The guilty – Un poliziesco tra Copenhagen e Hollywood, diretto da dentro un furgone


Ormai ci siamo abituati alla ricchezza e alla qualità del catalogo di Netflix e a malapena ci accorgiamo delle nuove uscite meno pubblicizzate, anche se realizzate da grandi nomi. É un po’ il caso di The guilty, il nuovo film di Antoine Fuqua con protagonista Jake Gyllenhaall, distribuito direttamente sulla piattaforma streaming a inizio ottobre.

La genesi di The guilty, dall’originale danese al remake americano

C’è da fare una premessa su questa pellicola: quello che sembra un classico poliziesco ambientato nella centrale operativa della polizia di Los Angeles è in realtà il fedele remake dell’omonimo, e pressoché identico, film danese del 2018.

Già il caso dell’originale, preso singolarmente, è un gioiellino. Il regista Gustav Möller, appena trentenne all’epoca delle riprese, era al suo esordio dietro alla macchina da presa. Adesso, proprio grazie al suo The guilty, dirigerà Gyllenhaal nell’adattamento cinematografico di Snow Blind, tratto dal graphic novel di Ollie Masters.

Si tratta quindi di un fruttifero scambio culturale di talenti.

Jake Gyllenhaal protagonista assoluto di The guilty

The guilty, il remake di Netflix con Jake Gyllenhaal protagonista assoluto (Credits: Netflix)

Proprio l’attore di Donnie Darko e I segreti di Brokeback Mountain, che aveva già lavorato col regista Antoine Fuqua nell’impegnativo e sottovalutato Southpaw del 2015, ha fortemente voluto realizzare il remake di The guilty.

La sceneggiatura di Nic Pizzolatto, l’autore dietro al successo di True Detective, aggiunge alcune sottili sfumature e differenze rispetto alla pellicola originale, trasportando la storia dalla fredda Copenhagen a una rovente L.A.

Un thriller telefonato

Non vedremo alcuna scena in esterni in nessuno dei due film, perché The guilty è un thriller squisitamente psicologico, girato completamente all’interno della stazione di polizia.

Con poca azione e tantissima tensione. Un po’ alla maniera del film Locke con Tom Hardy, concentrato soltanto sulla performance dell’attore: un ottimo thriller inglese che, se non conoscete, vi consiglio di recuperare!

La sala emergenze del 911 di Los Angeles in una scena del film

Una Los Angeles in fiamme fa da cornice a questo thriller serrato (Credits: Netflix)

Ad alcuni questa scelta narrativa può apparire noiosa, ma al contrario è proprio grazie a questa scelta che avviene una cosa magica dentro di noi spettatori: il nostro cervello “vede” le scene che ci sono descritte in una conversazione telefonica, attraverso le voci e i suoni, e così il film prende vita dentro la mente, diventa un’esperienza soggettiva.

Se ci pensiamo, anche il maestro del brivido Alfred Hitchcock aveva giocato con questo processo cognitivo nel capolavoro La finestra sul cortile, in cui i brividi più grandi scaturivano da ciò che il protagonista e il pubblico non potevano vedere.

La trama di The guilty

Tra primissimi piani e dissolvenze, i grandi schermi alle spalle degli operatori telefonici della sala emergenze della polizia mostrano una Los Angeles messa in ginocchio da spaventosi incendi.

Mentre tutti i colleghi sono impegnatissimi a gestire le chiamate, il poliziotto Joe Baylor è quasi a fine turno ed è distratto. Pensa ai fatti propri, alla figlia e alla moglie, e tratta un po’ bruscamente i malcapitati che lo chiamano per chiedere soccorso.

Sul cellulare riceve la chiamata di una giornalista. È nervoso e infastidito perché il giorno dopo dovrà comparire in tribunale, ma non ci viene detto di più.

Ma l’ultima telefonata del 911 a cui risponde è quella di una donna spaventata a morte, che non può parlare liberamente perché non è da sola. Joe capisce che è stata rapita e allora si concentra per cercare di aiutarla.

Il volto di Jake Gyllenhaal composto da parole nel poster di The guilty

Il poster di The guilty (Credits: Netflix)

Riesce solo a capire che è a bordo di un van bianco, portata via da un marito con precedenti penali, e ha lasciato a casa da soli una bambina di sei anni e un neonato.

Joe cerca di coordinare le volanti, interagendo con le centrali operative, ma la maggior parte del personale è occupato dall’emergenza incendi.

The guilty tra tecnologia e claustrofobia

Con la sua abilità di detective, finito al centralino per punizione di un fatto che non conosciamo, il poliziotto utilizza la tecnologia per trovare numeri di telefono, così può rassicurare la figlia piangente rimasta a casa della donna, e la geolocalizzazione delle celle telefoniche per “inseguire” il van del rapitore.

La telecamera resta incollata sull’agente nella sua postazione, gioca con stacchi ritmati ma non c’è mai un cambio di scena.

Quest’emergenza diventa una questione personale per Joe Baylor, che sceglie di non smontare dal servizio, per continuare a coordinare la situazione dal proprio telefono.

Mentre la notte scorre le tessere del puzzle si collegano una all’altra, ma a distanza il quadro appare sempre frammentato, la verità va ricostruita pezzo per pezzo e il caso si fa sempre più doloroso. Il meccanismo narrativo utilizzato è rischioso, perché si presta a creare confusione tra colpevoli e innocenti, mescolandolo con le motivazioni legate al vissuto personale di Joe.

Analogie e differenze con l’originale

The guilty è volutamente un film piccolo, quasi intimista, e fortunatamente il remake americano non ne ha stravolto le proporzioni. Lo spettatore ne fa esperienza diretta un passo alla volta esattamente come il protagonista , senza essere onnisciente. Nonostante l’assenza di azione alla quale siamo abituati in questo genere cinematografico, nel dipanarsi della trama la tensione emotiva diventa quasi insopportabile, lascia senza respiro.

Un turno di lavoro angosciante lascia, ai nostri sensi stremati e sorpresi, una profonda riflessione sulla disperazione umana e sul malessere.

Un film del genere è una scommessa rischiosa, perché tutto si gioca su credibilità e bravura del protagonista.

Jake Gyllenhaal e Jakob Cedergren, i protagonisti delle due versioni dello stesso thriller

Il confronto tra i protagonisti delle due versioni di The guilty (Credits: Netflix, BiM)

Va quindi citata, nell’originale danese, la performance misurata ma sempre più ribollente sotto la superficie dell’attore Jakob Cedergren. Nonostante il contesto più freddo, nordico, all’inizio il suo personaggio sorride persino, ma il percorso emotivo sul suo volto si fa presto appassionante.

La pellicola offre meno dettagli sul protagonista, rispetto alla sceneggiatura del remake tessuta da Pizzolatto. Ciononostante è più cruda e meno “americanamente possibilista” nel susseguirsi degli eventi.

Le scene però sono le stesse, il meccanismo identico. Sembra di guardare due versioni della stessa rappresentazione teatrale.

Ciò che rende il The guilty di Netflix un film diverso è il valore impresso dalla recitazione di Jake Gyllenhaal. Un attore che ama le sfide interpretative (vedi Nightcrawler) e sa reggere sulle proprie spalle l’intera operazione. La sua interpretazione è fin dall’inizio più tesa e nervosa, a tratti arrogante, e il pubblico fa esperienza del dramma e della sofferenza riflessi e vissuti guardando esclusivamente il suo volto.

Cast vocale e curiosità da pandemia

Anche se in scena è da solo, ad affiancare Jake Gyllenhaal in The guilty sono accreditati nomi come Ethan Hawke, Riley Keough e Paul Dano, dei quali però sentiamo soltanto le voci, ovviamente se stiamo guardando il film in lingua originale.

Il protagonista ha girato tutte le scene del film in soli undici giorni lo scorso anno, nell’ottobre 2020, all’inizio cioè della seconda ondata di Covid-19 che ha portato a nuovi lockdown. Il regista stesso, Antoine Fuqua, in quella finestra temporale era in quarantena per essere entrato in contatto con un positivo. Ma, anziché posticipare le riprese, ha scelto di dirigere la produzione da un furgone parcheggiato poco lontano dallo studio.

Si tratta di una forma di smart working piuttosto bizzarra, ma che ci fa capire quali passi da gigante abbia compiuto la tecnologia e quanto possa aiutare la forza di volontà di autori tenaci.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi