A Quiet Place II – Come fare il sequel di un film horror


Quando è uscito al cinema il primo A quiet place, un po’ più di tre anni fa, lo siamo andati a vedere quasi per caso, armati solo della curiosità di vedere Emily Blunt alle prese con un horror.

Il film poi però ci ha zittito tutti, tenendoci muti e inchiodati alla poltroncina per un’ora e mezza buona.

L'indimenticabile parto silenzioso nella vasca da bagno de A quiet place

Come dimenticare la scena della vasca da bagno del primo A quiet place? (Credits: Paramount pictures)

John Krasinski, che fino ad allora associavamo soltanto al tipo smilzo della serie tv The office, nel frattempo ha messo su i muscoli, sposato Emily Blunt ed è passato a ruoli da figo (il nuovo Jack Ryan tutto azione per Amazon). Fino a tentare un salto di carriera doppio, con la sceneggiatura e la regia proprio di A quiet place.

Con un’idea di fondo molto semplice – creare cioè una situazione di tensione assoluta in cui i personaggi muoiono se fanno rumore – la coppia di attori, marito e moglie anche nel film, ha trionfato al botteghino e contemporaneamente rivitalizzato il genere.

Era quindi scontato che ci sarebbe stato un A quiet place II, come il finale del primo film lasciava ben intendere, interrompendosi cioè proprio sul più bello.

A quiet place II – Ripartire da dove si è lasciato, con una nuova prospettiva

Come per tutto il resto, anche l’uscita del secondo capitolo è stata posticipata più volte a causa della pandemia: era previsto per la primavera del 2020, ma l’attesa non lo ha penalizzato. Si tratta infatti di quel tipo di film che va visto sul grande schermo, al buio di una grossa sala o di un’arena estiva, con la possibilità di assaporare tutti i brividi di un’esperienza collettiva.

A quiet place II segue la logica del “più grande, con più budget”. Non per niente lo produce Michael Bay, ma ha il pregio di non perdere l’appiglio con quell’idea intelligente di base.

Tutti i protagonisti di A quiet place II , da Emily Blunt a Cillian Murphy

Il poster di A quiet place II, con al centro i protagonisti (Credits: Paramount pictures)

I mezzi più potenti permettono a Krasinski di iniziare il film con un lungo flashback che narra com’è iniziata tutta la vicenda dei mostri che sterminano chi fa rumore.

Nella prima parte aveva astutamente scelto di non farlo, facendo iniziare la storia in medias res e senza spiegare perché la famigliola con la mamma incinta e la sorellina sorda viveva in una situazione di pericolo costante in una fattoria isolata. La giusta scelta, insomma, per un film sorprendente ma a basso budget.

A quiet place II invece ha più soldi, ma comprensibilmente meno sorprese.

Nel flashback iniziale tornano anche il papà Lee, interpretato da John Krasinski, e il fratellino minore che, ricordiamolo, sono morti nel primo capitolo. Viene anche introdotto il personaggio del vicino Emmett, interpretato da Cillian Murphy (acclamato protagonista di Peaky Blinders).

È una scelta furba quella di mostrare il “giorno uno” a questo punto, perché mostra sotto una nuova prospettiva la storia della prima parte e contemporaneamente rinfresca la memoria, gettando le basi per ripartire esattamente da quando questa finiva.

La trama di A quiet place II

Durante un tranquillo sabato pomeriggio nella provincia americana, mentre la comunità si gode una partita di baseball amatoriale, il cielo si apre all’improvviso e cade sulla terra una specie di asteroide.

Nel fuggi fuggi generale che si scatena, i membri della famiglia Abbott si dividono rischiando la vita, ma ben presto capiscono che conviene loro stare uniti, e soprattutto farlo stando zitti.

Perché la cittadina si è nel frattempo riempita di creature mostruose che non sopportano il rumore, sterminano con spintoni e unghiate tutti coloro che urlano e la loro testa somiglia pericolosamente a quella di Venom, a parte per il fatto che si apre in mille fessure che rivelano padiglioni auricolari sensibilissimi.

In A quiet place II suonare il clacson non è una buona idea!

L’adrenalinica scena iniziale, l’invasione delle creature facilmente irritabili (Credits: Paramount pictures)

E in un attimo l’azione si sposta al momento esatto in cui finiva la parte prima, cioè con mamma Evelyn che ha partorito da poco, ma che ha già scoperto come far fuori i mostri con una combo di disturbi sonori provenienti dall’apparecchio acustico della figlia Regan e un buon vecchio fucile a pompa .

La fattoria però è in fiamme e i tre superstiti devono rimettersi in cammino, trasportando il neonato in una cassetta insonorizzata facendolo respirare da un boccaglio, collegato a una piccola bombola d’ossigeno.

Fatta poca strada però gli Abbott si imbattono in altri mostri e devono rifugiarsi in una fonderia abbandonata. Un’ambientazione interessante, che richiama Stephen King e nasconde un solitario Emmett, sconvolto dalla perdita dei propri cari e, almeno all’inizio, molto restio ad aiutare i propri vicini.

Analogie e differenze tra A quiet place II e il primo capitolo

Il denominatore comune delle due pellicole è la tensione, tenuta altissima per quasi tutto il tempo, con improvvisi rilasci di adrenalina. Non è facile non far trapelare la noia, vista la limitata gamma di situazioni che la trama può offrire, ma fortunatamente il regista sa come utilizzare il potenziale dei personaggi e dosare al meglio i colpi di scena.

A quiet place II- Il tempo passa ma gli Abbott sono sempre in fuga!

Mamma Evelyn e i suoi figli, sempre in fuga da qualche mostro! (Credits: Paramount pictures)

E soprattutto, anche la “parte due” induce noi spettatori a non far rumore, come se fossimo sottoposti agli stessi rischi di coloro che vediamo sullo schermo!

Questo secondo film piega un pochino le regole stabilite dal primo, giocando più facile: ci sono molti dialoghi a mezza voce, che spezzano la comunicazione nella lingua dei segni, sono presenti tanti effetti speciali e anche le creature spaventose sono decisamente aumentate e migliorate.

L’importanza del cast

Il personaggio di Emily Blunt non è più stabile al centro della scena. L’istinto materno, che la rendeva inarrestabile in precedenza, adesso la limita per il fatto di voler trovare un luogo sicuro per i figli fragili, e la rende più statica.

Questa variazione nella centralità dei protagonisti fa decisamente pendere l’ago della bilancia verso gli altri componenti del cast.

Innanzitutto i più giovani, ossia Millicent Simmonds e Noah Jupe, ancora una volta capaci di interpretazioni sorprendenti nei panni della scaltra Regan e dell’insicuro Marcus, ma non solo.

Signore e signori, Cillian fookin' Murphy!

É proprio lui, Cillian fookin’ Murphy alle prese con un nuovo, complesso personaggio (Credits: Paramount pictures)

A quiet place II può contare anche sullo sviluppo di una nuova figura paterna nel complesso personaggio di Cillian Murphy. La bravura dell’attore irlandese risalta ancora una volta per il fatto di impiegare solo marginalmente i toni cupi a cui ci ha abituato. Dal momento dell’incontro con la famiglia di vicini in pericolo, il suo Emmett trova un nuovo senso, una nuova ragione per continuare a combattere.

Questo rapporto umano che si stabilisce ci fa capire che, come il significato di A quiet place era incentrato sul sacrificio che si è disposti a compiere per la propria famiglia, nella parte due invece il messaggio si sposta verso cosa si arriva a fare per aiutare gli altri in generale.

Nel primo gli Abbott erano sempre uniti, tutti insieme nell’affrontare l’ignoto. Qui invece li vediamo crescere e anche separarsi. C’è una sequenza particolarmente spettacolare e tensiva in cui ognuno dei protagonisti si confronta con una situazione mortale, bebè incluso!

L’evoluzione di A quiet place

Lo abbiamo già detto: a confronto col film originale questo A quiet place II si concede un buon numero di trovate furbe e variazioni sul tema del silenzio forzato.

Manca ad esempio la sorpresa di arrivare a scoprire la minaccia delle creature assassine. Nel primo erano quasi sempre fuori campo, facevano più paura perché erano minacce invisibili e la nostra immaginazione era chiamata a riempire i vuoti, come Spielberg ci ha insegnato fin dai tempi di Duel o Lo squalo.

Ora sappiamo che sono alieni, e li vediamo di continuo in azione al centro della scena.

John Krasinsky nella parte di Lee Abbott in A quiet place II

John Krasinsky. Regista e sceneggiatore del film – marito di Emily Blunt nella vita reale – torna anche come attore in questo sequel grazie a un flashback (Credits: Paramount pictures)

Fortunatamente John Krasinski non si mette a spiegare le loro origini e vicissitudini: ci svela soltanto che arrivano portati da una specie di asteroide, ma si ferma lì.

Si tratta quindi soltanto di un gran numero di spaventosi e digitalmente accurati plot device, ideati per rendere plausibile una trama in cui “chi fa rumore muore”.

E non manca una sottile carica di critica sociale, specialmente nella scena di apertura in cui si scatena il disastro: i primi a venir spazzati via sono coloro che urlano, schiamazzano e ai quali squilla rumorosamente il cellulare.

Fossero reali, proporrei di aizzare queste creature fonosensibili contro coloro che lasciano attivo l’audio mentre scorrono i loro dannati feed dei social a bordo dei mezzi pubblici!

Aspettando la parte III?

Senza svelare nulla, anche il finale di A quiet place II lascia intendere che ci sarà un ulteriore capitolo a chiudere il cerchio. C’è soltanto da sperare che il regista e il suo cast non si lascino inebriare troppo dal successo e non vogliano voler esagerare: il bello di questa storia è la sua semplicità, le emozioni primordiali che richiama nello spettatore e che lo rendono partecipe della situazione di tensione.

Nel 2018 non sapevamo di averne bisogno, eppure A quiet place ci ha conquistato e ci ha fatto tornare la voglia di guardare film horror che non prendano le solite scorciatoie narrative dello spavento.

Al momento quindi, dopo averlo aspettato tanto, posso consigliarvi di andare a vedere questo A quiet place II senza il timore che vi deluda. Per un po’ vi farà dimenticare il caldo e il chiasso della vita.

E mi raccomando: non fate rumore!

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