Yellowjackets, la serie tv survival di Showtime da provare se…


Yellowjackets, la serie tv di Showtime conclusasi poche settimane fa, è disponibile ora nella sua interezza su Now tv e Sky Italia.

Perchè vederla? Ecco qui una lista di motivazioni per farlo, altrimenti detta: mio personale monologo motivazionale per convincervi.

Fermoimmagine dai credits di Yellowjackets serie tv di Showtime. In questa inquadratura l'effetto "judging you- giudicandoti" è prominente

Fermoimmagine dai credits di Yellowjackets serie tv di Showtime. In questa inquadratura l’effetto “judging you – giudicandoti” è prominente (Credits: Showtime)

Innanzitutto Vienna degli Ultravox.

Lo so, è qualcosa di estremamente specifico e dipendente dai miei personali gusti musicali.

*Qualsiasi prodotto audiovisivo che utilizza Vienna degli Ultravox come commento musicale a una sua scena, sequenza o altro: merita una visione, punto.

(Questo è un mio principio etico e morale, quindi è un punto che potete tranquillamente tralasciare).

Punto secondo della lista: “Yellowjackets, la serie tv che vi potrebbe piacere se…”

Se vi appassionano quelle narrazioni corali con al centro un disastro aereo, che porta il gruppo di persone sopravvissute a vivere i misteri e gli arcani del luogo dello schianto, Yellowjackets potrebbe fare per voi.

Ebbene sì, c’è un po’ di Lost in Yellowjackets, come d’altronde in ognuna e ognuno di noi.

Yellowjackets serie tv dai connotati de Il signore delle mosche

Yellowjackets è una serie tv dai connotati fortemente ispirati a Il signore delle mosche (Credits: Mondadori)

L’incidente aereo di cui narra questa serie ha in realtà un più prominente riferimento letterario: quello della distopia letteraria di William Golding Il signore delle mosche. Prima acclamato romanzo, uscito nelle librerie nel 1958, è divenuto poi un film cult degli anni Sessanta.

In Italia per il suo contenuto crudo e drammatico la pellicola verrà proiettata nelle sale cinematografiche solo negli anni Settanta, dopo quasi un decennio di censura.

Il punto d’origine di Yellowjackets

L’ideazione di Yellowjackets nasce, nelle parole di una dei creatori della serie, Ashley Lyle, come la risposta a diversi commenti ricevuti e sentiti dalla creatrice. Questi opinavano il  fatto che le brutali vicende di Il signore delle mosche non avrebbero mai potuto avere luogo se (al posto di ragazzi adolescenti) vi fossero state delle ragazze, incapaci di macchiarsi di tale barbarie.

Yellowjackets è il frutto creativo volto a scardinare queste credenze sulla presunta mitezza del “gentil sesso” e su come questo sia solo un costrutto sociale e culturale. Una facile stereotipizzazione in cui recintare il genere femminile.

Lo stesso titolo della serie è in tal senso una provocazione e una strizzata d’occhio al fenomeno letterario poi cinematografico di Il signore delle mosche.

Dettaglio di una yellowjacket - vespa. Yellowjackets serie tv dalla forte componente "animalesca"

Dettaglio di una yellowjacket – vespa. Yellowjackets serie tv dalla forte componente “animalesca” (Credits: Showtime)

Nel libro e poi nel film i ragazzi divenuti selvaggi fuori dal loro contesto sociale erano delle mosche: ronzavano attorno alle carcasse dei loro compagni caduti nel violento scontro per diventare la nuova figura autoritaria a plasmare il potere sugli altri.

Nella serie, la squadra di calcio femminile, ovvero le Yellowjackets (le Vespe), diventa veramente un alveare di rabbia furiosa e famelica, pronta a rimescolare le carte delle sue dinamiche di gruppo nel gioco della loro sopravvivenza.

E le vespe, si sa, sono prevalentemente carnivore.

C’è del leggero cannibalismo in Yellowjackets

Yellowjackets si apre con la seguente sequenza: una ragazza con una veste bianca corre a piedi scalzi sul terreno innevato di un bosco e cade in un trappola, dove viene infilzata da diversi paletti di legno. Il corpo della giovane è trascinato sulla neve, che si macchia del suo sangue. A trasportarlo sono diverse figure impellicciate, che fanno ritorno al loro insediamento nel mezzo di una radura. Qui si procede a un banchetto.

Questo e altri segreti sono il fulcro narrativo della serie che si sviluppa su due linee temporali.

  • I 19 mesi passati nella natura selvaggia dalla squadra di calcio femmilnile di un liceo del New Jersey, a seguito di un incidente aereo mentre erano in volo verso la loro partecipazione alle competizioni nazionali.
  • Il presente delle sopravvissute a quel trauma, che a distanza di 25 anni da quello schianto si trovano a dover commemorare le loro compagne cadute e a cercare di mantenere il segreto su quello che è accaduto in quei boschi, lontani da qualsiasi forma di civiltà.

1996 e 2021, un clash generazionale

La presenza di un passato che si cerca di dimenticare e di un presente scosso dalle vicende del trauma fanno di Yellowjackets una perfetta amalgama di frustrazioni, desideri repressi, flashback effettivi e psicologici.

Fermoimmagine dalla sigla di Yellowjackets, serie tv so 90s!

Fermoimmagine dalla sigla di Yellowjackets, serie tv so 90s! (Credits: Showtime)

È il racconto di giovani donne che si trovano ad affrontare il mondo in una prospettiva mai immaginata prima e di donne ormai adulte che sopravvivono all’interno di un contesto socio-culturale in cui percepiscono di non essere mai state integrate.

Insomma, è una storia da millennial.

Yellowjackets è una serie tv dal sapore grunge

Lo stile narrativo di Yellowjackets è crudo, diretto, a tratti violento, a volte cupo, altre invece ironico, grunge insomma. E la serie sicuramente respira l’aria di Seattle, il look trasandato, la flanella e la vegetazione boschiva. Gli anni Novanta si sentono: certamente nella colonna sonora, ma anche nelle immagini.

Fermoimmagnine dalla sigla di Yellowjackets, serie tv dalla spiccata "vibe" The Blair Witch Project

Fermoimmagnine dalla sigla di Yellowjackets, serie tv dalla spiccata “vibe” The Blair Witch Project (Credits: Showtime)

La sigla della serie è un omaggio alla visione talvolta rovinata delle vhs, agli horror di fine millennio, alle immagini fuori fuoco dei filmini casalinghi delle prime videocamere digitali. La canzone scritta appositamente come theme song, No return, è un mix di post punk e punk rock.

Yellowjackets dunque si fa carico di quell’immaginario e ne porta avanti le sue diramazioni, raccontando la storia stravolta di chi quell’annata l’ha vissuta e ne porta i segni.

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