Aftersun, Sanctuary e gli altri film indipendenti presentati alla Festa del Cinema di Roma


Continua la rassegna sui film presentati alla diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Dopo aver scritto a proposito dei film più attesi, stavolta prendiamo in esame i film indipendenti.

Quei film con un budget minore che sono capaci però di raccontare storie commoventi che vanno dal racconto intimo del rapporto padre/figlia fino al western.

Sanctuary – Un’ossessione senza fine

Sanctuary è un film solido, portato avanti da due grandi attori Margaret Qualley (vista recentemente nella serie tv Maid) e Christopher Abbott (Girls, First Man, On the Count of Three).

Margaret Qualley e Christopher Abbott in una scena di Sanctuary, uno dei film indipendenti presentati alla Festa del Cinema di Roma

Margaret Qualley (a sinistra) e Christopher Abbott (a destra) in una scena di Sanctuary, uno dei film indipendenti presentati alla Festa del Cinema di Roma (Credits: Rumble Film)

Il giovane regista Zachary Wigon porta avanti il filone di film con un’impostazione teatrale. Sanctuary infatti è ambientato tutto in una stanza (come The Father, ma anche all’ultimo film di Aronofsky The Whale) e punta tutto sul talento degli attori.

Margaret Qualley è straordinaria e si conferma una delle attrici femminili più promettenti di Hollywood (nonostante abbia in carriera Death Note). Il film più entusiasmante della Festa del Cinema di Roma fra sesso, psicologia e giochi di potere.

Promosso a pieni voti.

The lost king – La vera storia della donna che ha scoperto la tomba di Riccardo III

Il regista inglese Stephen Frears racconta la vera storia di Philippa Langley, interpretata da una meravigliosa Sally Hawkins – ve la ricordate in La forma dell’acqua?.

The lost king è un film non particolarmente brillante, ma che si aggancia a temi di grande attualità, come la riabilitazione di personalità considerate scomode e la morsa del patriarcato che costringe le donne ai margini. Philippa Langley è infatti la donna che, da semplice appassionata, è riuscita dopo mille imprevisti a ritrovare i resti di Riccardo III, rimasti sottoterra fino al 2012.

The Lost King ha un’atmosfera familiare, senza tante pretese, ma che fa riflettere e segna il punto, dimostrando ancora una volta il talento di Frears come regista.

Causeaway – Il ritorno nella società dopo gli orrori della guerra

Jennifer Lawrence e Brian Tyree Henry sono i protagonisti di Causeaway, film indie drammatico che racconta la storia di una soldatessa che torna a casa dopo un grave incidente subito in Afghanistan.

Un film complesso, a tratti ostico, che non riesce a mio avviso a connettersi appieno con il pubblico. Jennifer Lawrence è ipnotica, mentre Brian Tyree Henry si conferma (dopo il successo di Atlanta e Bullet Train) come un grande attore, versatile e convincente.

Causeaway è un film destinato a rimanere fra gli addetti ai lavori e purtroppo verrà dimenticato facilmente. Un peccato però, perché si intravede un grande potenziale – su tutti i livelli – che penso non sia stato sfruttato del tutto.

Aftersun – Il dolce racconto del rapporto fra padre e figlia

Molte testate hanno definito Aftersun come uno dei debutti più sorprendenti dell’anno. E non posso che concordare.

La regista scozzese Charlotte Wells ci regala un ritratto emozionate del rapporto padre/figlia. Siamo negli anni Novanta e seguiamo le vicende di Sophie (interpretata da Frankie Corio, una giovane attrice al suo primo film) e del suo giovane padre Calum (Paul Mescal).

Il film è un coming of age crudo, dolce, pieno di silenzi. Si dice tutto e niente. Non è solo la giovane figlia a crescere, ma anche suo padre che combatte con il suo non essere appieno un adulto. Paul Mescal ci regala ancora una volta un’interpretazione in stato di grazia, nel film più emozionate di tutta la Festa del Cinema di Roma.

110 e lode. 

Raymond & Ray – Il complesso legame fra due fratelli

Ethan Hawke e Ewan McGregor. C’è bisogno di aggiungere altro?

Raymond & Ray è una produzione originale Apple Tv. Si tratta di un film (prodotto dal registra Alfonso Cuarón) che racconta il turbolento rapporto fra due fratelli che si ritrovano a confrontarsi al funerale del loro defunto padre, figura scomoda per entrambi.

Ho trovato brillante lo humor che sdrammatizza la morte, bilanciato da momenti più profondi di riflessione sui rapporti familiari. Il feeling tra i due attori è il punto di forza, ma è da sottolineare anche la presenza di due bravissime attrici: Maribel Verdú (protagonista di Y Tu Mama Tambien di Cuarón) e Sophie Okonedo.

Il rapporto fra i due fratelli è uno spaccato di vita vera, perché mette in mostra la complessità di questi rapporti, la loro fragilità e quanto siano però allo stesso tempo necessari.

Un film gradevole, che scorre facilmente e che dimostra una grande sensibilità da parte del regista messicano Roberto García.

Butcher’s crossing – Un western intimista

All’interno del programma della Festa del cinema di Roma arriva il primo western, ovvero Butcher’s crossing. Diretto dal documentarista Gabe Polsky, al suo debutto in un film di finzione, Butcher’s crossing è tratto dal romanzo omonimo pubblicato dal romanziere americano John Edward Williams nel 1960.

Will Andrews (Fred Hechinger, visto recentemente nella pluripremiata serie The White Lotus) è un giovane studente di Harvard che decide di lasciare l’università per andare a esplorare le terre del selvaggio West.

Una scena del film western Butcher's Grossing, tra i film indipendenti presentati alla Festa del Cinema di Roma

Una scena del film western Butcher’s Grossing, uno dei film indipendenti presentati alla Festa del Cinema di Roma (Credits: Saban Films)

Qui incontra Miller, interpretato da un tenebroso Nicholas Cage. I due decidono di avventurarsi in una battuta di caccia che si rivelerà più complicata del previsto. Sulla carta il film ha tutte le potenzialità, ma non riesce ad eccellere. Il messaggio e i temi affrontati risultano interessanti, ma Butcher’s Crossing fatica a entrare in contatto con il pubblico.

Un plauso alla fotografia che ci regala dei panorami mozzafiato di un’America ancora incontaminata. Nel complesso un buon western che non propone però niente di innovativo e non riesce a lasciare il segno.

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