agire o usare una grammatica divertente per descrivere situazioni. Io applico questo consiglio inconsciamente».

Diciottovoltevirgolatre«In una parte di Diciottovoltevirgolatre viene rappresentata una sorta di grottesca esplorazione del cervello di Francesca: mi ero stancato di disegnare vignette affiancate, pertanto mi sono inventato un’impaginazione spiazzante, per creare una sorta di assurda vivisezione della mente della protagonista, dove gli elementi comici non seguono alcuna regola logica. Credevo di aver scritto una storia molto seria, invece diverse persone mi hanno detto che è il mio libro più divertente. Ho organizzato la parte iniziale, quella centrale e quella finale, per poi andare a ruota libera, riempendo tutto ciò che stava in mezzo, improvvisando le varie situazioni volta per volta».

DiciottovoltevirgolatreIl tratto di Diciottovoltevirgolatre può risultare difficile da assimilare, mentre il cromatismo è ridotto ai minimi termini. «Inizialmente avevo paura dell’effetto che le immagini potevano avere sulla storia» spiega l’autore. «I disegni di questo libro, soprattutto all’inizio, non sono fatti per piacere, ma per essere funzionali alla vicenda. Non ho pensato a un tratto stilisticamente godibile».

«Normalmente uso il colore con metodo e sono soddisfatto della mia opera di colorista, ma in questo libro ho realizzato interi capitoli monocromatici o con pochi toni basici, perché il  colore doveva aggiungere una informazione alla storia, non esprimere un dato che già si conosce.  Ogni dettaglio aggiunto in una vignetta, anche il colore, rallenta la lettura, quindi ho preferito conferire alla struttura un ritmo più veloce e scorrevole. Sono contento perché pare che la gente stia leggendo Diciottovoltevirgolatre piuttosto velocemente, nonostante si tratti di un volume molto più lungo rispetto ai miei precedenti».

Il titolo è emblematico: la somma delle storie d’amore della protagonista. Ma l’amore e i Diciottovoltevirgolatresentimenti possono essere calcolati, o addirittura divisi in decimali? «Assolutamente no, o almeno non per tutti» ribatte Stefano. «In Diciottovoltevirgolatre è così, ma come spesso accade io cerco sempre un pretesto per raccontare qualcos’altro. È un filo conduttore per giungere alla fine, un countdown che accompagna il lettore».

«A un certo punto svio l’attenzione dalla protagonista per descrivere altro, poi torno improvvisamente da lei. Questo perché mi interessa molto di più il modo in cui racconto le cose, piuttosto che le cose stesse. Il titolo è quasi casuale: ho contato le volte nelle quali Francesca si innamora e le ho scritte tutte attaccate, perché più complicato da ricordare. Quando ti entra in testa una cosa difficile da ricordare non la dimentichi più».

Diciottovoltevirgolatre a pochi mesi dall’uscita sta riscuotendo un notevole successo. «Sono contento dell’andamento del libro» afferma Simeone, «ho notato una risposta positiva dal pubblico, molto passaparola che ha coinvolto i lettori. Mi aspettavo un bagno di sangue perché mi sono sentito libero di fare tutto ciò che volevo, a partire dal disegno difficile da metabolizzare, fino al colore e ad una storia non lineare».

Molti si domandano se ci sono elementi autobiografici nelle tue storie. «Anche se i miei lavori possono sembrare in parte autobiografici, tutto è frutto dell’immaginazione. Qualcuno mi ha chiesto dove era accaduto l’episodio del viaggio in aereo, pur essendo una vicenda inventata: è stato un piacevole complimento involontario. Forse la mia storia più autobiografica sarà il prossimo libro a tema fantascientifico!».

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