Pam & Tommy – Raccontare un crimine molto bene, ma in modo problematico


Basata su un articolo del 2014 della rivista Rolling stonesPam & Tommy è l’ultimo prodotto che ci si aspetterebbe di trovare sul catalogo Disney+. Anche se tecnicamente è un original di Hulu.

Tra nudità di ogni genere, scene di sesso, un ritratto dell’industria del porno Usa anni Novanta e genitali parlanti (davvero!), com’è questa serie incentrata sul celebre furto e diffusione del sextape dell’attrice Pamela Anderson e del batterista dei Mötley Crüe Tommy Lee?

I due aspetti più evidenti di Pam & Tommy

Pam & Tommy è una serie strana. Fin qui ne sono usciti solo quattro episodi, ma sono già evidenti due aspetti in particolare.

Il primo è che la qualità recitativa, registica e di scrittura è altissima. Grazie a trucco e talento, ci si dimentica prestissimo di star guardando Lily James e Sebastian Stan, persino se si conoscono bene i protagonisti originali della vicenda. Il resto lo fanno regia, fotografia e montaggio, perfettamente in grado di esaltare una sceneggiatura molto solida, che dà profondità alla storia senza creare divisioni tra buoni e cattivi, sporcando e umanizzando ogni personaggio.

Sebastian Stan e Lily James in una scena della miniserie Pam & Tommy

Sebastian Stan e Lily James in una scena della miniserie (Credits: Disney plus)

Il secondo aspetto è il potenziale problematico della serie. Si tratta comunque di un prodotto molto vicino al concetto di serie True crime, in cui si segue un evento criminale dalle sue origini, delineandone i protagonisti, le premesse e le conseguenze sulle vite di chi ne ha fatto parte. Come tale, è tremendamente interessante, ma rischia di portare di nuovo molta attenzione su qualcosa che forse alcune delle persone coinvolte preferirebbero dimenticare.

Pamela Anderson, che la produzione ha tentato di coinvolgere nella realizzazione di Pam & Tommy (e che la stessa Lily James ha tentato di contattare per impersonarla meglio), non ha mai detto una parola sulla serie, perlomeno in pubblico. In più, c’è da scommettere che l’attenzione sul sextape privato incriminato, girato dagli allora neosposi, tornerà a livelli che non si vedevano da decenni.

Gli elementi più interessanti

Al di là del fattore tecnico a cui accennavamo, Pam & Tommy fin qui è veramente una gran serie. Merito anche del terzo protagonista, quello interpretato da Seth Rogen, ovvero Rand Gauthier. Ai più poteva sembrare Carlo Verdone, ma no: è Rand Gauthier, falegname che passa per caso dal compiere un furto per riparare a un torto a un crimine ben peggiore.

Seth Rogen in una scena di Pam & Tommy

Seth Rogen nei panni di Rand Gauthier (Credits: Disney plus)

La serie ha il merito di farci empatizzare con praticamente tutti i suoi personaggi e di ciascuno capiamo luci e ombre. Non stiamo né parlando di semidèi – come potevano sembrare l’attrice di punta dello show più visto dell’epoca e il neomarito rockstar – caduti meritatamente sotto le astuzie di un Robin Hood in cerca di riscatto sociale, né di due prede di un villain senza sfaccettature, concentrato solo sul male e sul guadagno personale.

A portare Gauthier alla decisione di lucrare su quel sextape trovato per caso è la voglia di uno scontro personale con quell’evidente alpha di Tommy Lee, per vendicarsi di lui e metterne in discussione la supremazia. È una storia di uomini che commettono soprusi e altri uomini che provano a vendicarsi, ma in cui – chi conosce la storia lo sa – l’unica a subire le conseguenze negative è l’unica estranea allo scontro: Pamela Anderson.

Il problema di Pam & Tommy

La serie creata da Robert Siegel ha sicuramente il merito di mostrare, in modo neutrale ma efficace, come spesso la propria spacconaggine o la ricerca di un guadagno personale possano avere delle conseguenze su persone inconsapevoli. Se la diffusione del sextape non danneggiò l’immagine di Tommy Lee – che anzi spesso riceveva complimenti dai fan per le sue performance – i commenti ricevuti da Pamela Anderson erano di tutt’altro tenore, a riprova del doppio standard che queste vicende contribuiscono a portare a galla.

Ed è bene avere prodotti che raccontino questi aspetti, quando si tratta di vicende simili. Il revenge porn, anche in forme atipiche come questa, è un fenomenale specchio dell’ipocrisia della componente maggioritaria (all’epoca, ma quasi certamente anche oggi) della società, capace di coniugare perbenismo e richieste di pudicizia alla donne e vigorose e patriarcali pacche sulle spalle agli uomini. Anche di fronte allo stesso video.

Dov’è dunque il problema? Che, per mostrare come la privacy di Pamela Anderson sia stata ingiustamente violata, si riporti a galla questa vicenda senza il consenso dell’attrice canadese. “Se doveste indicare una persona per la quale la nostra serie parteggia, quella è Pam”, sostiene Siegel. Sarà, ma se la persona per la quale parteggi ha scelto di non risponderti quando le hai chiesto di tirare fuori nuovamente questa storia, stai veramente parteggiando per lei?

Le tematiche, al di là del problema etico

C’è tanto altro da dire su Pam & Tommy anche solo arrivati al quarto degli otto episodi previsti, e non sarebbe giusto soffermarsi solo sul problema etico principale.

Perché la serie è problematica, ma è anche bella, avvincente, a volte inspiegabilmente bizzarra (sì, sempre per quella questione dei genitali parlanti) ma la cui realizzazione è veramente molto ispirata.

La locandina della miniserie

Il gioco di parole tra “told” e “sold”, che fa diventare “La più grande storia d’amore mai raccontata” “La più grande mai venduta” (Credits: Disney plus)

Pam & Tommy costringe lo spettatore a riflettere su molti aspetti, a cominciare proprio da “È giusto confezionare un prodotto per prendere le parti di qualcuno se quel qualcuno evidentemente non vuole?” fino ad analizzare cosa separa l’amore da una relazione tossica. È palese che Pamela Anderson e Tommy Lee siano travolti dalla passione e il matrimonio sembra una naturale conseguenza di quello che pare un grande amore. Poi, dettagli neanche troppo sottili ci ricordano che si sono sposati dopo quattro giorni dal primo incontro, che dal Sì! pronunciato a febbraio 1995 passano quasi dieci mesi prima che lei scopra il cognome di lui, o come si chiamano i suoi suoceri, e che lui l’ha sposata senza sapere neanche cosa le piaccia mangiare a tavola o che film vedere in tv.

Soprattutto, è un film che mostra internet per com’era quando appena 30 milioni di persone in tutto il mondo lo utilizzavano davvero: un Far west, in cui diventare ricchi con un video rubato e farla franca sembrava la cosa più facile del mondo.

Pam & Tommy, con il consenso di Pamela Anderson e non del solo Tommy Lee, non sarebbe una serie diversa. Non sarebbe meno ben realizzata, non darebbe meno spunti di riflessione, non sarebbe da sconsigliare.

Però, come sempre, secondo noi è importante sottolineare la complessità delle cose. Il fatto che sia controversa non incide sulla qualità o sulla godibilità del prodotto. È un fatto, però, e come tale non va ignorato.

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