Restiamo Inumani – I figli di Attilan della Nuovissima Marvel


087afa0c0e8bad0bcfa8116ff83af3e9Flashback: New York, tra la fine del vecchio millennio e l’inizio del nuovo. Dopo una trentina d’anni di successi la Marvel sta vivendo un periodo di vacche non magre, proprio bulimiche. Le vendite sono in calo vertiginoso, la nuova proprietà addirittura incompetente, dato che è convinta di avere comprato la casa editrice di Superman. Il rischio di chiudere è, dunque, molto più che concreto. Uno dei dirigenti, fulminato sulla via di Damasco da un consiglio che si rivelerà la vera e propria svolta della Casa delle Idee (e non è retorica), decide di dare retta a un amico e convoca tali Joe Quesada e Jimmy Palmiotti. Motivo: affidare a loro il rilancio di alcuni titoli, perché se il destino è morire tanto vale provarci lottando sino alla fine e non lasciare nulla di intentato. Per la cronaca: il fumettista ispanico e quello di origini italiane non sono gli ultimi arrivati, nel senso che da anni mietono successi con la loro casa editrice indie.

I due ascoltano la proposta: libertà pressoché assoluta nella stesura delle storie, nella realizzazione grafica, nessun limite di costi e ci manca poco che si vedano offerta anche una torta (o forse è successo, non è dato sapere). Come è logico l’affare si fa, e così gli homini novi vengono collocati all’ultimo piano dell’edificio dove ha sede la Marvel, tra il visibile e comprensibile astio dei colleghi delle serie classiche, i quali ovviamente una libertà del genere all’epoca possono solo sognarla e faticano a digerire i “corpi estranei”. Quesada e Palmiotti, pur percependo l’atmosfera non leggera, tirano dritto per la loro strada, lavorano sodo (come qualcuno degli stessi colleghi riconoscerà anni dopo) e partoriscono l’etichetta “Cavalieri Marvel” che comprende Daredevil, Punitore e Inumani. Già, Inumani.

Ecco, se siamo qui, una quindicina di anni dopo, a scambiarci impressione su Secret Wars e sulla Nuovissima Marvel, a raccontarci quanto Daredevil e Jessica Jones abbiano portato nuova linfa e nuovo linguaggio al CAVALIERI_MARVELcinefumetto, a promuovere a pieni voti Captain America: Civil War e a dirci quanto Robert Downey Jr. sia affascinante (oltre che da tempo l’attore più pagato del mondo, e questo non sarebbe stato possibile senza il suo ritorno in auge nel ruolo di Tony Stark), ecco, se siamo qui a dirci tutto questo lo dobbiamo principalmente a loro due Quesada e Palmiotti, e ai loro titoli. Per questo, parlare della nuova versione degli Inumani non è toccare un titolo come gli altri, ma rappresenta una difficoltà ulteriore.

Incredibili Inumani (sì, ora che vi abbiamo tediato a sufficienza con un excursus manzoniano possiamo tornare all’attualità) è davvero una serie non comune. Primo, perché nel mondo Marvel gli Inumani sono una stirpe ma vengono percepiti come una razza. Niente di nuovo sotto il sole, starete pensando, perché anche i mutanti sono una razza, e da sempre sono stati stigmatizzati o discriminati. Il problema degli Inumani è che sono un ibrido, esseri umani trasformati su cui alieni hanno compiuto esperimenti scientifici: non sono mutazioni fisiologiche come gli X-Men, ma la creatura del dottor Frankenstein, o Mister Hyde,. Questo già di per sé è uno status pesante da sopportare, aggravato ulteriormente dal fatto che, nel pre-Secret Wars, per dare un futuro alla propria gente il re Freccia Nera ha fatto esplodere nell’atmosfera terrestre una bomba terrigena, che ha trasformato e dotato di poteri chiunque possedesse nel possedesse nel proprio DNA filamenti genetici inumani, magari ereditari.

Quella che si appresta a leggere chi si approccia a Incredibili Inumani è la storia di persone comuni che scoprono di appartenere a un popolo millenario, il quale a sua volta deve necessariamente uscire dal proprio eterno e volontario isolazionismo nella storica capitale di Attilan per supportare e accogliere chi ha accettato il suo dono e supportare e proteggere da pericoli esterni chi invece questo dono non riesce a farlo suo. Incredibili Inumani è una struggente (non per essere melodrammatici, ma non troviamo aggettivo più descrittivo) storia di tolleranza, accettazione e di identità, che porta a riflettere sul senso di appartenenza, sul desiderio e bisogno umano di riunirsi in comunità mantenendo al tempo stesso la sua identità e perché no su quale sia il nostro posto nel mondo. Dirige Charles Soule, autore anche di Daredevil, suonano gli Inumani accompagnati da due guest star come Johnny Storm/la Torcia Umana e Henry McCoy/Bestia, il tutto tra vicende personali, sentimentali e famigliari shakerate e non mescolate e intervallato da viaggi nel tempo, antichi avversari e molto altro.

Consigliato, ci si appassiona.

 

 

 

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