Genitori vs influencer – Raccontare tre generazioni e non capirne manco una


“Cos’è di preciso un influencer?”, deve essersi chiesta un giorno Michela Andreozzi, regista di Genitori vs influencer. Poi, insieme a Fabio Bonifacci, si è messa a scrivere la sceneggiatura del film. Senza aver prima cercato una risposta alla domanda.

Perché Genitori vs influencer, dovendo scegliere se spiegare agli adolescenti come si sentono i loro genitori di fronte ai social oppure svelare ai cinquantenni i misteri di TikTok, non ha dubbi su quale sia la cosa migliore da fare: far limonare Giulia De Lellis e Fabio Volo.

Genitori vs influencer: tipo Civil war, ma boomer

La trama di Genitori vs influencer è molto semplice: Paolo, interpretato da Fabio Volo, è un professore di una scuola privata di Roma che intraprende una guerra con una celebre influencer (Giulia De Lellis), spaccando in due l’Italia come manco in Civil war.

Fabio Volo è Paolo Martinelli, protagonista di Genitori vs influencer

Fabio Volo è Paolo Martinelli, protagonista di Genitori vs influencer (Credits: Paco Cinematografica)

Questo accade perché sua figlia, la giovanissima Simone (sì, come Simone De Beauvoir), lo rende virale dopo averlo ripreso con il cellulare durante una sfuriata in cui si scaglia contro influencer, giovani d’oggi, tecnologia e – ma forse ricordo male – quegli operai al cantiere sotto casa davanti al quale passo la maggior parte del tempo con le braccia dietro la schiena che non sanno impastare la malta e non è possibile siano così inetti maledizione ai miei tempi si faceva tutto meglio guardi non mi faccia parlare signora mia che trent’anni fa le cose non erano ridotte così male e mica perché eravamo giovani noi ma anche un po’ sì e il pane c’aveva tutto un altro sapore e comunque buongiornissimo. Caffè.

Abbiamo già trovato il film peggiore del 2021?

Genitori vs influencer è brutto. Molto.

È un film superficiale, scontato e imbottito di stereotipi, quando va bene. Quando va male ci infilano due personaggi originali, interpretati dalla solita Paola Minaccioni e da Massimiliano Vado.

Stiamo parlando di una spazzina/scrittrice tacciata di essere omosessuale e di un cinquantenne nostalgico del Duce che fa giocare i bambini con le bambole in camicia nera e fez, possiede un busto di Mussolini e indossa magliette con frasi pronunciate da Lvi o dai suoi epigoni. Tra cui Salvini.

Ecco, bisogna dire che uno dei due personaggi non viene assolutamente normalizzato. Il suo comportamento bizzarro (al limite dello scandaloso) viene più volte sottolineato come dubbio e problematico, fino a una risoluzione che dissipa ogni sospetto sul fatto che non appartenga davvero a quel gruppo di persone lì, come si temeva.

L’altro invece è impunemente fascista dall’inizio alla fine, nel disinteresse generale.

Cose che Genitori vs influencer affronta senza capire

L’elenco di tematiche che Genitori vs influencer affronta è veramente impressionante. Si va dai social alla friendzone passando per le persone gender fluid, senza dimenticare la scarsa igiene dei giovani, le emoji, il poco amore degli adolescenti di oggi per il sesso, il merchandising, l’uso sbagliato dei congiuntivi, l’innamoramento per persone molto più grandi (il 18enne Liverani per il personaggio di Fabio Volo) e persino il revenge porn.

Dimostrando di non averne capita quasi nessuna.

Emma Fasano, Ginevra Francesconi e Giulia De Lellis in una scena del film

Emma Fasano, Ginevra Francesconi e Giulia De Lellis in una scena del film (Credits: Paco Cinematografica)

Ma ad Andreozzi e Bonifacci questo non interessa, e mettono semplicemente su carta quello che immaginano essere il sogno di un cinquantenne medio: avere successo, soldi, un partner vent’anni più giovane e un buon rapporto con i propri figli senza essersi sforzati neanche per un secondo di adeguarsi davvero al mondo moderno.

Pro e contro di Genitori vs influencer

In un anno in cui ho recuperato Meredith – The face of an angel, After 2, Non c’è campo e la saga di Cinquanta sfumature (e non so se voglio parlarne, in futuro), Genitori vs influencer riesce a essere il film peggiore da me visto nel corso del 2021, e di sicuro il peggiore considerando solo quelli usciti quest’anno.

Di positivo ha certamente una recitazione passabile, cosa che per esempio non aveva In vacanza su Marte: Fabio Volo non è particolarmente credibile nel suo ruolo, ma si può perdonare; Giulia De Lellis interpreta praticamente se stessa, ma funziona; e la diciassettenne Ginevra Francesconi se l’è cavata davvero bene, così come gli altri giovani interpreti. Anche registicamente, pur senza eccellere, il film di Michela Andreozzi si regge in piedi senza grosso sforzo.

L’aspetto sotto cui Genitori vs influencer si sgretola, invece, è evidentemente la sceneggiatura: non solo inanella una quantità assurda di cose che non capisce, ma è in grado di rendere senza senso e mal costruita anche la sottotrama più semplice da gestire.

Giulia De Lellis e Fabio Volo: ma perché?!

Sulla recitazione dei due protagonisti si è già detto: sia Giulia De Lellis che Fabio Volo, in questo Genitori vs influencer, fanno un lavoro nel complesso sufficiente.

Fabio Volo e Ginevra Francesconi in una delle prime scene di Genitori vs influencer

Fabio Volo e Ginevra Francesconi in una delle prime scene di Genitori vs influencer (Credits: Paco Cinematografica)

La costruzione del loro rapporto invece è completamente sballata. Prima lei cyberbullizza lui, scatenando milioni di fan contro un tizio qualunque colpevole di aver proibito alla figlia quattordicenne di fare l’influencer – e, non contenta, a un certo punto gli tira pure un cazzottone. Poi finiscono a litigare da Barbara D’Urso e a rappacificarsi a Le iene; si innamorano di punto in bianco, fingendo per un po’ sui social di avere una relazione che però hanno veramente, e da lì in poi il rapporto tra i due viene ignorato fino alla fine del film.

Una sottotrama inconsistente, piuttosto forzata, tendenzialmente evitabile, ma comunque migliore di tutte le altre di cui Genitori vs influncer è imbottito.

Genitori vs influencer racconta tre generazioni – ma male, male, male

L’ambizione di Genitori vs influncer è quella di parlare alla Generazione X attraverso Fabio Volo, alla nostra tramite la 25enne Giulia De Lellis e ai Gen-Z con Ginevra Francesconi.

Il problema? Andreozzi e Bonifacci raccontano tre generazioni avendo capito a stento la propria.

Gli over 45 sul solo Facebook non sono affatto pochi, tanto per dirne una. La fascia compresa tra i 45 e i 64 anni rappresenta oltre il 27% del totale del traffico del sito dall’Italia, secondo le statistiche più recenti. Insomma, più di un quarto degli utilizzatori di Facebook nel nostro Paese appartiene alla generazione del personaggio di Fabio Volo.

Eppure non ce n’è neanche uno in tutto il film che capisca i social più di quanto potrebbe fare un markhor, la capra dalle lunghe corna tipica del Pakistan in cui ci siamo imbattuti parecchi anni fa.

Per quanto riguarda i millennial, meglio non parlarne proprio. Sul fronte adolescenti, beh, persino Non c’è campo di Federico Moccia, altra perla qualunquista, stereotipata e vuota, ha capito la generazione Z meglio di Genitori vs influencer. Che a sua volta ha capito i quattordicenni del 2021 molto meno di tantissimi altri film.

Compreso Casablanca.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi