Ant-Man and the Wasp: Quantumania – La stanchezza dell’Mcu


All’interno dell’Mcu, i film di Ant-Man sono sempre stati una specie di intervallo dalle adunate di supereroi e dagli scontri cosmici. Era così per il primo episodio del 2015 (che veniva subito dopo Avengers – Age of Ultron) e per il secondo del 2018, i cui eventi erano in contemporanea con Infinity war.

A questo terzo giro – in una cronologia sconvolta dalla pandemia, che ha portato le serie tv Marvel a pari dignità con le pellicole da centinaia di milioni di dollari – questo Ant-Man and the Wasp: Quantumania è stato scelto per introdurre la Fase 5 e il nuovo supercattivo: Kang il conquistatore.

Stavolta, quindi, l’eroe più piccolo dell’Universo Marvel deve fare i conti con un grande problema – seppure in un’ambientazione infinitesimale.

La trama di Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Scott Lang ha ritrovato il suo equilibrio, dopo aver salvato l’universo insieme agli Avengers. Fa in tempo a raccontarcelo in prima persona appena prima di riunirsi a cena con la sua famiglia ricomposta.

Seduti a tavola ci sono Hope (compagna di vita e di avventure nei panni di Wasp) il padre e la madre di lei – nonché mentori – Hank Pym e Janet van Dyne. C’è anche la figlioletta di lui, Cassie, che non è più la bambina che ricordavamo:  dopo gli scompensi del Blip, infatti, è ormai una giovane donna. Proprio la curiosità scientifica di Cassie Lang trascina la comitiva in una disavventura dalle proporzioni… beh, molto molto piccole!

Foto di famiglia: da sinistra Ant-Man e figlia e the Wasp

Foto di famiglia: da sinistra Scott e Cassie Lang e Hope Pym van Dyne (Credits: Marvel studios

La giovane ha sviluppato un apparecchio che lancia segnali nel Regno quantico, alla ricerca di forme di vita intelligenti. All’improvviso Janet, che in quel mondo è rimasta imprigionata per trent’anni, è molto turbata, ma finiscono tutti risucchiati proprio nel Regno quantico prima che possa spiegare il perché.

Trascinati a lungo nelle sue profondità (come in una specie di tana del Bianconiglio con luci strobo) i nostri eroi si ritrovano, separati, in un bizzarro mondo subatomico popolato da strane creature e umanoidi con poteri.

Ciò che appare subito lampante è ciò che Janet aveva omesso: il Regno quantico è ostaggio di un despota chiamato Kang il conquistatore, del quale lei aveva involontariamente agevolato l’ascesa!

Quando la coerenza è accessoria

Nello sviluppo delle sceneggiature di questi film, tutti intrecciati tra di loro, spesso alcuni elementi si perdono o vengono modificati. Ad esempio, alla fine di Ant-Man and the Wasp i due coniugi scienziati Hank e Janet erano stati visti partire per il Regno quantico, senza alcun timore, per condurre i loro esperimenti. Ed era proprio il passaggio attraverso di esso aveva reso possibile il viaggio nel tempo e portato alla sconfitta dell’ineluttabile Thanos.

Adesso però Janet sembra terrorizzata dall’idea di tornarvi: nel Regno quantico non c’è il deserto di solitudine subatomica che tutti pensavamo, bensì un sacco di gente che aspetta il suo ritorno per manifestare il proprio rancore!

La trama di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, con la scusa di non volersi prendere sul serio, è spesso confusionaria e contraddittoria. Il che non è proprio rassicurante, visto che deve introdurre ufficialmente nella serie cinematografica il grande antagonista che darà filo da torcere e tutti i supereroi per gli anni a venire.

Kang il conquistatore in vetrina

Fortunatamente il tono narrativo è leggermente meno scanzonato quando approccia il personaggio di Kang – lo scienziato proveniente dal futuro le cui ambiziose varianti hanno incasinato il Multiverso e le linee temporali.

Qui il super cattivo dai poteri illimitati (interpretato dal bravo Jonathan Majors) è come se fosse in vetrina: viene finalmente mostrato e raccontato a tutti gli spettatori paganti, ma è fastidiosamente frenato perché si trova in un contesto fuori dal mondo e non può realmente esprimere le sue spaventose capacità.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania - il poster con tutti i protagonisti

Il poster di Ant-Man and the Wasp: Quantumania con l’affollato cast principale e il villain Kang il conquistatore (Credits: Marvel studios)

Rimane quindi una specie di “minaccia fantasma”: i personaggi lo temono, parlano di “Lui” per tutto il film, certo, ma se escludiamo l’immancabile battaglia finale ricca di effetti speciali il suo ruolo è confinato in una sala del trono a sentenziare su spazio e tempo.

Ant-Man, tra scelte facili e tecnica debole

Il regista Peyton Reed, nei primi due capitoli delle avventure di Ant-Man, aveva saputo mostrare il proprio stile ricco di azione, umorismo e calore familiare. Questa volta però deve adattarsi alle esigenze di produzione e restare un po’ in disparte.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania è un gigantesco compromesso tra effetti visivi onnipresenti – ma non sempre all’altezza – e la necessità di offrire al pubblico un “aperitivo” del ricco banchetto che sarà la Fase 5 del Marvel cinematic universe.

Ant-Man a confronto verbale con Kang

Scott Lang (Paul Rudd) faccia a faccia con Kang il conquistatore (Jonathan Majors) Credits: Walt Disney studios

Con una sorta di imitazione incrociata di Star Wars e Avatar, ambientata nel mondo subatomico, questo film non fa realmente avanzare le dinamiche narrative dei propri protagonisti, ma sembra voler essere un costoso filler per ciò che vedremo più avanti. Un trailer di 115 minuti.

E, visto che per I guardiani della galassia e per Thor ha funzionato così bene ripetutamente, anche in Ant-Man and the Wasp: Quantumania la comicità prende il sopravvento in più di un atto.

Abbiamo una spassosa comparsata di Bill Murray che, seduto a un tavolo insieme a Michelle Pfeiffer e Michael Douglas, compone un quadro esauriente delle cinematografia statunitense anni 80; ma c’è spazio anche per un villain di seconda classe come M.O.D.O.K. che risulta fastidioso oltre ogni intenzione.

Mcu Fase 5 – Tutto è connesso, ma la formula è stanca

Per poter capire a fondo ciò che avviene sullo schermo (scene post-credit incluse) lo spettatore Marvel provetto ha la necessità di aver guardato non solo i film precedente, ma anche le serie tv di Disney plus.

Il personaggio di Kang, infatti, non compare per la prima volta in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Avevamo già visto una sua variante, conosciuta come “Colui che rimane”, nell’ultimo episodio della serie su Loki.

Michelle Pfeiffer e Michael Douglas, Wasp e Ant-Man originali, meriterebbero uno spin-off tutto loro

Michelle Pfeiffer e Michael Douglas sanno sempre come rubare la scena! (Credits: Walt Disney studios)

La tematica delle diverse linee temporali – che affianca e completa quella del Multiverso – è stata al centro della trama della prima stagione di Loki. E, a sua volta, ha trainato l’uscita di Doctor Strange and the Multiverse of madness. Scott Lang e famiglia, loro malgrado, si trovano in mezzo a questa narrazione più ampia e si difendono come sanno, unendo le proprie forze senza avere la pretesa di risolvere completamente i problemi.

Il fatto però è che questa formula inizia a essere logora. Questi film prodotti in serie, ormai molto omologati – visto che abbiamo superato la trentina – iniziano ad assomigliarsi tutti. E, nonostante l’affetto che ci lega ai tanti personaggi e alle loro vicende, inizia ad affacciarsi anche un certo effetto stanchezza.

Quello che ormai sembra mancare sono le vere sorprese e la giusta dose di creatività che permetta loro di distinguersi ancora l’uno dall’altro.

Speriamo tanto di essere smentiti già dal prossimo giro di giostra, che sarà I guardiani della galassia: Vol. 3!

+ Non ci sono commenti

Aggiungi