Il grande giorno – Il ritorno al cinema di Aldo, Giovanni e Giacomo


Il grande giorno, undicesima fatica di Aldo, Giovanni e Giacomo, è uscito nelle sale lo scorso 23 dicembre, una decina di giorni dopo il nuovo Avatar. Il film segue Odio l’estate, pellicola che aveva segnato un trionfo di critica e pubblico per il trio, diventando il terzo migliore incasso del 2020 nel nostro Paese.

Vediamo se, insieme al regista Massimo Venier, hanno di nuovo fatto centro.

Il grande giorno – La fine può essere un nuovo inizio

Il grande giorno ruota attorno al matrimonio tra la figlia di Giovanni e il figlio di Giacomo. I due uomini sono soci in affari, ma nonostante le apparenze non si sopportano.

Quando il nuovo compagno della ex moglie di Giovanni (Aldo) si presenterà al matrimonio, darà il via ad una serie di situazioni che porteranno i protagonisti ad affrontare i non detti e a riflettere su cosa realmente vogliano per la propria vita – tema ricorrente nelle pellicole del trio.

Una scena con Aldo, Giovanni e Giacomo

Una scena con Aldo, Giovanni e Giacomo (Credits: Medusa Film)

Il grande giorno è una sorta di unicum nella commedia italiana contemporanea, fatta di equivoci che – una volta risolti – portano all’equilibrio iniziale e al “vissero tutti felici e contenti”. Il grande giorno invece non si nasconde dietro l’ipocrisia e cerca di mettere a nudo la società contemporanea e le relazioni che la caratterizzano.

Il messaggio della pellicola è chiaro (forse anche troppo didascalico, soprattutto nelle battute finali) ma comunque molto coraggioso: anche quando le cose finiscono, si può ricominciare a vivere. La fine di qualcosa segna l’inizio di qualcos’altro.

Se volessimo vederla in maniera metacinematografica, potremmo dire che la fine del ciclo più comico di Aldo, Giovanni e Giacomo è l’inizio di quello più riflessivo e tematico, che probabilmente caratterizzerà le loro prossime opere.

Più spazio ai comprimari

Come in Odio l’estate, il film è ricco di comprimari. Ma, a differenza del film precedente, in Il grande giorno le loro linee narrative sono in primo piano, quasi allo stesso livello di quelle di Aldo, Giovanni e Giacomo.

Aldo Giovanni e Giacomo, protagonisti di Il grande giorno

Aldo, Giovanni e Giacomo, protagonisti di Il grande giorno (Credits: Medusa Film)

Si tratta infatti del film più corale del trio, in cui ogni personaggio dona maggiore profondità alla trama e influisce direttamente sugli eventi narrati. Le uniche pecche nella gestione dei personaggi (a parer mio) stanno nelle poche interazioni tra Aldo – usato più come Deus ex machina che come personaggio a tutto tondo – e gli altri personaggi, inclusi Giovanni e Giacomo.

Per chi ama vedere le dinamiche attoriali fra i tre, il film risulterà probabilmente un po’ straniante. Ma c’è da dire che a livello attoriale (anche dal punto di vista drammatico) le interpretazioni del trio sono tra le più riuscite di sempre.

Il grande giorno inaugura una nuova fase

Se con il film precedente, Odio l’estate, si cercava di far qualcosa di più maturo e a tratti drammatico (ma strizzando l’occhio al passato) Il grande giorno decide di spingere l’acceleratore verso una nuova fase.

Senza ombra di dubbio, possiamo dire che la nuova pellicola del trio è la più seriosa mai realizzata: ci si diverte, per carità, ma molto meno rispetto al passato.

Giovanni Storti e Margherita Mannino in una scena di Il grande giorno

Giovanni Storti e Margherita Mannino in una scena di Il grande giorno (Credits: Medusa Film)

È una scelta precisa. Arrivati alla sessantina, Aldo, Giovanni e Giacomo hanno probabilmente capito di non essere più adatti alle gag fini a se stesse. Non si può più, insomma, portare in scena la spensieratezza di tre uomini in crisi di mezza età: ora è il momento della maturità.

Probabilmente questa sarà una brutta notizia per chi si aspetta risate a crepapelle. Ma è questo il nuovo percorso artistico di Aldo, Giovanni e Giacomo: ridere di meno, riflettere di più. E bisogna farsene una ragione.

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