The green knight – Sir Gawain e un film difficile da recuperare


Quello di The green knight è il caso cinematografico di un film molto atteso fin da quando è stato annunciato nel 2019, ma poi passato inosservato come è capitato a troppe altre produzioni negli ultimi due anni.

Vediamo cos’è successo.

Le disavventure pandemiche di The green knight

Questo fantasy medievale, ispirato al ciclo arturiano, doveva inizialmente uscire in sala tra marzo e maggio 2020, partecipando anche a vari festival. Questa decisione ha però coinciso con la prima diffusione del Covid-19 in Europa e Stati Uniti, con la conseguente chiusura di ogni attività.

Dev Patel incoronato nel poster internazionale di Sir Gawain e il cavaliere verde

Dev Patel incoronato nel poster internazionale di Sir Gawain e il cavaliere verde (Credits: A24)

I primi segni di ripresa del settore, nell’estate 2021, hanno portato i distributori ad affrettarne l’uscita al cinema a macchia di leopardo nel periodo caldo, sprecando l’occasione di collocarlo in una più consona programmazione autunnale o invernale.

Se il pubblico americano e quello inglese non hanno colto l’attimo per andare a vederlo in sala, in Italia The green knight non è stato nemmeno distribuito al cinema, per finire direttamente in streaming su Prime video da novembre scorso, con il titolo di Sir Gawain e il cavaliere verde.

La trama di Sir Gawain e il cavaliere verde

Alla corte di re Artù, invecchiato e saggio, il giovane Gawain, nipote del sovrano, passa le sue giornate tra donne e vino. Durante una festa di Natale, mentre Gawain siede alla destra dello zio re, quest’ultimo inizia a raccontare una storia ma viene interrotto dal violento ingresso del cavaliere verde, un essere soprannaturale metà uomo e metà albero, che propone agli astanti un crudele passatempo.

Il misterioso essere vuole sfidare un cavaliere a colpirlo mentre è tra di loro, indifeso, a patto che gli venga permesso di restituire il medesimo colpo esattamente un anno più tardi.

Il giovane Gawain si fa avanti al posto di Artù e degli altri cavalieri maturi, prende la spada del re e taglia la testa al cavaliere verde. Dopo un attimo però questi raccoglie il proprio capo da terra e, senza scomporsi, ricorda a Gawain che lo aspetterà al termine del suo peregrinare, il Natale successivo, per fare la propria fatale mossa.

L’avventato ragazzo dovrà quindi imbarcarsi in un viaggio alla ricerca del proprio destino, nel quale incontrerà numerose presenze mistiche e creature fantastiche, e trovare il modo di affrontare l’implacabile minaccia del cavaliere verde.

L’approccio alternativo al materiale d’origine

Letta la sinossi precedente, tutto sembra in linea con la tradizione cavalleresca, i condottieri valorosi della tavola rotonda e tutto l’armamentario che già conosciamo.

Dev Patel e Alicia Vikander in una scena di Sir Gawain e il cavaliere verde

Il protagonista Dev Patel con la ritrovata Alicia Vikander, che nel film interpreta addirittura due ruoli (Credits: A24)

The green knight infatti è un film fantasy con ambientazione medievale, suggestivo e misterioso come il poema da cui è tratto – scritto da un autore ignoto nel XIV secolo – che è stato poi tradotto e ridotto anche da J.R.R. Tolkien col titolo, appunto, di Sir Gawain e il cavaliere verde.

In realtà però non è facile parlare di questo film in termini tradizionali: non è una pellicola che si fa amare. Al contrario, a livello razionale ci può contrariare, per affascinarci e attirarci visceralmente.

Perché il Sir Gawain di questo film non è un cavaliere coraggioso. Piuttosto è il suo contrario: immaturo e pauroso.

Il quarantunenne regista David Lowery (A ghost story, Old man & the gun), che firma anche la sceneggiatura di The green knight, sceglie di ribaltare il classico racconto di formazione, trasformandolo in una riflessione sulla sconfitta e sulla mascolinità fragile.

È quindi un film che spiazza, e nega intenzionalmente le aspettative della sua premessa.

L’impresa cavalleresca che non ti aspetti

Il protagonista Dev Patel, che ricordiamo adolescente nella serie inglese Skins e diventato poi famoso con The millionaire di Danny Boyle e Lion – La strada verso casa, approccia il personaggio di Sir Gawain come se fosse un giovane moderno, sfrontato e svogliato ma con alle spalle adulti saggi.

L’antieroe di The green knight non è nemmeno un vero cavaliere, ma soltanto un ragazzo irresponsabile alle soglie dell’età adulta che cerca il suo posto nel mondo facendo un’azione avventata.

Signore e signori, The green knight. No, non è Barbalbero!

Signore e signori, il cavaliere verde che dà il titolo al film! (Credits: A24)

Quando taglia la testa al cavaliere verde, Gawain finge coraggio ma in realtà ha molta paura. Infatti poi cerca di sfuggire alla promessa di presentarsi al suo avversario un anno dopo, ma viene spinto dagli altri personaggi a intraprendere il suo cammino in un mondo misterioso che non conosce.

Se fosse l’eroe tradizionale, la sua esperienza sul campo lo formerebbe ad affrontare la sfida finale. Ma con questo Gawain le cose vanno diversamente.

Intendiamoci, The green knight è tutt’altro che un film tragicomico alla SuperFantozzi: il suo protagonista non è un inetto che fallisce ogni impresa, bensì un uomo che le tenta tutte ma semplicemente agisce in maniera errata.

La trama rispetta gli incontri magici del poema: il trovatello che chiede la carità, la santa che vuole ritrovare la testa in fondo al lago, la volpe parlante che guida Gawain attraverso i pericoli e anche lady Bertilak, moglie tentatrice del cavaliere che lo ospita nel suo castello.

La regia di David Lowery e l’interpretazione di Dev Patel ribaltano il racconto del coraggio di Sir Gawain, con una rilettura sorprendente. Anziché incarnare le cinque virtù cavalleresche – fedeltà, virtù, pietà, cortesia e lealtà – il Gawain del film The Green knight dimostra di non possederne alcuna.

Stile e significati di The green knight

Con questa visione di fondo, contemporanea e orientata al fallimento, il tradizionale racconto circolare di morte e rinascita costellato da rimandi e ripetizioni si fa quindi frustrante.

La bravura della regia e interprete principale è quella di riuscire a ingannare il pubblico, che pensa di assistere a un tipo di narrazione ma viene costantemente disorientato.

Gawain e la volpe parlante sono euforici ma non hanno ancora visto le nomination ai prossimi Oscar

Quale mitica creatura stanno fronteggiando Gawain e la provvidenziale volpe parlante? (Credits: A24)

Ad alimentare questa sensazione di smarrimento, in The green knight i personaggi di re Artù, Ginevra, Merlino e persino Excalibur non sono mai nominati, rimangono volutamente anonimi.

Nemmeno Morgana, che nella mitologia è proprio la madre di Sir Gawain, viene identificata nel film, però è proprio lei la maga che tira le fila dell’intera vicenda disseminando di prove simboliche il cammino del giovane uomo.

Il cavaliere verde invece incarna il destino ineluttabile. In un intreccio di significati pagani – nella fattispecie celtici – e cristiani, questo essere rappresenta la forza della natura, muore decapitato ma rinasce. Non a caso nel mondo anglosassone si utilizza il termine evergreen, sempreverde. Come l’albero di Natale, usanza che abbiamo mutuato proprio dalla loro tradizione.

Ma, come ricorda la dama del castello interpretata da Alicia Vikander, il verde è anche il colore dell’inesorabile disfacimento di ogni cosa, il marcio, il muschio che ricopre tutto. Perché dopo il rosso dell’amore, o del sangue, c’è solo il verde della morte.

Tirando le somme su Sir Gawain e il cavaliere verde

Lo stile del regista David Lowery è visivamente impressionante. Le immagini sono sontuose, ma The green knight e i suoi personaggi non creano empatia. Emotivamente, è piuttosto arido.

A livello visivo, la magnifica fotografia di Andrew Droz Palermo e le scenografie di Jade Healy ricordano il film Excalibur, ma sotto acido. Come direzione e atmosfere, le affinità stilistiche accomunano Lowery a un altro giovane regista geniale: il Robert Eggers di The lighthouse, che non a caso è un film della casa di produzione A24, proprio come The green knight.

In definitiva, vediamo scorrere sullo schermo una vicenda che non capiamo, ma che si insinua sotto pelle, nel nostro subconscio cognitivo. Il consiglio è quello di abbandonarsi alla visione di questa pellicola senza cercare di comprendere tutto all’istante, perché richiede un livello di interpretazione più profondo.

Non a caso, dopo aver guardato The green knight, sono andato a dormire e ho sognato verde.

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