Dungeons & Dragons tra gioco e cinema – Il primo (e forse ultimo) articolo-game di Discorsivo!


Premessa: i successivi tre paragrafi sono una breve introduzione a quella che è l’impostazione dei giochi di ruolo classici. Nello specifico ci riferiamo a Dungeons & Dragons, di cui da poco è uscito il film al cinema.

Ci sono alcuni termini riportati anche in inglese perché da sempre una grossa parte del gergo tecnico viene preso pari pari dalla sua controparte anglofona. Magari questo parallelismo vi aiuterà a comprendere meglio alcune discussioni con i vostri nuovi amici nerd.

O forse no.

Per sbloccare un ulteriore ricordo alla generazione nata tra gli anni Ottanta e Novanta, ecco il primo “articolo-game” di Discorsivo, un po’ come i libri-game di Lupo solitario:

  • Se volete continuare con l’introduzione ai Gdr leggete dal paragrafo “Reclutare i giocatori”, altrimenti proseguite al “Dungeons & Dragons: che il gioco abbia inizio”.

Reclutare i giocatori

Per chi non avesse mai sentito l’acronimo prima, Gdr sta per Gioco di ruolo (Rpg, Role playing game, in inglese).

Ogni volta che vedrete una di queste sigle, saprete che si parla di giochi che vi chiedono di interpretare attivamente un ruolo e di affrontare delle missioni (quest) – mettendoci in gran parte del proprio, magari con risposte a scelta multipla in determinate fasi.

Volete interpretare una possente guerriera che prima sbriciola teste e poi fa le domande? Siete più per un approccio diplomatico? Volete agire furtivamente nell’ombra? Scatenare sciami di meteore? Il bello dei Gdr è che tutti questi approcci sono possibili e ognuno avrà il suo momento per brillare.

Inoltre, a tutto il vostro gruppo (il party di solito è formato da 4-5 giocatori, ma ci sono infinite variazioni sul tema), sarà chiesta una forte collaborazione e spirito di adattamento.

Insomma: buttato il cuore oltre all’ostacolo iniziale si tratterà, letteralmente, di mettersi in gioco.

Il Dungeon Master in Dungeons & Dragons (e in generale)

Oltre ai succitati giocatori, il ruolo centrale spetta parallelamente al Master. Costui è il narratore, la guida, il creatore di intrighi e contemporaneamente nemico e alleato dei giocatori.

Suo è il compito di far progredire la storia e di pari passo l’esperienza dei giocatori. Ma suo è anche il compito di ostacolare loro la strada con creature di ogni tipo e trappole mortali. Tutto a vantaggio di un’avventura realmente interattiva, di un’esperienza sempre differente.

Rappresentazione artistica del Dungeon master

Il Dungeon Master è colui che amministra il mondo di gioco nella sua totalità (Credits: Wizard of the Coast)

Se ai giocatori è richiesto molto poco per buttarsi in questa esperienza (fantasia, qualche foglio di carta e dadi dal numero di facce più disparato), per il Dungeon master è vitale una profonda conoscenza delle regole e dei meccanismi del gioco scelto.

In questo modo può amministrare l’avventura riuscendo ad adattarla ai giocatori e stabilire il giusto grado di sfida e divertimento per rendere il gioco memorabile.

Lo scopo del gioco di ruolo

In un gioco di ruolo NON SI VINCE: si partecipa per l’esperienza del viaggio, per il piacere della scoperta, per veder evolvere le proprie abilità! Ecco perché sono giochi totalmente differenti dalla maggior parte di quelli a cui siamo abituati.

In larghissima parte, i Gdr hanno effettivamente una suddivisione in missioni che sanciscono la riuscita o meno dell’avventura; quindi potremmo ricondurre a quello la “vittoria” o meno nel gioco. Ma per i giocatori più intransigenti la riuscita di una missione è solo uno dei passi dell’avventura.

Ci sono testimonianze ovunque, in rete, di campagne di gioco ancora in corso attraverso anni (o persino decadi)! Di come questi gruppi abbiano iniziato la loro avventura da ragazzini e l’abbiano portata avanti da adulti affiancandole agli impegni di una vita regolare nella quotidianità. Per evadere dalla normalità e poter interpretare personaggi con fisicità, genere e caratteri totalmente differenti da quelli del giocatore.

Un modo per interpretare un ruolo nuovo!

Dungeons & Dragons – Che il gioco abbia inizio

Eccoci qui! O quasi. Come mai quei tre paragrafi iniziali di riassunto di cosa sia un gioco di ruolo?

Beh, erano necessari per inquadrare cosa invece il mefitico predecessore del 2000 avesse sbagliato su tutta la linea.

Il film appena citato è un mistero cinematografico. Dungeons & Dragons – Che il gioco abbia inizio è U-NA-NI-MA-MEN-TE riconosciuto come uno dei film più brutti della storia.

Il Mago Profion e il suo controverso scagnozzo

Dungeons & Dragons: Paura e delirio nel Faerûn, il mago Profion e il suo scagnozzo (Credits: New Line Cinema)

Tralasciando per un attimo il materiale di partenza, è un film terribile anche se non avesse avuto alle spalle un modello di ispirazione simile. Per aiutare voi viadanti di queste pagine ho provato a vederlo io per voi l’altra sera.

Non ci sono riuscito. Non in maniera continuativa, quantomeno.

Sarebbe stato terribile anche se fosse stata una puntata di una di quelle serie tv come Xena o Hercules – capolavori di camp e trash figli di un’epoca (forse fortunatamente) irripetibile della tv. Dungeons & Dragons – Che il gioco abbia inizio, invece, nasce per essere un vero e proprio film!

Personaggi ridicoli, scenografie e costumi di cartapesta, Cgi imbarazzante oltre ogni livello! Tutto condito da dialoghi inascoltabili e un tono in bilico tra serio e parodistico (la presenza di Marlon “Shorty di Scary Movie” Wayans lo conferma) che non porta da nessuna parte. Sarebbe curioso capire che scommessa avesse perso Jeremy Irons per finire a bordo di una cosa simile.

Un disastro.

 

Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri

Questo nuovo esperimento di traslare il Gdr per antonomasia in materiale cinematografico per il pubblico mainstream invece fa centro!

Fa centro perché ha la furbizia di essere metacinematografico, di parlare direttamente allo spettatore smaliziato. Riesce a costruire la trama come una serie di quest da affrontare, riempire ogni inquadratura di rimandi ed easter egg da scoprire. Sa essere leggero, ma portare comunque avanti una sua impalcatura narrativa ben delineata.

una scena action con un drago sovrappeso in L'onore dei ladri

Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri ha una scena action con protagonista un drago… sovrappeso! (Credits: Paramount Pictures)

Gli si possono sicuramente muovere delle critiche: è forse anche troppo episodico, ha una leggera pavidità nel voler realmente strafare come in certi casi ci si auspicherebbe e non tutto quello che ci racconta in queste due ore è sempre memorabile.

MA…

…ma ha comunque buon ritmo, un protagonista magnetico col volto e la sfrontatezza di Chris Pine e finalmente comparto tecnico e budget sono all’altezza – seppur non sempre impeccabili.

Dungeons & Dragons finalmente trattato degnamente

La storia si riassume facilmente: il protagonista, persa la moglie e separato dalla figlia a causa delle sue scorribande, dovrà farsi strada in un mondo di magia e intrighi. Alla guida di uno sgangherato gruppo di avventurieri, cercherà di detronizzare un furfante e impedire al contempo l’ascesa del temibile ordine dei maghi rossi.

Se la trama non brilla troppo per freschezza, bisogna se non altro riconoscere al film una buona inventiva nella creazione delle scene e un casting veramente riuscito.

Nessuno dei nostri eroi è particolarmente sfaccettato, ma le loro peculiarità sono ben caratterizzate e più di una scena ha il pregio di fondere abilmente questi aspetti per dare vita a un heist-movie a tema fantasy ben coreografato.

il gruppo degli eroi in Dungeons&Dragons: l'onore dei ladri

Il gruppo degli eroi in un film di Dungeons & Dragons finalmente valido! (Credits: Paramount Pictures)

Memorabile verso la fine del film il riferimento a quello che per i giocatori della controparte cartacea sarebbe il cosiddetto “fallimento critico”. Quando cioè il famigerato dado da venti facce rotola implacabile fino a fermarsi sul numero 1 – la pietra tombale sulla riuscita di qualsiasi prova di abilità o attacco nei confronti di un nemico.

Una scena che personalmente mi ha portato alle lacrime dal ridere!

Conclusioni

Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri riscatta il nome del marchio rispetto al terribile primo tentativo di vent’anni fa – tra l’altro, colpevole di aver ispirato altri due altrettanto ignobili sequel.

(No! quelli non ci proverò a guardarli)

Mette in piedi una storia abbastanza canonica, ma ha il gusto per renderla intrigante e far passare agilmente un paio d’ore. Accumula citazioni su citazioni dal materiale originale, gigioneggia, si diverte e fa divertire.

Non passerà alla storia, certo, e purtroppo non sembra aver avuto le gambe sufficientemente lunghe (al botteghino) da garantire un prosieguo e un altro tuffo in questo sconfinato mondo fantasy di cui abbiamo solo scalfito la superficie. Gli incassi globali infatti hanno superato di poco il costo del film, che quindi è andato in perdita più o meno per l’intero ammontare del budget per il battage pubblicitario.

Nel caso aveste comunque voglia di rituffarvi in quel mondo, potete trovare un gruppo di amici affiatato e far volare la fantasia dedicandovi al Gdr di Dungeons & Dragons originale. A questo proposito, il nostro buon Luca – sempre riferendosi al tema del fantasy e le sue trasposizioni cinematografiche – ci aveva regalato un bellissimo articolo che potete recuperare.

Che l’avventura abbia inizio!

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