
Paul Thomas Anderson – Un’ode al regista di Licorice Pizza, snobbato dall’Academy
Tutti conosciamo la travagliata storia di Leonardo Di Caprio, che prima di vincere il suo primo Oscar per il film Revenant è stato candidato per ben quattro volte. Bene: mettiamo da parte l’eterno playboy di Hollywood e concentriamoci su uno dei registi più influenti degli ultimi anni. Stiamo parlando di Paul Thomas Anderson.
Anche lui è stato segnato dalla stessa sorte di Di Caprio, ma a differenza del primo ancora non è riuscito a portarsi a casa la statuetta. Non ce l’ha fatta nemmeno nell’ultima cerimonia degli Oscar dove era candidato per (a mio avviso) il film più interessante della decina in lizza per il miglior film: Licorice Pizza.
L’ennesima (mancata) vittoria dell’Oscar per Paul Thomas Anderson
Oltre a essere un grande regista, Paul Thomas Anderson si è sempre cimentato nella scrittura dei suoi stessi film, ricevendo ben cinque nomination agli Oscar, come dicevo. Vorrei elencare di seguito i film per cui è stato nominato per la sceneggiatura: Boogie Nights, Magnolia, Il petroliere, Vizio di forma e appunto Licorice Pizza.

Adam Sandler interpreta Barry, protagonista di Ubriaco d’amore (Credits: Columbia Pictures)
C’è bisogno di aggiungere altro? Solo la lettura di questi quattro titoli dovrebbe far letteralmente vergognare ogni membro dell’Academy per non aver premiato il regista californiano.
Ma d’altronde si sa che i premi Oscar sono anche premi politici e seguono spesso il flusso del dibattito pubblico americano. In questo c’è da dire che Paul Thomas Anderson è stato molto sfortunato, non omologandosi mai al gusto mainstream, ma riuscendo comunque a far parlare il grande pubblico dei suoi film. Film pieni di sesso, droga e rock ‘n’ roll e di personaggi spesso colti nel loro momento più complesso, sempre alla ricerca di una via d’uscita. Le loro famiglie di provenienza sono spesso problematiche e li spingono a eventi estremi e infine a una catarsi.
I temi di Paul Thomas Anderson
Gli ambienti definiscono i personaggi e per questo li vediamo spesso negli relegati in quello domestico, che a sua volta rispecchia la loro personalità. Le emozioni dei personaggi non vengono mai interrotte, la macchina da presa di Paul Thomas Anderson rimane lì in contemplazione, catturando l’intimità dei suoi protagonisti anche attraverso l’uso massiccio di long takes e con un montaggio semplice ma moderato.

La cantante Alana Haim e Cooper Hoffman, protagonisti di Licorice Pizza (Credits: BRON Studios)
Il dominio e la disgrazia. Questi sono altri due temi che caratterizzano la poetica del regista. Nel film Il petroliere (There Will Be Blood, 2007) vediamo la lotta continua fra Dani e Eli, metafora dell’espansione del capitalismo che si scontra con i valori della religione, a sua volta simbolo di un ritorno ai valori di una comunità che sembra essersi smarrita.
Anche nelle scene più elementari dei suoi film c’è qualcosa che ci sfugge, qualcosa che non riusciamo a catturare. Anderson deve far immergere totalmente lo spettatore nel punto di vista del personaggio, creando un contrasto narrativo. In Ubriaco d’amore (Punch Drunk Love, 2002) il protagonista, Barry, attraverso il suo comportamento ambiguo genera degli slanci emotivi che creano empatia. La costruzione della scena in cui i due protagonisti si incontrano nell’hotel alle Hawaii né è la dimostrazione più vivida.
Lo stile
La resa grafica dei film di Paul Thomas Anderson rafforza sempre la sua storia. Le storie sembrano uscite a caso da una sorta di cappello magico, ma alla fine tutto questo caos produce ordine. L’esperienza emotiva dei personaggi è centrale e Anderson prende spunto da tutto ciò che lo circonda. Il suo ultimo lavoro, Licorice Pizza appunto, mette in scena tutte quei ricordi, suggestioni della gioventù di Anderson trascorsa nella San Fernando Valley, nella contea di Los Angeles.
Ma mentre Tarantino con il suo Once Upon a Time in Hollywood fa un esercizio di stile pieno di riferimenti senza i quali per lo spettatore è impossibile comprendere appieno il film, Anderson fa qualcosa di diverso. Mette sì i suoi riferimenti (Licorice Pizza è il nome di una catena di alcuni negozi di dischi che il regista frequentava) ma usa lo sguardo universale di due giovani attori disillusi dalla vita, che si continuano a rincorrere senza ritrovarsi mai.

Daniel Day Lewis (a sinistra) e Paul Dano (a destra) interpretano rispettivamente Daniel e Eli, protagonisti de Il petroliere
Nonostante a una lettura superficiale la storia si concentri su questa atipica love story, a un livello più profondo quella di Paul Thomas Anderson è anche una denuncia politica. Più che mai attuale, oltretutto: quella su sulla precaria condizione che i ragazzi giovani si trovano a vivere oggi.
Quindi, Mr. Paul Thomas Anderson: se l’Academy ti snobba e tutti parlano dell’indecoroso schiaffo di Will Smith a Chris Rock, qui su Discorsivo c’è qualcuno che apprezza il tuo innato talento e che non vede l’ora d vedere il tuo prossimo film.
Paul Thomas Anderson you will always be famous!
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