Rachel Rising: le eroine di Terry Moore si tuffano nell’horror
E’ uscito finalmente per Bao Publishing il settimo ed ultimo tomo della saga di Rachel Rising, storia a forti tinte horror creata dal maestro Terry Moore nel 2012. I fans del fumettista americano non vedono l’ora di conoscere le sorti delle sue eroine, invischiate in una vera e propria apocalisse sulla Terra.
Rachel Beck, giovane ed attraente ragazza che vive nella cittadina di Manson (già dal nome il luogo richiama eventi macabri) si risveglia sotto terra, con gli occhi iniettati di sangue e il pesante segno di una corda stretta attorno al collo. Apparentemente è stata soffocata a morte, ma i parametri vitali funzionano. Insomma è una specie di immortale.
In Rachel Rising vi sono altri importanti personaggi femminili, caratteristica essenziale dei racconti di Moore (Strangers in Paradise, Echo): Jet, la migliore amica dai modi mascolini e grezzi; Johnny, la zia omosessuale che lavora in obitorio, unica parente di Rachel; Zoe, una bambina nell’aspetto, ma molto più vecchia nella realtà.
Lo scopo di Rachel è inizialmente quello di trovare il suo assassino, ma in seguito dovrà affrontare altri nemici e calamità. Tutto sembra orchestrato da Lilith, la mitologica prima donna, strega immortale che ha un conto in sospeso con Manson e la sua gente. Ma con l’arrivo di Malus, angelo caduto deciso a far nascere l’anticristo, le cose si complicano.
Rachel Rising è una storia complessa e intricata, come si conviene ad una saga di 42 capitoli. Le protagoniste della storia sono tutte tratteggiate in maniera eccellente e non è una novità per Terry Moore, esperto conoscitore ed amante dell’universo femminile. La maggior parte degli uomini che appaiono nel testo sono crudeli, insensibili o insignificanti: Earl, robusto e impacciato aiutante di Johnny, dall’animo gentile e pacato, è l’unica eccezione di rilievo.
Il nucleo dell’opera è la contrapposizione tra Rachel e la sua nemesi Lilith: si tratta delle due figure meglio indagate dall’autore, mentre l’altro vertice del pericoloso triangolo, Malus, è tratteggiato con classici caratteri demoniaci.
I riferimenti biblici in Rachel Rising sono molto forti e tutta la trama è costruita su una profonda conoscenza della religione. Insieme ad accenni a vicende del Vecchio Testamento, appaiono simboli e segni rivelatori di enorme impatto. La cittadina di Manson è infatti scossa da fenomeni ambientali che hanno tutto il sapore di piaghe bibliche: una tempesta di neve che pare incessante, l’invasione dei ratti, fulmini divini annientatori.
Per completare l’alone mistico e religioso, nella storia compaiono anche artefatti magici e reliquie mitologiche come la famigerata spada di Lucifero. Inoltre è centrale il concetto dello spirito umano, che libero dal corpo è in grado continuare una vita nell’aldilà, oppure se non ancora pronto, reincarnarsi in un corpo differente. Tale capacità di spostarsi da un corpo all’altro è caratteristica anche dello spirito di Malus, il che determina la difficoltà nell’eliminarlo. forse un richiamo velato al film Il tocco del male.
Terry Moore inserisce anche una dose di stregoneria nell’atmosfera di Rachel Rising: i terribili tempi della caccia alle streghe del ‘700 aleggiano cupi nel passato di Rachel, di Lilith e delle sue seguaci risvegliate. La strega può avere connotati crudeli e sanguinari, come anche esser capace di salvare vite o agire a fin di bene: somiglia ad una maga in stretta connessione con la natura.
La morte è altra grande protagonista di Rachel Rising. Visto che si tratta di una storia horror è più che comprensibile, ma gli omicidi e le morti accidentali a Manson si susseguono con una frequenza anormale: è il risultato del Caos portato da Lilith e Malus. I protagonisti però accettano la morte come fatto naturale – del resto molte scene si svolgono all’obitorio dove lavora Johnny – e ne prendono atto con logica tristezza e rassegnazione.
Lo spirito della morte Ma Malai è incarnato anch’esso da una giovane donna in tunica, che si presenta all’atto del trapasso di ogni essere vivente, prende il suo spirito per mano ed è in grado di annientarlo o guidarlo nell’aldilà. Le scene violente e cruente non mancano in Rachel Rising e spesso esplodono quando meno ce lo si aspetta e con personaggi in apparenza innocenti.
Terry Moore però non perde l’attitudine di aggiungere alla vicenda un tocco di humor dark, che spesso ha la funzione di sdrammatizzare il clima macabro di Rachel Rising. Jet, Johnny e Zoe sono le principali artefici di questa comicità, con la loro personalità cinica, pragmatica e dissacrante.
Il tratto dell’autore è quello che abbiamo imparato a conoscere dalle sue opere precedenti: uno stile di disegno fluido, armonioso, in questa storia molto realistico e ovviamente orientato a toni horror. L’attenzione al dettaglio è più che mai presente in ogni tavola e raggiunge una compiutezza pressoché perfetta.
Rachel Rising è decisamente una delle migliori saghe horror degli ultimi anni e il finale aperto regala un tocco di suspence delizioso. Siete pronti ad accompagnare Rachel nella sua ascesa?
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