Il mostro dei mari – Quando non serve una grande storia per fare un bel film


Ci sono tante cose che Il mostro dei mari non è. Il film a tema marinaresco prodotto da Sony e Netflix non è, innanzitutto, un trionfo di originalità; non è nemmeno caratterizzato da un ritmo indiavolato, e neppure il miglior prodotto animato dell’anno.

Ma c’è una cosa che Il mostro dei mari non è più di tutto il resto: non è qualcosa che ti togli dalla testa dopo pochi giorni.

Ecco perché lo straconsigliamo.

Il mostro dei mari e le fonti di ispirazione

Dire cosa ha ispirato Il mostro dei mari, per qualcuno, potrebbe essere uno spoiler. C’è da dire che quasi niente di quello che succede nel film può essere considerato veramente sorprendente: tutto va più o meno come ci si aspetta che vada, che non è necessariamente un difetto.

Ciononostante, se non volete neanche il minimo indizio di quali siano le opere che hanno ispirato Chris Williams nell’ideare e dirigere Il mostro dei mari (e anche a scriverlo, insieme a Nell Benjamin) chiudete l’articolo adesso.

E andate a vedere il film: non ve ne pentirete.

Il capitano Crow, doppiato da Jared Harris in originale e Diego Abatantuono in italiano

Il capitano Crow, doppiato da Jared Harris in originale e Diego Abatantuono in italiano (Credits: Netflix)

Per chi è rimasto, la questione delle fonti di ispirazione è semplice: Il mostro dei mari è il punto in cui Moby Dick e Dragon trainer si fondono. Per lunghi tratti sembra di vedere una versione animata del classico di Herman Melville, ricca di arpioni che volano dal ponte di grandi imbarcazioni per conficcarsi nelle carni di esseri giganteschi e spaventosi, di marinai consumati dal sole e dalle battaglie e dello sciabordio costante delle onde sullo scafo delle navi.

Solo che, a nascondersi tra i flutti, non ci sono balene. Ciò che emerge dalle acque ha l’aspetto di un drago, di un kraken o di giganteschi crostacei. E sa essere persino più letale della temutissima Balena bianca della letteratura.

Il mostro dei mari è un mostro di cura per i particolari

Insomma, se non è niente di particolarmente originale, perché sprecare del tempo per vedere l’ultima fatica del regista di Big Hero 6 e Oceania? La risposta, per nulla scontata, è: per la cura dei dettagli.

Ogni cosa in Il mostro dei mari sottolinea l’amore che chi ha scritto, diretto e animato il film ci ha riversato dentro. Si nota dalle texture dei vestiti (di cui percepiamo il peso, la leggerezza o la ruvidezza), o dalle mani di Jacob, che notiamo dai primissimi piani quanto siano rovinate dal sole e dalla salsedine. La stessa salsedine che impregna i suoi pantaloni all’altezza delle ginocchia, e che ci comunica quanto poco si tenga lontano dall’azione e dalle onde dell’oceano.

Una scena da il mostro dei mari

Nessuno mi convincerà mai che l’abbigliamento di Jacob non sia una citazione da Eric di La sirenetta della Disney (Credits: Netflix)

Sono davvero tantissimi i dettagli che sottolineano quanta cura ci sia in Il mostro dei mari. Ed è un peccato che l’edizione italiana abbia alcuni momenti che spezzano brutalmente questa magnifica atmosfera.

Da vedere in originale (scusa, Diego!)

Se Claudio Santamaria non sfigura come doppiatore di Jacob (lo abbiamo visto “crescere” e migliorare su questo versante dal primo Batman di Nolan in poi), il problema nasce con il personaggio del capitano Crow, anche lui doppiato da un talent – ovvero da un doppiatore non professionista.

A volte dalla scelta dei talent sono arrivate delle vere perle (Luca e Paolo in Le follie dell’imperatore, Giancarlo Magalli in Hercules, Enrico Papi in Mulan…), ma con Il mostro dei mari il miracolo non si ripete. Neppure con un grande attore come Diego Abantatuono.

Il suo Crow, che in originale ha la voce ruvida di Jared Harris, porta lo spettatore completamente fuori dall’atmosfera del film. La dizione milanese di Abatantuono è molto presente e cozza moltissimo con il resto del cast. Peccato.

Se non vi dispiacciono i sottotitoli (o, meglio ancora, se non ne avete bisogno) guardatelo in originale: lo apprezzerete di più.

Considerazioni finali (con microspoiler) su Il mostro dei mari

Riassumendo: Il mostro dei mari non è un film che sorprende per la sua originalità. La storia va come deve andare, i protagonisti hanno l’evoluzione che ci si aspetta e i colpi di scena si intuiscono già dal design di creature e personaggi.

Eppure, se vi piace il cinema ben fatto non dovete assolutamente perdervelo. Si respira un grande senso di avventura, il profumo del mare è sempre presente e il messaggio finale – anche questo non troppo originale, ma sicuramente perfetto per i bambini e non solo – è istruttivo e necessario: si può essere degli eroi e avere comunque torto.

E chissà che almeno i più piccoli, guardando questo film, non inizino a osservare le guerre in modo diverso da come le vediamo noi. Specie quelle che durano da decenni, in cui è sempre più difficile ricordarsi chi ha cominciato e perché.

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