Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli – Botte, spiegoni e sottotrame da chiudere


Difficile dire se Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli fosse un film molto atteso fin dal suo annuncio. Di sicuro al box office, complice il periodo non ricchissimo di blockbuster, sta ottenendo ottimi risultati.

La locandina italiana del film Marvel con Simu Liu e Awkwafina

La locandina italiana del film Marvel (Credits: Disney)

Il nuovo prodotto del Marvel cinematic universe con protagonista Simu Liu rischiava di uscire in sordina, pagando il fatto di essere approdato in sala in un periodo saturo di notizie dal mondo Marvel. L’attenzione dei fan era infatti maggiormente rivolta alla serie What if…?, al trailer di Gli Eterni, alle speculazioni sul prossimo Doctor Strange and the Multiverse of Madness di Sam Raimi e – soprattutto – al “Ciao, Peter” di Alfred Molina nel sospiratissimo trailer di Spider-man – No way home.

E invece questo Shang-Chi ha già superato negli incassi The suicide squad di James Gunn – nonostante, a conti fatti, quello Dc sia un film decisamente superiore sotto molti punti di vista.

Già, ma incassi e confronti a parte, Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli merita una visione?

Chi è Shang-Chi e cosa c’entra il dottor Fu Manchu

Se nel film Marvel suo padre è praticamente il Mandarino, il personaggio di Shang-Chi viene introdotto nei fumetti Marvel come figlio segreto del dottor Fu Manchu, supercriminale cinese nato sui libri del britannico Sax Rohmer.

Siamo negli anni Settanta, in piena kung fu mania, e la Marvel non è riuscita ad acquistare i diritti per trasporre a fumetti la celeberrima serie Kung Fu, con David Carradine. Così, è costretta a ripiegare sulle opere di Rohmer, da cui attinge parecchi personaggi.

Le sembianze e le movenze di Shang-Chi sono (prevedibilmente) modellate su quelle di colui che più di tutti ha contribuito a portare lustro e attenzione sulle arti marziali in tutto il mondo.

Esatto: il maestro Francesco Pandolfi.

Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, purtroppo, non è ispirato al maestro Francesco Pandolfi

Il confronto purtroppo non sembra confermare i nostri sospetti (Credits: Marco Frongia)

Ok, ok: in realtà mi riferivo a Bruce Lee. Ma per i fan del Maestro e di Angelo, l’esperto, eccovi comunque il trailer di Soft control.

Com’è quindi Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli? I pregi del film con Simu Liu

Preso come film a sé stante, Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli è molto, ma molto gradevole.

L’azione è fantastica, la regia di Destin Daniel Cretton non è niente male, il cattivo funziona (quasi) sempre bene e il comic relief interpretato da Awkwafina (ovvero Katy) è ben dosato. La chimica tra lei e Shang-Chi è resa piuttosto bene, e i due sembrano effettivamente due amici che si conoscono da anni e sono pronti ad affrontare assieme una situazione difficilissima.

Wenwu, il villain del film, è forse la parte migliore dal punto di vista dell’interpretazione. Freddo, spietato e scritto in modo dignitosissimo, è decisamente un cattivo sopra la media dell’Mcu. E il carisma di Tony Leung oscura completamente il resto del cast – con l’eccezione di Michelle Yeoh, che però compare molto meno.

Un Mcu troppo ingombrante

Paradossalmente, per quanto alla fine il personaggio di Shang-Chi vada a incastrarsi perfettamente nel cast degli Avengers, la parte più debole di tutto il film è proprio il suo collegamento con il Marvel cinematic universe.

Se l’universo condiviso – negli altri titoli dedicati a personaggi meno noti al grande pubblico – costituiva il traino principale per la visione, la sensazione è che Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli avrebbe funzionato meglio se fosse stato maggiormente slegato dal resto dell’Mcu.

La locandina di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli

La locandina di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli (Credits: Disney)

I riferimenti sembrano quasi tutti forzati e aggiunti in corsa, e spesso si tratta di spiegoni piuttosto noiosi o di comparsate abbastanza evitabili.

Tranne Wong e Abominio: loro ci stanno benissimo.

I difetti di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli

Ad abbassare il giudizio complessivo del film sono proprio il peso (superfluo) dell’Mcu e gli spiegoni – che sono un’infinità, quasi ai livelli di Alone in the dark. E che vanno a pesare inevitabilmente sul ritmo: Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli avrebbe beneficiato notevolmente di una ventina di minuti in meno dei 132 totali.

Altra pecca è la poca cura nel climax finale, di cui parlerò un po’ meglio nell’ultimo, spoileroso paragrafo.

In generale però rimane un film fresco e divertente, quindi se siete in dubbio se andare a vederlo o meno, dategli una possibilità.

Non è Soft control, certo, ma merita.

Lo SPOILER scorre forte in questo paragrafo

Se stai leggendo queste righe è perché non temi gli spoiler o hai già visto il film.

Che comunque veniva già raccontato per tre quarti dal trailer.

Parliamo dunque del climax finale, che ho trovato veramente costruito male.

Tutto il film è incentrato sul rapporto tra Shang-Chi e suo padre, tutta l’attenzione è sulle ragioni del secondo e la sua fredda crudeltà, tutto il senso della battaglia finale si concentra sul fermare Wenwu prima che possa aprire il portale… e invece il vero apice è uno scontro con un mostro gigante fighissimo, ma che non ci importa davvero di vedere sconfitto. A differenza di Wenwu.

La sua storia si conclude invece in maniera moscia, poco soddisfacente: il villain quasi intoccabile fino a quel momento muore come un imbecille per mano del Divoratore di anime, in una scena lentissima che spacca il ritmo dello scontro – e non è neanche la prima volta che accade. Non si capisce se debba essere vista come una redenzione o meno del personaggio, e il rapporto tra lui e il figlio resta lì, appeso, senza una vera chiusura.

Per darvi l’idea di come mi sono sentito, sarebbe come se questo articolo

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