Civil War: la rivoluzione Marvel dentro e fuori i fumetti


Civil_War_Vol_1_1_VariantLa data è (per lo più) il 28 ottobre 2014, e dato che il luogo cambia a seconda di dove eravate al momento dell’annuncio per comodità lo esprimeremo semplicemente con “il web” (l’ora ne è una logica conseguenza).

Dopo mesi di supposizioni la Marvel annuncia i film in uscita per la Fase 3 del suo universo cinematografico nei prossimi anni, pochi giorni dopo aver fatto uscire il trailer di Avengers – Age of Ultron (si dice che glielo abbiano leankato, ma dobbiamo crederci? Mistero…) quello che colpisce è il primo dei titoli: il 6 maggio del 2016 Captain America – Civil War. Pandemonio. Fan che impazziscono, che si strofinano gli occhi per essere sicuri di aver letto bene, e quando hanno appurato che non si tratta dell’effetto di qualche sostanza psicotropa si lanciano in ardite e premature supposizioni su quale soggetto, quali protagonisti, quali cambiamenti rispetto alla storia originale di quel genio di Mark Millar. Per non parlare della mancanza di Spiderman, figura chiave del crossover che nel 2006 ha riscritto il mondo Marvel (ma questo lo approfondiamo tra poco): il prode Arrampicamuri non a caso è stato prontamente reintegrato tre mesi dopo nell’universo cinematografico della Casa delle Idee con tutti gli onori e le fanfare che si devono a un reduce di guerra. Perché sì, quella che si era scatenata sull’Uomo Ragno tra Sony e Marvel Studios aveva assunto con l’andare del tempo i contorni di una guerra.

Dunque, lo ammettiamo, siamo partiti un po’ forti: colpa del maledetto entusiasmo che ci divora quando si tratta di tutto ciò che ha il rosso come colore dominante e la Terra – 616 come realtà di riferimento. Ora ci impegnare a riavvolgere il nastro e a mettere ordine, promesso. Per farlo, dobbiamo partire dall’inizio del nuovo millennio, o meglio ancora dalla fine di quello vecchio, che per la Marvel poteva essere riassunto con il moderno “bene, ma non benissimo”. Certo, negli anni  ’90 le vendite erano ancora superiori alle altre case editrici, però cominciavano ugualmente a calare in un clima di generale scetticismo nei confronti del medium fumetto. Il debutto della Image Comics servì a dare nuova linfa, a svecchiare un intero settore, quello fumettistico supereroico, che era ancorato ad equilibri stabilizzatisi nel corso degli anni. Affidare (e affittare) nel 1996 alcune testate proprio alla nuova arrivata sembrò un’idea brillante. Così Capitan America, Fantastici Quattro, Thor e Iron Man traslocarono per un anno presso la Image, con risultati che non furono mai davvero soddisfacenti.

C’era voglia e necessità di nuovo in casa Marvel, ma senza ricorrere allo stratagemma del reboot. Così, semplicemente, si creò altro: l’Universo Ultimate nel 2000, la MAX (etichetta per un pubblico adulto). Si trattò un palliativo, e in effetti funzionò bene. Ovviamente, era come dare da bere succo di pomodoro a un vampiro: per poter toccare nuovamente livelli assoluti, bisognava non solo creare i soggetti inediti ma anche rinnovare quelli originali. Cioè, la Terra – 616. E per farlo correttamente, per attirare l’attenzione del pubblico su qualcosa che valesse la pena di essere letto bisognava fare scombinare un po’ di cose. Nacque dunque all’alba del 2000 la rivoluzione che portò a Civil War: in principio fu Vendicatori Divisi, che squassò il principale gruppo di supereroi della Casa delle Idee. Poi vennero Guerra Segreta, che scombussolò lo S.H.I.E.L.D., e addirittura House of M, con una Wanda Waximoff uscita di senno che prima riscrisse la realtà secondo le proprie volontà, poi cancellò gran parte della razza mutante. Nel giro due anni (2004 e 2005) in casa Marvel erano stati cancellati i Vendicatori e falcidiati gli X – Men: gli equilibri presenti da molto tempo non esistevano più, e nell’attesa che se ne stabilissero di nuovi regnava la confusione. Per una guerra civile non c’erano premesse migliori.

Fu da lì, nel 2007, che nacque Civil War: una storia nata dalla contrapposizione tra la responsabilità di Iron Man degenerata presto in tirannia e la libertà di Capitan America trasformata in un ideale da difendere a ogni costo. A titolo personale, il motivo per cui ci schieriamo dalla parte di Cap è solo perché, appunto, i metodi di Stark  sono stati esagerati a tal punto da renderlo per forza inviso a chi legge. Ma un brillante, viscerale e sentito dialogo in privato tra i due prima della battaglia finale, nella ormai ex sede dei Vendicatori mette in luce come davvero non si può dire che uno dei due abbia completamente torto e l’altro completamente ragione. La linea che divide i due contendenti è sottile come un filo di seta ma tagliente come una lama.

Dalla fine della Guerra Civile, con la resa della Leggenda Vivente che sa più di vittoria, è seguito un riassestamento notevole: la morte (con preventivabile successiva rinascita) di Steve Rogers, l’ira di Hulk contro chi lo aveva esiliato su un altro pianeta, l’invasione segreta degli Skrull che porta al potere Norman Osborn, plenipotenziario per due anni prima di essere detronizzato dopo l’attacco alla nuova Asgard terrena, sita (ma perché proprio lì?) in Oklahoma. Ecco, proprio Assedio ristabilisce un po’ degli equilibri perduti, ma è palese che per la maggior parte è necessario trovarne di nuovi. Naturalmente questo riassunto veloce  tiene conto solo dell’ ambito vendicatorio, perché se si entra in quello mutante le cose si complicano ulteriormente, tra Messiah Complex, Utopia e Secondo avvento. Ricordando naturalmente che gli avvenimenti cruciali di un filone si ripercuotono inevitabilmente sull’altro, in ottica di continuity che è da sempre uno dei principi basilari della Marvel.

 

Avrete notato che , dall’inizio, non abbiamo più menzionato il film che uscirà l’anno prossimo. Ci avete beccati, ci è servito principalmente come spunto di apertura ( o se preferite come scusa) per il vero tema dell’articolo, appunto il crossover fumettistico Civil War. Che non abbiamo voluto analizzare narrandone la storia, che si può trovare facilmente in rete. No, il punto focale dell’articolo riguarda soprattutto l’analisi delle premesse che hanno dato origine al conflitto, e alle successive conseguenze. Ci lanciamo, e malgrado troveremo qualcuno non in disaccordo diremo che Civil War nella storia del fumetto supereroistico ha avuto un’importanza capitale. Perché ha messo per prima volta gli uni contro gli altri in modo imponente eroi che normalmente lottano fianco a fianco contro i malvagi, e ad alcuni di questi ha fatto fare scelte di cui non li avremmo creduti capaci. Perché ha opposto due visioni incompatibili che hanno alla base due sentimenti positivi come il senso di responsabilità e la libertà. Perché ha fatto cambiare sponda al personaggio principale (Spiderman) della casa editrice, dimostrando che la coerenza non è sempre una virtù, ma alle volte può diventare un peso o rendere miopi. Perché ha prima disequibrato e poi riequilibrato un universo che andava avanti da circa più o meno quarant’anni senza cancellarlo o riscriverlo completamente.

 

Non sappiamo dire se la versione cinematografica del 2016 (permetteteci di salvarci così) avrà proporzionalmente lo stesso impatto che avuto quella cartacea. Ne dubitiamo, proprio perché quest’ultima è stata molto importante (almeno per la Casa delle Idee) per le ragioni elencate sopra. Di sicuro si partirà da premesse leggermente differenti e meno caotiche, e questo inevitabilmente toglierà un po’ di forza alla storia. Ma Robert Downey Junior e i fratelli Russo (i registi) hanno già rilasciato qualche dichiarazione in merito, stuzzicando i fan. In fondo, l’importante è il greater good della Marvel.

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