Il cannibalismo è tornato di moda nei film e nelle serie tv?


“Il cannibalismo da solo ci unisce tutti. Socialmente. Economicamente. Filosoficamente”. Esordisce in questo modo il Manifesto Cannibale, scritto dal poeta brasiliano Oswald de Andrade all’interno della sua ricerca sull’arte moderna. Parlare di cannibalismo nella nostra cultura vuol dire segnare un confine fra la ragione e il selvaggio, noi contro loro. Insomma, mangiare un altro essere umano è considerato qualcosa di inaccettabile.

Eppure oggi il panorama culturale contemporaneo sembra essere “invaso” da storie che trattano, direttamente o indirettamente, il tema del cannibalismo

Il cannibalismo nelle serie tv e nei film contemporanei

Non tutti sanno che uno dei film più famosi (o famigerati) sul tema è un titolo italiano. Si tratta di Cannibal holocaust, diretto da Ruggero Deodato, regista lucano scomparso pochi mesi fa.

Uscito nel 1980, Cannibal holocaust racconta la storia di una troupe impegnata in un documentario su alcune tribù brasiliane che praticano il cannibalismo. Il film in Italia è stato fortemente osteggiato dalla critica e ha avuto svariati problemi giudiziari, ma in compenso ha avuto molto più successo all’estero – arrivando a influenzare anche registi come Quentin Tarantino.

Quello del cannibalismo è tema che, nel corso degli anni, è stato trattato tantissime volte da cinema e serie tv. Anche molto di recente, come dicevamo.

Basti pensare all’ultima fatica di Luca Guadagnino, Bones and all; oppure a Fresh, film per la tv con protagonisti Sebastian Stan e Daisy Edgar Jones. E ancora Raw, primo film della regista francese Julia Ducournau. Ma pensiamo anche alla serie Netflix di grandissimo successo Dahmer, oppure a Hannibal e Yellowjackets.

La lista potrebbe andare avanti ancora. Ma non è questo il punto.

Perché il cannibalismo nei film e nelle serie tv attira così tanto?

Non ho potuto fare a meno di chiedermi perché ci sia così tanta fascinazione su un tema come il cannibalismo. Un argomento che, a primo impatto, genera disgusto e repulsione.

Il nostro rapporto con il cannibalismo serve a definire ciò che è civile da ciò che non lo è.

the walking dead

The walking dead, altra serie che in un certo senso può essere considerata piena di scene di cannibalismo (Credits: Amc)

Per noi è normale quindi associarlo a qualcosa di culturalmente sbagliato e inappropriato, ma ciò non vuol dire che sia un fenomeno inesistente. Anzi, tutt’altro.

È proprio questo sentimento di repulsione che ha spinto sempre di più la cultura contemporanea a indagare sull’argomento. Non è un caso che le serie e i film citati finora sono stati spesso recepiti con molto trasporto dalla comunità Lgbtq+. In parte per un sottotesto che le accomuna alle storie di resistenza, che vanno contro la cultura dominante.

Cosa dicono gli studi

Lo scorso novembre, proprio traendo spunto da Bones and all, l’Hollywood reporter ha intervistato il biologo Bill Schutt (autore di vari saggi sull’argomento). Schutt sottolinea come in realtà il cannibalismo sia codificato culturalmente e come in natura sia piuttosto comune in molte specie.

In molte culture differenti dalla nostra è pratica comune mangiare la carne dei propri morti per onorarli, e sarebbe impensabile scegliere per loro una sepoltura come quelle a cui siamo abituati dalle nostre parti.

Scena di un rito cannibale intorno al fuoco in Cannibal Holocaust

Una scena del film Cannibal Holocaust, diretto da Ruggero Deodato nel 1980 (Credits: F.D. Cinematografica)

Anche Brenna Ehrlich, giornalista di Rolling Stone, si è interrogata sull’ondata di cannibalismo che ha travolto l’industria audiovisiva – anche grazie ai podcast true crime, diventati sempre più popolari.

E sull’onda di questo successo spopola anche la figura dello zombie, che diventa un’ottima metafora della nostra società consumistica.

Conclusioni

Ma, quindi, il cannibalismo è tornato di moda?

Parlare delle implicazioni del cannibalismo nelle serie tv e nei film non è semplice: vuol dire parlare di una rottura. Si rompe un equilibrio dettato dalle regole e convenzioni della società occidentale, che troppo spesso tende a sottrarre i propri demoni senza affrontarli.

La figura cannibale quindi è distruttrice. E, dunque, piena di fascino. Il cannibale rivendica la sua esistenza senza guardare in faccia nessuno e senza scendere a compromessi.

Ed è proprio ciò che rende questa figura così ripugnante. Ma anche tremendamente attraente.

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