
Red – Il panda rosso della pubertà nel nuovo film Pixar appena uscito su Disney+
Qualche giorno fa una mia collega mi detto: “Ho visto un cartone animato che ti assomigliava moltissimo”. Non sapendo bene nemmeno lei spiegarmi di quale film si trattasse ho lasciato perdere.
Questo finché non mi è arrivato un sms da un altro collega con una foto e una battuta: “Hanno fatto un cartone con le tue sembianze? Devi chiedere i diritti!”.

La mia foto secondo il mio collega Mei Lee, la protagonista del nuovo film Red (Credits: Pixar)
I miei colleghi non c’erano andati poi così distanti; perché in effetti a me sembrava esattamente la copia di mia figlia (e non solo dal punto di vista estetico come vi racconto in questo recente articolo).
Ad ogni modo ormai ero inevitabile: dovevo assolutamente vedere Red, la nuova fatica targata Pixar, uscita su Disney plus venerdì scorso.
La trama di Red – Una storia lineare per parlare di pubertà
Domee Shi, già vincitrice del Premio Oscar 2018 per il miglior cortometraggio con Bao, ci porta questa volta ci accompagna a Toronto nel 2002.
Qui Meilin Lee, ragazzina tredicenne di origine cinese, si sente combattuta tra com’è con le sue amiche – sicura di sé anche quando è maldestra, ambiziosa e fan sfegatata della boyband 4*Town – e quella che è con la sua famiglia – seria, giudiziosa e concentrata esclusivamente sul proprio io e sulla famiglia.

I 4*town, la boyband amata da Mei Lee nel film Red (Credits: Pixar)
Attenta a comportarsi sempre nel modo giusto per essere una figlia modello, cerca costantemente di non deludere la madre Ming, autoritaria e iperprotettiva all’eccesso nei confronti della ragazza. Un rapporto destinato a cambiare quando subentra il periodo più complesso e caotico per la crescita di un giovane essere umano: l’adolescenza.
Ed ecco che – proprio dopo una serata in cui si è sentita totalmente umiliata a causa dell’atteggiamento della mamma e dalle proprie pulsioni – Mei Lee fa una scoperta terribile: un enorme mostro rosso vive dentro di lei e la sta cambiando.

La mamma di Mei Lee trova il quaderno dove la figlia ha disegnato i suoi sogni a occhi aperti (Credits: Pixar)
La frase è apertamente soggetta a fraintendimenti – e creerà un gioco di parole anche all’interno del film – perché anche se nella trama Mei Lee si trasforma in un enorme panda rosso, nella realtà non parliamo d’altro che di ciclo e di pubertà.
Già, perché il rosso non è solo il colore delle mestruazioni, ma è anche il colore dell’imbarazzo e della rabbia, due delle emozioni che più di tutte governano la vita di ogni adolescente.
L’unione fa davvero la forza
Nel momento più brutto della sua vita, mentre pensa di doversi nascondere, Mei Lee scopre un’altra cosa importantissima: le persone che ci amano ci accettano per chi siamo davvero. A partire dalle sue amiche, che accettano subito il panda che è in lei e la aiutano a ridimensionare le sue emozioni e a trovare la calma per poter affrontare qualunque cosa.
E grazie a loro capisce di non doversi nascondere ma di poter camminare a testa alta e di poter mostrare ogni lato di sé.

Grazie al supporto delle sue amiche Mei Lee inizia il primo passo per accettare se stessa in tutte le sue parti (Credits: Pixar)
Cosa che è più difficile da capire per sua madre, che – non per cattiveria ma per affetto – non riesce ad accettare che Mei Lee stia crescendo.
Un tema caro a Domee Shi, come già avevamo visto in Bao, e che torna in Red a mostrare come i genitori debbano imparare che lasciare andare un figlio non vuol dire per forza perderlo per sempre.
Domee Shi sfrutta in Red un’animazione esagerata, a rappresentare l’esagerazione dell’adolescenza
In Red Domee Shi – come era già successo in Luca con Enrico Casarosa – lascia che il suo amore per manga e anime influenzi i tratti del disegno, le luci, le espressioni del volto dei suoi personaggi.

(Credits: Pixar)
Volti dalle espressioni esagerate, che non stonano nell’insieme proprio perché richiamano l’esagerazione tipica dell’adolescenza.
Ogni emozione, ogni frustrazione, ogni ostacolo – in questa fase della vita – sono amplificati e la dolcezza dei tratti di Domee Shi richiamano un po’ la nostalgia che abbiamo ripensando a quei momenti.
Red e Luca sono due prodotti molto simili su molti livelli
Guardando Red ho pensato più volte a Luca, non solo per lo stile dei disegni.
Entrambi prodotti sull’accettazione di sé e della propria individualità, sono due film dalla trama semplice e lineare che ci fanno ridere, sorridere e commuovere per tutta la loro durata.

(Credits: Pixar)
Sono due film dedicati a un target molto specifico. E che, forse, non riescono a colpire chi non ne fa parte. Che ti coinvolgono, ma che non ti colpiscono dentro come un macigno.
Non che siano brutti (anzi) ma mostrano apertamente il problema più grande che ha la Pixar: laddove siamo stati abituati a prodotti di livello eccezionale – pensiamo ai recenti Soul, e Coco o allo stesso Bao – a un buon film diamo poco più che la sufficienza.
Cercando perciò di accettare anche noi i loro film così come sono – senza paragonarli per forza alle nostre aspettative – Red resta un film veramente ben fatto e coinvolgente.
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