
Reservation dogs – Una serie tv fatta di “Love ya, bitch!” e patatine piccanti
Reservation dogs è una serie tv disponibile su Disney+. Una comedy come Dickinson: fresca, giovane, anticonvenzionale. Otto episodi da mezz’ora l’uno, godibilissimi.
Soprattutto, Reservation dogs sono quattro ore di visione assaporabili, di cui non vi pentirete.
Ma cos’è Reservation dogs?
Chi sono Reservation dogs? Sono loro:

I Reservation dogs (Credits: Fx)
Rispettivamente da sinistra verso destra nella foto: Willie Jack, Elora, Bear, Cheese. Quattro teenager di una riserva di nativi americani nello stato dell’Oklahoma.
Il nome Reservation dogs gli è stato involontariamente affibbiato dalla “gang” rivale, Indian Mafia, in una disputa territoriale di cui i quattro erano inizialmente totalmente all’oscuro. Disputa terminata alla fine del pilot con una “sparatoria” con fucili paintball.
Il titolo della serie nonché nome della presunta “gang” è anche l’ironica allusione al primo film di Quentin Tarantino, Le iene, la cui dicitura originale era, appunto, Reservoir dogs.
Dunque, di cosa stiamo parlando?
Il succo di Reservation dogs è dunque l’autoironia, l’umorismo, il non prendersi troppo sul serio. Una leggerezza, che non è mai superficialità, con cui si narrano le vicende interne alla vita nella riserva.
Nelle parole di uno dei creatori, il regista di Jojo Rabbit Taika Waititi:
“We don’t want to depress people. There’s so much humor in our communities, so many jokes. All they want to do is see us riding whales, talking to the trees, playing flutes on mountaintops and talking to ghosts and learning something from our grandmother. To subvert expectations is such a powerful thing.” (Non vogliamo deprimere la gente. C’è così tanto umorismo nelle nostre comunità, così tante battute. Tutto quello che vogliono vedere è guardarci cavalcare balene, parlare con gli alberi, suonare pifferi dalla cima di una montagna e parlare con gli spiriti e imparare qualcosa da nostra nonna. Sovvertire le aspettative è una cosa così potente).
Reservation dogs è questo: una sovversione di schemi, narrative ricorrenti e stereotipi.
E fa ridere, tanto.
C’è lo spirito di un antenato dei ragazzi, che si vanta di essere stato a Little Big Horn e di aver visto il generale Custer, ma di non aver partecipato alla battaglia perché il cavallo è inciampato e la sua caduta gli è stata fatale. Oppure c’è lo zio che cerca di vendere erba vecchia di quindici anni quando la cannabis è ormai legale.

Shot dell’episodio sulla clinica della riserva (Credits: Disney+)
E ancora, il poliziotto che davanti ai distributori automatici della clinica della riserva avverte Bear del fatto che comprando quella coca cola sta cedendo alla pallottola dell’uomo bianco: lo zucchero. Lui, invece, sta prendendo una cosa più organica, naturale: un energy drink, fatto di energia, quindi naturale.
Di chi è la storia di Reservation dogs?
Reservation dogs è una serie tv scritta, diretta, fotografata, recitata, prodotta da persone native americane. Un unicum creativo che si ripercuote sulla storia che racconta: quella di una comunità e dell’ambiente che la circonda. La serie è stata integralmente girata nella riserva dell’Oklahoma in cui è ambientata, e racconta la storia di chi resta e chi va via.
La vicenda è incentrata su un gruppo di amici che ha deciso di andarsene in California e cerca espedienti per mettere da parte i soldi per il viaggio: l’episodio pilota si apre con una rocambolesca rapina e il furto di un furgoncino che distribuisce patatine piccanti.

Title card dal primo episodio di Reservation dogs: qui si sposatno scatoloni di patatine piccanti (Credits: Disney+)
La fuga che si cerca a tutti i costi dalla realtà che si vive è motivata dal forte desiderio di rendere omaggio all’amico morto suicida, che aveva il sogno della California. Un gesto che, nelle parole di una delle protagoniste, Elora, ha una spiegazione netta: “Questo posto l’ha ucciso”.
Nella ricerca di denaro per finanziare il viaggio, però, molti della ristretta cerchia di amici troveranno le ragioni per il loro rimanere. I loro addii e “Love ya ,bitch!” risuoneranno anche per chi ha deciso di partire.
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