La casa di Paco Roca, racconto di ricordi e sentimenti


La casa di Paco Roca, racconto di ricordi e sentimentiCi sono autori dei quali attendo sempre con impazienza i nuovi lavori. Autori che sanno ammaliarmi con storie penetranti e commoventi, storie che toccano i miei sentimenti e li fanno vibrare con sincerità. La casa di Paco Roca è una di queste, firmata da un autore che ancora una volta non vien meno alle aspettative.

Uscito a metà aprile per Tunué, l’ultimo lavoro del fumettista di Valencia è una riflessione in primo luogo autobiografica, ma ben presto si comprende come i temi trattati siano di più ampio respiro. Il legame di tre fratelli col padre da poco mancato, i rapporti a volte conflittuali tra loro, le frasi taciute e quelle di troppo: questi gli argomenti protagonisti de La casa di Paco Roca insieme alla casa del titolo, grande matrona della storia e teatro di tutta la vicenda.

La casa di Paco RocaUno spazio fisico dunque, per parlare di emozioni che aleggiano negli ambienti esterni ed interni dell’abitazione, e per narrare i ricordi, elementi intangibili, ma di cui sono intrisi gli oggetti sparsi dentro le stanze. O che permeano le parti stesse della casa: un muretto, una piscina, una finestra. Fino alla pergola, opera incompiuta del padre, che finisce per unire i suoi figli in un’ultima occasione di lavoro, che ha quasi il sapore di omaggio e redenzione.

I personaggi della vicenda sono i membri del nucleo familiare: Vicente, il fratello maggiore, José, lo scrittore, alter ego di Roca, e Carla, la più piccola. Si aggiungono a questi mogli, compagni e figli, che portano serenità e risolutezza negli animi turbati dei protagonisti.

La casa di Paco RocaInsieme alla casa, l’altro pilastro della trama resta Antonio, il padre, uomo di grande praticità e poco avvezzo alle esternazioni di affetto. La tavola iniziale, che lo mostra mentre lascia per l’ultima volta quella casa che così tanto ha amato, è di una tenerezza fulminante. Pur essendo da poco scomparso, Antonio ritorna spesso nelle tavole del graphic novel, quando i ricordi dei figli aprono parentesi nella narrazione. L’inarrestabile energia, concentrata nell’amorevole cura della casa, è la costante della figura paterna.

Antonio educa i propri figli alla passione per una vita semplice ma dignitosa e all’importanza dell’unione familiare. Siamo di nuovo, come con Rughe, accanto ad una persona anziana, questa volta assente, sebbene la sua mancanza sia in realtà una presenza costante in tutto il racconto. Le due opere sono collegate come dice Roca: «Se la prima descrive la vecchiaia dei miei genitori, La casa analizza la loro morte.»

Altra figura che gravita attorno alla casa è quella di Manolo, l’anziano vicino che aiuta José nei lavori di giardinaggio. Sebbene sia l’unico personaggio estraneo alla famiglia, ha estrema importanza nel rievocare lo spirito di Antonio, tanto che a lui è destinata la tavola finale del libro.

La casa di Paco RocaOvviamente è la casa stessa a mantenere incontrastata il primato di attore protagonista nella storia: la presenza costante delle sue mura, delle sue stanze e dei suoi spazi esterni lega gli eventi passati e presenti. Essa costituisce il perfetto palcoscenico per una vicenda intima nella quale la psicologia dei personaggi è ampiamente indagata; la casa diviene una creatura vivente della quale possiamo osservare la lenta crescita, la maturazione e infine il decadimento.

Ogni minima parte dell’abitazione ne è essenzialmente un punto vitale, quindi l’autore si sofferma su dettagli solo apparentemente privi di significato: le piante del giardino, i mattoni impilati, i muri scrostati, la piscina sporca, fino allo sciacquone rotto. Ogni elemento rende completo l’enorme quadro di un luogo caldo, confortevole e protettivo.

Ma La casa di Paco Roca non è solo una esaltazione dei ricordi o dell’unità familiare, ci parla anche di scelte difficili, sbagliate o tormentate. Come quella presa da Vicente al momento dell’aggravarsi della condizione del padre. Oppure quella che ricorre per tutta la storia, ovvero decidere se vendere o meno la dimora: un dilemma che non troverà risposta al termine del libro, anche se probabilmente ne è il punto focale.La casa di Paco Roca

A livello stilistico Paco Roca incanta col suo tratto preciso e profondamente intriso di umanità, le vignette sono disposte in modo vario, con incastri che a volte possono lasciare spaesato il lettore, ma tutto è funzionale al racconto. Si arriva anche a inquadrature larghe, che descrivono scene di forte impatto emotivo, fino alle geniali tavole che ritraggono la pianta tridimensionale della casa o il bidone per gli oggetti-ricordo da eliminare.

Il cromatismo tenue de La casa di Paco Roca descrive il calore di una vicenda affettiva che alterna momenti di tristezza a scene comiche. I salti temporali sono ben comprensibili grazie ai sapienti cambi degli stessi toni cromatici, che segnano una divisione chiara ma non brutale tra presente e passato.

La casa di Paco Roca mette a nudo i sentimenti dell’autore e porta il lettore a intraprendere con lui un viaggio nei ricordi: un percorso dove la memoria, per quanto ricca di insidie, è la chiave per affrontare con coscienza il futuro. Del resto secondo l’autore «è impossibile rimanere fuori dal ciclo della vita».

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