Festa del cinema di Roma – 8 film che ci hanno conquistato


Dal 16 al 24 ottobre si è svolta la sedicesima edizione della Festa del cinema di Roma. L’Auditorium Parco della Musica ha accolto per dieci giorni migliaia di spettatori e spettatrici che sono accorsi ad assistere a proiezioni in anteprima e incontri ravvicinati con i vari cineasti. Un programma trasversale, quello della Festa del cinema, pensato per raccogliere tante tipologie di pubblico.

Quella che vi presentiamo oggi è una lista di film presentati in anteprima proprio alla Festa del cinema di Roma, e che vi consigliamo di vedere quando usciranno in sala.

The eyes of Tammy Faye

Film d’apertura della Festa del Cinema di Roma, The eyes of Tammy Faye ha accolto sul red carpet romano la protagonista Jessica Chastain. Basato su una storia vera, la pellicola racconta l’ascesa e la caduta di Tammy e Jim Bakker, una coppia di evangelisti che fra gli anni Settanta e Ottanta arriva a creare uno dei più importanti network televisivi a tema religioso e del conseguente fallimento a seguito di vari scandali sessuali e finanziari.

Jessica Chastain interpreta Tammy Bakker in uno dei film presentati alla festa del cinema di Roma

Jessica Chastain interpreta Tammy Bakker (Credits: Fox Searchlight Pictures)

Jessica Chastain ci regala un’interpretazione fenomenale, che conferma le previsioni per un’eventuale nomination agli Oscar. La sua è una protagonista fragile, stravagante, costantemente in bilico fra uno humor quasi grottesco e una grande empatia.

Il film non brilla particolarmente a livello cinematografico, ma si regge sulle performance attoriali (come quella del Jim Bakker interpretato da Andrew Garfield) e propone un’importante riflessione sul funzionamento dei media contemporanei. 

Dear Evan Hensen

Adattamento dell’omonimo musical di successo, Dear Evan Hensen racconta la storia di Evan, teenager americano con problemi di ansia sociale che si ritrova al centro dell’attenzione per una serie di errori a seguito del suicidio di un compagno di scuola.

Nonostante un cast d’eccezione (Ben Platt, Julianne Moore, Amy Adams, Kaitlyn Dever) il film non riesce a conquistare il pubblico fino in fondo, penalizzato forse da una durata eccessiva. Sicuramente le musiche originali sono il punto di forza del film, ma trattare di temi come l’ansia sociale, il suicidio e i disturbi mentali oggi richiede molta attenzione e forse un musical così realizzato le pone a rischio banalizzazione.

Cyrano

Dopo il piuttosto criticato La donna alle finestra, Joe Wright torna dietro la macchina da presa con un altro adattamento musicale del Cyrano de Bergerac. Il film è stato girato in Sicilia, a Noto, durante l’emergenza Covid. Da segnalare anche la colonna sonora composta dai fratelli Dressner, ovvero The National.

Protagonista è Peter Dinklage (celebre soprattutto per Il trono di spade) che mette in scena un personaggio intenso. Convincente anche l’interpretazione di Haley Bennet nei panni di Roxanne. Scenografie e costumi mozzafiato, al servizio di una storia d’amore universale che racconta la necessità di andare oltre le apparenze.

Gli ingredienti per un film che conquisterà tanti spettatori e spettatrici ci sono tutti.

Belfast

Kenneth Branagh torna alla regia e dirige un film autobiografico sulla sua infanzia trascorsa in Irlanda del Nord. Il tema centrale è la memoria, che il regista mette in scena tramite inquadrature “piene” e l’uso del bianco e nero.

Buddy e la sua famiglia si ritrovano in mezzo ai conflitti religiosi fra cattolici e protestanti e devono decidere se rimanere a Belfast oppure lasciare la loro città natale dove la famiglia ha sempre vissuto.

Belfast è un film inteso, che mette al centro il senso di comunità che sembra smarrito nella società contemporanea. Buddy, nonostante le grandi difficoltà che lo circondano, è un veicolo di positività, ma mantiene un sguardo malinconico e innocente come quello dei bambini. La questione politica rimane sullo sfondo, concentrandosi sull’intimità familiare.

Jamie Dorman ci regala una performance convincente all’interno di un film che divide.

C’mon c’mon

Il film rivelazione della Festa del cinema di Roma. Un magistrale Joaquin Phoenix interpreta un filmmaker che gira un documentario in cuiintervista degli adolescenti riguardo al loro futuro. Ad accompagnarlo in questo viaggio c’è suo nipote di otto anni che si allontana dalla madre forzatamente. A interpretarlo è Woody Norman, classe 2009, che conquista lo schermo mostrandoci un personaggio “grande” racchiuso in un corpo piccolo.

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Joaquin Phoenix e Woody Norman in una scena del film (Credits: A24)

Spesso noi adulti tendiamo a non considerare le opinioni e le sensazioni dei bambini e delle bambine, dimenticandoci che anche loro hanno una sensibilità, spesso più forte di quella degli adulti.

Mike Mills si conferma uno dei registi indipendenti più importanti sulla scena americana (consiglio di recuperare 20th Century Woman e Beginners) e ci regala un film delicato e potente che dà voce alle nuove generazioni. Nessuno sembra ascoltare più i giovani da tempo, e Mills sceglie di raccontare gli ostacoli che la vita ci mette davanti, ricordandoci che – nonostante non sappiamo dove ci porti il futuro – l’unica cosa che possiamo fare è proseguire.

Mothering Sunday

Primo dei film in concorso a Cannes con protagonisti Josh O’Connor e Odessa Young, giovani promesse made in UK. Tratto dal romanzo omonimo, il film racconta la tormentata storia d’amore fra Jane e Paul, due rampolli dell’alta borghesia inglese. La fotografia del film è da mozzare il fiato, così come la sceneggiatura e la colonna sonora, ma la resa della trama rimane confusa, a differenza di quanto accade nel romanzo – una scelta della regista?

Da sottolineare anche le performance di due fuoriclasse quali Olivia Colman e Colin Firth. Mothering Sunday esplora la solitudine, l’amore, le aspettative e le delusioni, il tutto con una grazia e una sensualità che solo uno sguardo femminile può captare. 

Passing

L’attrice Rebecca Hall debutta alla regia con un film che si interroga sul concetto di razza.

Ruth Negga e Tessa Thompson interpretano Irene e Clare, due donne che si ritrovano dopo molto tempo. Clare però rinnega la sua identità di donna nera per identificarsi come bianca e ottenere svariati privilegi. Ma la verità viene presto a galla e sconfina in un finale tragico.

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Irene e Clare, protagoniste del film (Credits; Flat Five Productions)

Il lavoro di regia è brillante e ricostruisce alla perfezione l’atmosfera degli anni Venti. Il rapporto odio/amore, ammirazione/disprezzo fra le due donne è il traino del film, che si candida in maniera decisiva per la stagione dei premi. 

Red rocket

Arriva alla Festa del cinema di Roma un altro “prestito” da Cannes targato A24: Red rocket, che vede il ritorno alla regia di Sean Baker dopo lo splendido The Florida Project.

Mikey è un ex pornostar che dopo vari fallimenti torna nella sua città natale in Texas. Simon Rex, che lo interpreta, è una forza della natura e ci racconta un personaggio ossessionato da se stesso, opportunista e egoista. Ma proprio per questo motivo non possiamo odiarlo: è un personaggio umano, complesso che mostra a tutto tondo i suoi punti di forza e le sue insicurezze.

Sean Baker non delude e punta ancora una volta a far luce sulle storie di un’America marginale, dimenticata, attraverso una serie d’immagini delicate e (paradossalmente) piene di vita. La bicicletta che il protagonista usa rimanda a uno dei grandi classici del cinema italiani di Vittorio,De Sica, ovvero Ladri di Biciclette – il regista stesso ha dichiarato che i film italiani hanno una forte influenza nei suoi lavori.

Non casuale la scelta di usare Bye Bye Bye degli Nsync, che ritorna nei momenti cruciali del film. Promosso a pieni voti.

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