Del Monster of the week, ovvero gli antagonisti usa e getta nelle serie tv


Il mostro della settimana in tv non lo si avvista quasi più.

Torniamo a parlare di lessico delle serie tv con una figura mitologica quasi in via d’estinzione: il Monster of the week. Se lo scorso martedì ci siamo concentrati sul Bottle episode, oggi dissezioniamo un altro tipo di episodio: quello incentrato sulla figura del mostro della settimana.

Monster of the week: in cosa consiste?

Dicesi Monster of the week, o mostro della settimana, quell’episodio di una serie tv che nell’arco della sua trama introduce, sviluppa e conclude, la storia di un antagonista del/dei protagonista/i.

monster of the week Sailore Moon

Il mostro della settimana di/da Sailor Moon (Credits: Toei Animation)

Inoltre Monster of the week identifica, come termine generico, quell’antagonista che sul piccolo schermo apparirà e scomparirà nell’arco di un singolo episodio. Per intenderci (restando nel campo della serialità, ma “animata”): la quasi totalità degli episodi di Sailor Moon sono mostri della settimana. 

O, se preferite, in quasi ogni episodio di Sailor Moon c’è un mostro della settimana.

Questione di tempo

Il Monster of the week è un’idea che appartiene a un certo tipo di scrittura televisiva, soprattutto a una modalità di sviluppo della serialità in tv. Nel termine stesso di mostro della settimana vi è una connotazione temporale specifica, che sottende la periodicità di visione dello spettatore della serie: un episodio a settimana.

binge watching by Penny di Bing Bang Theory

Il binge watching di Penny di The Big bang theory (Credits: Cbs)

La cadenza settimanale della trasmissione della serie televisiva era la norma, prima dell’avvento delle piattaforme di streaming e soprattutto prima della pratica sociale del binge watching. Questa modalità di fruizione sostenuta e continuativa del prodotto tv è stata resa possibile dallo sviluppo tecnologico.

In un periodo relativamente breve si è permesso allo spettatore di modificare le sue abitudini di visione.

Dal registratore, al dvr, al dvd, allo streaming. In questo lasso temporale, la serialità televisiva ha gradualmente iniziato a plasmare in maniera differente le sue forme, cercando di gestire nuovi tempi e nuovi spazi.

Originariamente si è detto dunque che la serie tv aveva cadenza settimanale e il palinsesto televisivo ne gestiva i tempi.

Non solo la messa in onda e la durata all’interno di uno slot conferiva una particolare forma a un determinato programma, ma la sua serializzazione era fondamentale. L’obiettivo, infatti, era coprire la maggior parte del palinsesto televisivo annuale.

In particolar modo nella produzione statunitense era di fondamentale rilevanza che la serie durasse nel tempo. Stiamo parlando di un minimo di 22 episodi l’anno, per un corrispettivo tra le otto e le dieci ore di montato.

La nostra copertina con al centro un... monster of the week

(Credits: Elisa Tomasi)

È qui che entra in scena il mostro della settimana.

Il Monster of the week: le origini del male

Batman (1966-1968) che "batte" uno squalo con lo spray antirepellente apposito

Batman (1966-1968) che “batte” uno squalo con lo spray antirepellente apposito (Credits: Abc)

Il concetto di Monster of the week nasce all’interno della serialità di genere inizialmente per donare una forma episodica alla narrazione e dunque serializzare le storie di supereroi, cacciatori del crimine, investigatori dell’orrorifico e del paranormale, esploratori dell’universo.

In questo periodo la concezione è quella dell’episodio autoconclusivo. Il mostro della settimana è dunque centrale alla storia, ed è la storia della settimana.

La continuità nella serializzazione è data dal nucleo di personaggi principali. Esemplare di questo tipologia di Monster of the week è la serie di Batman del 1966: nessun altro uomo pipistrello è arrivato a questo livello di camp nella sua produzione.

Stupendo l’episodio in cui per “battere” uno squalo si arriva a utilizzare uno specifico spray repellente per pescecane.

Il Monster of the week secondo X-Files

La canonizzazione dell’utilizzo del termine Monster of the week si ha ben più tardi con l’arrivo nel 1993 di X-Files.

Qui il mostro della settimana non denota solo quello che appare quasi regolarmente sullo schermo alla visione della serie, ma diviene la terminologia per differenziare vari tipi di episodi all’interno della serie.

In fase di scrittura, gli autori iniziano a fare un distinguo tra le storie: ci sono quelle che fanno parte dell’arco narrativo della stagione e quelle che invece sono dei riempitivi, con trame a sé stanti, per far giungere X-Files ai suoi 22 episodi di media stagionale.

Alcuni di questi Monster of the week, sebbene non rientrino nella mitologia della serie (composta da un’intricatissima teoria del complotto) entrano nel cuore dei fan.

Episodio Monster of the week di X files: Squeeze

Un Monster of the week di X-Files: Squeeze (Credits: Fox)

È il caso del mostro della settimana di uno dei primi episodi di X-Files (Squeeze) piaciuto talmente tanto da far ritorno successivamente con un’altra apparizione autoconclusiva – cosa insolita, per un Monster of the week.

Il Big Bad di Buffy e il suo mostro della settimana

Nel 1997 arriva Buffy e non è più la stessa storia.

Buffy l’Ammazzavampiri è stata su più fronti una serie seminale. La sua sperimentazione e la sua ibridazione dei generi hanno permesso di guardare a un altro modo di fare televisione. Per fare questo, si è aiutata anche con i suoi mostri della settimana.

La serie è strutturata per avere archi narrativi stagionali, che organizza attorno all’idea del Big Bad. Il “cattivone” è colui che tira i fili e manovra le sue marionette per tutto l’arco della stagione, fino all’epico scontro finale: l’attesissimo, per l’appunto, finale di stagione.

Buffy l’Ammazzavampiri è però una serie dei suoi tempi, che deve dosare la sua narrazione per ben 22 episodi. Ed ecco che quindi anche qui entrano in gioco i Monster of the week.

Da semplice filler a mezzo per raccontare gli orrori dell’adolescenza

L’utilizzo che però la serie ne fa va ben oltre il mero riempitivo.

Questi episodi diventano essenziali alla mitologia stessa di Buffy. Qui il mostro della settimana innanzitutto diventa uno strumento narrativo per parlare di ciò di cui effettivamente la serie tratta: l’adolescenza, il diventare grandi e quanto questo sia faticoso e talvolta spaventoso.

Il Monster of the week è per Buffy un’emanazione di quel Weltschmerz di cui si fa voce e che riesce a portare così bene sullo schermo: quell’angoscia cosmica, malinconica e romantica (talvolta ridicola) dell’essere adolescenti.

I Gentlemen, mostro della settimana in Buffy

I Gentlemen: il Monster of the week dell’episodio muto di Buffy l’Ammazzavampiri (Credits: The WB)

Oltre al portato metaforico di cui gode il mostro della settimana in Buffy, i Monster of the week vengono utilizzati anche per sperimentare.

Contrapposti al Big Bad, i mostri diventano strumento attraverso il quale aprirsi, anche solo per un episodio, a nuovi generi e tipologie di narrazione. Esemplare in questo è Once more, with feeling, il musical all’interno di Buffy: il demone Sweet è arrivato in città ed è pronto a sfinire tutti a suon di canzoni e musica.

Ulteriore dramma per gli adolescenti in città si cantano tutti i segreti e i sentimenti taciuti.

Sweet, il mostro della settimana che balla in Once more, with feeling, episodio musical di Buffy l'Ammazzavampiri

Sweet, il mostro della settimana che balla in Once more, with feeling, episodio musical di Buffy l’Ammazzavampiri (Credits: The WB)

Morale della favola

A tutt’oggi si può ammirare qualche mostro della settimana spuntare dallo schermo. Sempre più di rado, certo, ma ci sono. L’accorciarsi delle stagioni delle serie, soprattutto quelle prodotte dalle piattaforme in streaming, ha portato alla quasi scomparsa di questo essere mitologico.

Si può ritrovare qualche esemplare in giro di Monster of the week, magari per puro piacere di qualche autore televisivo che vuole vederlo in azione e farlo sgranchire.

mostro della settimana in Gotham: The Ballonman

Il mostro della settimana in Gotham: The Baloonman (Credits: The WB)

Un esempio recente è come il mostro della settimana abbia aiutato una serie come Gotham a creare si suo immaginario, nell’effettiva pratica di rendere visivamente la città come una metropoli dai toni un po’ steam punk.

È quello che accade grazie a The Baloonman, dove l’uccisione avviene fondamentalmente grazie a mini mongolfiere che aleggiano su Gotham.

Il Monster of the week è questa figura ormai mitologica, che sembra non appartenere più ai nostri tempi, ma che di tanto in tanto piace ricordare.

Ed è così che, quando meno te lo aspetti, ti sbuca fuori dallo schermo. Magari grazie al fatto che qualche autore deve allungare il brodo. Di punto in bianco ti ritrovi faccia a faccia con qualche aspetto di quella serie che non avevi preso in considerazione.

D’altronde è a questo che servono i mostri: a mostrare, appunto, a evidenziare quello che non avevi colto a un primo sguardo.

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