Warm bodies – Il Twilight con gli zombie dimenticato da tutti (giustamente)


Non mentite: non vi ricordavate assolutamente dell’esistenza di Warm bodies, che nel 2013 divenne famoso per essere Twilight con gli zombie (o Romeo e Giulietta con i morti viventi).

Per questo motivo, sono sicuro che se vi avessero detto “Esiste un film su una giovane e un tizio con la felpa, privo di emozioni, che si esprime a grugniti e si aggira per un Paese semidistrutto per andare a divorare qualcosa e semina terrore strada facendo” avreste pensato “Non è un po’ presto per dedicare un film alla vita privata di Matteo Salvini?”.

Se non ve lo ricordavate, buon per voi. Ve lo ricordo io.

Perché Warm bodies non è davvero Twilight con gli zombie, purtroppo (o per fortuna)

La fama che affligge Warm bodies, quella di un Twilight riletto con un diverso tipo di morto vivente, è un po’ ingiusta.

Il film di Jonathan Levine ha poco in comune con le scialbe avventure di Bella e dello Swarovski con i canini: moltissime trovate non sono niente male, la regia regala qualche momento ben costruito e le idee ci sono. Cosa che lo pseudocugino tratto dai romanzi di Stephenie Meyer non può vantare affatto.

Non so come venissero raccontate determinate situazioni nel libro di Isaac Marion, da cui è tratto, ma vedere zombie che si evolvono e che mangiando cervelli acquisiscono informazioni e ricordi è decisamente interessante. Il fatto poi che il protagonista non sia un non-morto presentabile ma un cadavere anchilosato, mugugnante e vestito perennemente come uno studente del Dams in sessione d’esami lo rende potenzialmente molto originale.

Julie e R, sprecatissimi Romeo e Giulietta in Warm bodies

Julie e R, sprecatissimi Romeo e Giulietta in Warm bodies (Credits: Make Movies)

Warm bodies si presterebbe a venire declinato in tantissimi generi, tranne quello romantico per adolescenti: potrebbe essere una commedia horror grottesca con un’improbabile storia d’amore; una consapevolmente disturbante allegoria sull’accettazione di sé; una rappresentazione insolita della depressione e di cosa significhi tornare a vivere dopo averla provata; persino un film sull’integrazione, una sorta di Indovina chi viene a cena? in cui l’ospite è ghiotto di materia grigia.

E invece hanno scelto di fare un film romantico per adolescenti. Su questo, purtroppoWarm bodies non è Twilight: il secondo almeno si incastra perfettamente nel suo genere di riferimento.

E, cosa più importante, anche se in Twilight succedono cose poco interessanti, se non altro succede qualcosa.

La trama di Warm bodies, per intero

R è uno zombie come tanti in un mondo post apocalittico, ma almeno è interpretato da Nicholas Hoult e quindi tutto sommato gli è andata bene. Durante una scampagnata con gli amici in cerca di cervelli da smangiucchiare, si imbatte in Julie Grigio (Teresa Palmer, oggi protagonista di A discovery of witches).

La ragazza ha un dono: quello di essere sempre truccata e pettinata alla perfezione, anche dopo essere stata al centro di un autentico bagno di sangue, aver trascorso alcuni giorni nell’alloggio di fortuna in cui finirà dopo l’incontro con R e aver partecipato a un matrimonio il 15 di agosto a Priolo Gargallo, provincia di Siracusa, temperatura percepita 57 gradi all’ombra. E, a proposito, smettetela di sposarvi ad agosto.

R prova subito qualcosa per lei, e se ne innamora definitivamente dopo averne gustato il fidanzato, di cui inizierà a portarsi appresso pezzetti di cervello per assorbirne più ricordi.

Tutto questo accade nel primo quarto d’ora. Da qui in avanti non succede quasi niente di interessante: i due spendono un’ora di film per legare, passando in mezzo a pericoli tutto sommato trascurabili. E non perché non finiscano nei guai: le situazioni rischiose ci sono, ma è ovvio fin dal principio che non gli accadrà mai nulla. Per di più, Julie è un personaggio senza personalità, e R non si ricorda nemmeno se ne ha mai avuta una.

R e Julie in una posa che non fa assolutamente pensare che Warm bodies sia un Twilight con gli zombie

Julie e R (Credits: Make Movies)

Negli ultimi quaranta minuti si scopre che gli zombie possono riprendere un po’ di vitalità grazie all’ammmore e assistiamo allo scontro senza pathos né vittime umane contro gli unici zombie pericolosi rimasti: gli Ossuti.

Insomma, dopo un’ora a gettare le basi e proprio quando stava per diventare interessante, il film finisce.

E Julie limona finalmente con il cadavere di R.

Necrofilia, disagio e altre cose che non dovevano esserci in un film del genere

Warm bodies non è Twilight con gli zombie, dicevamo, ma tenta di rivolgersi allo stesso target.

Ed è quella la sua principale rovina.

Il potenziale è enorme, ma finisce sprecato proprio per la scelta di indirizzare il film a un pubblico di adolescenti. E dunque Warm bodies non può spingere abbastanza sul pedale dell’horror, non gli è consentito sfociare più di tanto nel grottesco ed è obbligato a creare una tensione sessuale tra i due protagonisti fischiettando con finta disinvoltura nella speranza che nessuno in sala pensi mai la parola necrofilia.

Già, ma come si fa a non pensarci? In ogni scena in cui R e Julie si avvicinano come coppia è difficile non provare una sensazione di disagio. Non è come La bella e la bestia, in cui lui sarà pure una creatura mostruosa e solo vagamente umanoide, ma Belle ci passa del tempo assieme, ne scopre interessi e personalità e… beh, diamine, entrambi respirano.

R non solo non ricorda l’ultima volta che dell’ossigeno gli ha percorso i bronchi con uno scopo, ma la sua personalità non è pervenuta e i suoi interessi non vanno oltre la deambulazione scoordinata e gli apericena cannibali.

Per cosa dovrei empatizzare con loro, di preciso?

Perché evitare Warm bodies

Ribadisco: non ho idea di come sia il libro e se sia rivolto allo stesso target. Ma, giudicato come film, Warm bodies è uno spreco di potenziale enorme.

R con i suoi compagni zombie

R con i suoi compagni zombie (Credits: Make Movies)

Pensandolo per un pubblico più maturo, votandolo maggiormente al grottesco e inglobando nel volutamente disturbante l’attrazione dei due protagonisti, sarebbe stato davvero interessantissimo. Specie se fosse stato affidato a un regista scanzonato e fuori di testa, alla Robert Rodriguez, o incline alla fiaba spiazzante e insolita, in stile Guillermo del Toro.

Warm bodies costringe invece il pubblico a guardarlo mentre dilapida un patrimonio di idee e budget davvero ricco. E lo fa perché – tra tutte le possibili scelte – decide di mirare all’obiettivo sbagliato: quello del pubblico di Twilight.

Mancando comunque il bersaglio.

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