
First Cow – Kelly Reichardt racconta l’ascesa e caduta del sogno americano
Uscito nel 2019, dopo due anni arriva in Italia First Cow, l’ultimo film della regista Kelly Reichardt.
In esclusiva su Mubi, la piattaforma dedicata ai film d’autore, First Cow racconta l’importanza dei rapporti umani in un contesto pieno di miseria e di un furto, visto come riscatto verso una vita migliore
First Cow – Kelly Reichardt ci parla di un’amicizia particolare
“Dobbiamo prendere tutto quello che possiamo, quando la situazione ce lo permette”. È questa la frase forse più significativa pronunciata da King Lu (Orion Lee) mentre discute con il suo socio Cookie (John Magaro).
King Lu e Cookie sono i protagonisti di First Cow, ottavo lungometraggio della regista americana Kelly Reichardt. Come in quasi tutti i suoi film, la regista torna a raccontare l’America marginale e lo fa attraverso un lungo viaggio nel tempo dove scopriamo la storia dei due protagonisti.

Il primo esemplare di mucca sbarca nelle “terre vergini” dell’Oregon (Credits: FilmScience, IAC Films)
Siamo in Oregon, a metà del XIX secolo e molti cacciatori si spostano nelle cosiddette “terre vergini” per cercare fortuna. Così anche Cookie, giovane cuoco ingaggiato da uno di questi gruppi che vagabondano come nomadi per le foreste. Il destino di Cookie cambia quando incontra un fuggiasco King Lu. Nonostante le condizioni di precarietà, Cookie decide di compiere un atto di fede e salvare King Lu da un destino già segnato.
Il cuore di First Cow
Cookie e King Lu si incontrano di nuovo dopo poco tempo ed è qui che inizia il viaggio di First Cow.
Lu, ormai ripulito e inserito nella comunità, è ottimista riguardo le possibilità che offre questo nuovo territorio. È un uomo di mondo, partito dalla Cina, passato per Londra e arrivato in America, che considera una terra dove “la storia non è ancora arrivata” e dove si può quindi tentare di scrivere il proprio destino.
Ma le strutture di potere che regolano la società umana trascendono la storia. Cookie e Lu sono a tutti gli effetti collocati ai margini della scala sociale , ma riescono a trovare un’idea vincente che viene subito monetizzata – in perfetto accordo con la logica capitalista.

Il protagonista Cookie accarezza la mucca (Credits: FilmScience, IAC Films)
Però la loro piccola industria si basa su un furto, simboleggiato appunto dal latte della mucca che ogni sera i due amici vanno a mungere – eludendo i controlli del padrone aristocratico della fattoria.
La mucca simboleggia il colonialismo: è il primo esemplare che arriva nella zona rurale, e per i due uomini rappresenta un’opportunità da cogliere.
La regia e l’uso del 4:3
Il film è tratto dal romanzo The Half Life, di Jonathan Raymond, con cui Kelly Reichardt ha collaborato anche nei film precedenti.
Il formato scelto da Kelly Reichardt è particolare. First Cow ha un aspect ratio chiamato comunemente formato Academy, ovvero il 4:3, un formato orami caduto in disuso che si adatta in maniera ottimale in una TV, piuttosto che alle dimensioni del grande schermo.
A livello registico, Kelly Reichardt si concentra molto sulle figure umane, privilegiando campi totali che ci fanno vedere i personaggi immersi nel loro spazio e creando cosi un distanziamento che ci fornisce una prospettiva “razionale” sulla storia.
La critica al capitalismo secondo il First Cow di Kelly Reichardt
Nonostante First Cow abbia un ambientazione tipicamente western, si distacca completamente dai canoni del genere, raccontando una storia di un’amicizia vera, senza filtri.
Ed è qui un pò il senso della storia: due uomini che intraprendono un viaggio alla ricerca di un destino migliore (come tutti), ma che vengono inevitabilmente schiacciati dalle logiche della società capitalista che li condanna senza alcuna pietà.

Cookie (a destra) e King Lu (a sinistra) protagonisti del film (Credits: FilmScience, IAC Films)
Non è un caso che Bong John Ho, regista del film premio Oscar Parasite, abbia espresso una grande ammirazione verso Kelly Reichardt e i suoi lavori.
Perché ve lo consigliamo
First Cow è un racconto universale, che non richiede la conoscenza dei vecchi film di Kelly Reichardt per essere compreso, benché vi si riagganci, seguendo un filone e uno stile ben precisi – sulla piattaforma Mubi, in ogni caso, è possibile trovare anche i suoi Wendy e Lucy e Old Joy, oltre alla retrospettiva Outsider americani: i film di Kelly Reichardt.
La regista statunitense, tramite il suo ultimo lavoro, sottolinea l’importanza dei rapporti umani in una società fondata su logiche brutali. La visione del mondo di Cookie e King Lu è differente da quella delle persone che li circondano: non si omologa alla violenza che li circonda, e per questo fa fatica a trovare uno sfogo concreto.
Ma vale comunque la pena portarla avanti, a dimostrazione che è l’empatia e non la violenza il carburante che manda avanti il mondo.
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