Da Loki a Dottor Strange, come accidenti funziona il Multiverso del Marvel cinematic universe?


“Il multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco”, dice il dottor Strange. “Che cosa sta succedendo? Non si capisce più niente”, gli fa eco il grande Domenico Bini.

Per quello che ci hanno mostrato fin qui i Marvel studios, esiste sicuramente un universo in cui lo stregone interpretato da Benedict Cumberbatch e il cantautore pugliese interagiscono di frequente. E magari il secondo, chissà, è diventato infine il successore dell’Antico come Stregone supremo.

Che questa possibilità esista, al momento, è la cosa che sappiamo con maggiore certezza sull’argomento.

Già, perché anche Dottor Strange nel Multiverso della follia ci presenta il concetto di universi alternativi. E anche lui lo fa senza tenere in considerazione quello che ci è stato raccontato in precedenza.

Ma com’è Dottor Strange nel Multiverso della follia?

Partiamo però con il dire che Dottor Strange nel Multiverso della follia è un ottimo film, contestualizzato nel filone di appartenenza. Ha una trama semplice e un bel po’ di fanservice, ma è tutto ben bilanciato e al servizio della narrazione. Insomma, non è Spider-man – No way home.

Nell’ottica del Marvel cinematic universe, ha molto più in comune con I guardiani della galassia: un minimo di distacco dalle pellicole precedenti, spesso troppo simili tra loro, un punto di vista autoriale (con la regia di Sam Raimi a farcire la storia di elementi che gli appassionati di La casa non faticheranno a cogliere) e una creatività davvero notevole nei combattimenti. Ma soprattutto nelle loro conclusioni.

La locandina di Dottor Strange nel multiverso della follia, con Strange, Wanda e gli altri

La locandina di Dottor Strange nel multiverso della follia (Credits: Marvel studios)

Certo, come al solito i poteri degli stregoni sono spesso contraddittori. Non si capisce perché in What if…? possano venire aperti portali per mozzare teste e arti ai nemici e qui no; oppure perché una tecnica usata per tagliare in due un autobus non possa applicarsi direttamente sui punti vitali del mostro di turno, ma solo sui suoi tentacoli.

Quando si parla di Mcu, una certa dose di pigrizia e approssimazione al servizio del puro spettacolo è la regola. Non una regola che debba essere applicata per forza, visto che la concorrenza di recente ha dimostrato di poter fare film davvero molto belli mantenendo una certa solidità, ma che per ora sembra tenere botta.

Vedremo come andrà nei prossimi giorni, ma all’8 maggio il film ha incassato 450 milioni di dollari. Nello stesso periodo, No way home ne aveva raccolti poco meno di 140 – arrivando alla fine a quasi 1 miliardo e 900 milioni.

Il problema del Multiverso nel Marvel cinematic universe

Vorrei dire che con questo articolo risolveremo una volta per tutte il problema di come accidenti funziona il Multiverso nell’Mcu. Però ora come ora non è possibile. Facciamo il punto su quello che sappiamo.

  • In Loki, serie che prometteva di avere un grosso impatto su tutto l’ecosistema creato dai Marvel Studios, ci veniva fatto tutto un pippone sulla Sacra linea temporale, e su come le variazioni da quanto previsto da essa fossero assolutamente proibite. Anche se poi nella stessa serie scoprivamo l’esistenza di Loki di ogni tipo, compreso uno stupendo alligatore, che secondo questa logica avrebbero dovuto venire eliminati già alla nascita.
La varianti di Loki che abbiamo visto già dalla post credits del quarto episodio

La varianti di Loki che abbiamo visto già dalla post credits del quarto episodio della serie, alligatore compreso (Credits: Disney)

  • In What if…? ci viene presentato l’Osservatore, un’entità diversa da Colui che rimane (visto in Loki) in grado addirittura di mettere insieme una sorta di Avengers del Multiverso. Qui, gli universi alternativi esistono senza problemi e senza Tva che intervenga per fermarli.
  • In Spider-man – No way home ci veniva detto che le persone che conoscevano l’identità dell’Arrampicamuri nei vari universi erano state risucchiate nell’Mcu dall’incantesimo di Strange. Una cosa contraddetta dal film stesso, che ci mostra personaggi che non hanno idea di quale sia il nome o il volto di Spider-man nel loro universo, o che addirittura non l’hanno proprio mai affrontato – vero, Venom?
  • In Morbius, che non è Mcu ma tratta lo stesso evento dell’apertura del Multiverso, addirittura vediamo l’Avvoltoio di Micheal Keaton finire senza batter ciglio nella realtà di Morbius, Venom e compagnia simbiontica. Cosa? Perché?
  • E infine in Dottor Strange nel Multiverso della follia ci raccontano una serie di universi fatti e finiti con ben due libri magici utili a sbrogliarne le matasse.

Quindi, cosa dire del Multiverso Mcu fin qui?

Dalla prima volta che ci è stato proposto il concetto di Multiverso è passato quasi un anno – e un bel po’ di prodotti tra film e serie. E non sembra esserci un minimo di coerenza tra le varie rappresentazioni viste fin qui. A volte, neanche all’interno dello stesso prodotto.

Al momento, insomma, il Multiverso è una grandissima occasione per far divertire il pubblico, regalare fanservice più o meno contestualizzato e introdurre nuovi personaggi, o almeno darci un assaggio delle loro varianti di altri universi prima di vederli alle prese con il “nostro”.

Un anno però è veramente tanto tempo per lasciare inspiegato un concetto così vitale. Da quando vediamo la prima Gemma dell’infinito a quando ci viene spiegata la loro storia passano alcuni anni, è vero, ma le informazioni che ci venivano date sulle singole pietre erano sufficienti e coerenti anche senza il quadro generale.

Qui, molto poco. Non sarebbe il caso di fare chiarezza?

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