Hayao Miyazaki compie 80 anni – Il filo rosso di una poetica pacifista


Buon compleanno Hayao Miyazaki! Il maestro dell’animazione giapponese compie proprio oggi 80 anni!

Un instancabile lavoratore, il papà dello Studio Ghibli. Ha sempre disegnato di suo pugno gli storyboard dei propri film, arrivando anche a dover ricorrere all’agopuntura per placare i dolori causati dallo sforzo. Nonostante i problemi alla vista causati dalla sua meticolosità artistica, Miyazaki non sembra intenzionato ad andare in pensione: è dal 1997, con l’uscita di Principessa Mononoke, che si annuncia il suo ritiro dalle scene; l’ultimo tentativo nel 2013, dopo l’uscita di Si alza il vento.

In occasione del suo compleanno, abbiamo raccolto in questo articolo i principali elementi della poetica sottesa a tutti i suoi film, per celebrare insieme una figura che ha segnato la storia del cinema mondiale!

Gli 80 anni di Hayao Miyazaki

In Hayao Miyazaki, l’etica del lavoro e la motivazione nel raccontare storie da sogno sono così forti e intime che non tiene molto in considerazione riconoscimenti e premi ricevuti durante la sua lunga carriera. Preferisce viaggiare per cercare l’ispirazione e scoprire il mondo, Miyazaki, piuttosto che per andare a ritirare un premio di persona.

Nel 2003 non si è presentato agli Academy Awards per ricevere l’Oscar per il miglior film di animazione con La Città Incantata: non intendeva visitare un Paese, gli Usa, “che bombarda l’Iraq” (da una sua intervista a LATimes). Ha poi ceduto alle richieste del suo amico John Lasseter, tornando negli Stati Uniti per promuovere Ponyo sulla scogliera nel 2009 e ricevere il suo Oscar alla carriera nel 2014.

Nei suoi anni di carriera, Hayao Miyazaki è riuscito a creare dei piccoli angoli di sogno capaci di ispirare piccoli e grandi (anche Pixar ha deciso di rivolgersi al pubblico dei bimbi cresciuti!). Delle opere multilivello, ispirate alla sua vita personale, alla letteratura occidentale, alla filosofia orientale e a un mix di tutto ciò.

Ma qual è il filo rosso che collega tutti i capolavori del Maestro? Scopriamoli insieme!

Il volo, gli aerei e i piloti: dal Miyazaki Airplane al Savoia S-21

A partire da Nausicaä della Valle del vento nel 1983, fino a Si alza il vento 30 anni dopo, il volo è sempre stato un elemento centrale nei film di Hayao Miyazaki. Il volo, per Miyazaki, significa libertà, ma non per questo si permette di rappresentare i mezzi aerei solo con la fantasia.

miyazaki - si alza il vento

(Credits: Studio Ghibli)

I mezzi aerei disegnati nelle opere dello Studio Ghibli sono sempre in perfetta sinergia con i piloti che li manovrano: dal più realistico idrovolante Savoia S-21 rosso di Marco Pagot ai droni steampunk manovrati da Nausicaä. Variegati, personalizzati ma soprattutto funzionanti: sia in Porco Rosso che in Si alza il vento, per esempio, è chiaro che un mezzo volante per l’autore deve essere prima di tutto tecnicamente impeccabile.

Di padre in figlio

Anche una persona, come me, poco interessata all’ingegneria può rendersi conto che i velivoli di Miyazaki non sono frutto del caso. Pur essendosi laureato alla Gakushuin in Scienze Politiche ed Economiche (una delle università più prestigiose del Sol Levante), Miyazaki ha ereditato la passione per gli aerei da suo padre: Katsuji Miyazaki era, infatti, un ingegnere aeronautico direttore dell’industria di famiglia Miyazaki Airplane. L’azienda produceva pezzi di ricambio per Mitsubishi A6M Zero durante la seconda guerra mondiale.

Ascoltami, ragazzo giapponese: gli aeroplani non sono né degli strumenti di guerra, né un mezzo di profitto commerciale. Gli aeroplani sono uno splendido sogno. Il progettista è colui che conferisce forma al sogno.
(Caproni – Si alza il vento, 2013)

La guerra: il vero villain dei film dello Studio Ghibli

Sarebbe possibile citare tutti i film di Hayao Miyazaki (e dello Studio Ghibli in generale) e il ruolo della guerra sulle note di Kevin Spacey di Caparezza.

Perché Marco è diventato un maiale? La guerra. Perché il mondo di Nausicaä è distrutto? La guerra. La causa dei traumi di Howl? La guerra. La stessa trama di Il mio vicino Totoro si riferisce a un evento autobiografico di Miyazaki che, da bambino, viene sfollato in campagna per scappare ai bombardamenti.

Con il passare degli anni, i film di Miyazaki si sono fatti sempre più duri nel condannare la guerra e le sue conseguenze catastrofiche sull’umanità e sulla natura. Questa sua posizione gli è costata parecchie critiche da parte dei nazionalisti giapponesi, ma la sua risposta è chiara e inequivocabile:

Piuttosto che essere un fascista, meglio essere un maiale
(Porco Rosso, 1992)

Porco Rosso e la sua celebre citazione

(Credits: Studio Ghibli)

La natura e lo Shintō

Per parlare della Natura nella poetica di Miyazaki, potrei citarvi gli ovvi Principessa Mononoke e Nausicaä della Valle del vento con i loro scenari post-apocalittici. Potrei portarvi tra le rovine di Laputa – Castello nel cielo per mostrarvi la natura che vince, oppure nei paesaggi bucolici di Il mio vicino Totoro dove gli spiriti della foresta giocano con i bambini a far crescere gli alberi.

Ma il caso più emblematico arriva ne La città incantata: la protagonista, Chihiro, deve lavare il più putrido degli spiriti arrivati alle terme in cui lavora. L’intraprendenza che il lavoro ha donato alla piccola Chihiro le permettono di capire come aiutare il povero spirito: è uno spirito del fiume, troppo inquinato per potersi muovere.

miyazaki - spirited away

(Credits: Studio Ghibli)

La Natura nei film di Hayao Miyazaki è questo: è onnipresente, onnipotente, potrà essere distrutta ma troverà il modo per risorgere. Una visione complessa e spirituale tipica dell’antica religione giapponese, lo Shintō.

Miyazaki e il femminismo

Le ragazze di Miyazaki incarnano tutte le qualità che nei normali film di azione animati vengono attribuite ai personaggi maschili: sono forti, indipendenti, attraversano un percorso di crescita tramite il lavoro e il sacrificio, raggiungendo i propri obiettivi senza scimmiottare i personaggi maschili, come spesso succede nei tentativi occidentali di creare un personaggio femminile forte.

Pur essendo delle giovani dotate di dolcezza, gentilezza e bell’aspetto, caratteristiche attribuite, stereotipicamente, a personaggi femminili (tipici delle protagoniste del genere shōjo), le ragazze di Hayao Miyazaki non hanno come fine ultimo il coronamento di una storia d’amore.

L’amore come completamento, non come traguardo

A differenza delle protagoniste Disney degli albori, infatti, la loro vita non ruota intorno all’interesse amoroso, che ne influenza i comportamenti nel bene e nel male. Al contrario: quando presente, l’interesse amoroso funge da supporto al completamento del proprio percorso.

I personaggi di Miyazaki sono poliedrici e mostrano tratti caratteriali che prescindono dal genere di appartenenza, stereotipi ancora molto radicati in Estremo Oriente: l’autore è stato capace di ritrarre nei suoi personaggi anche i cambiamenti relativi ai ruoli e alle aspettative che la società attribuisce ai singoli generi sessuali.

Ha creato personaggi al di sopra di ogni stereotipo, dando la possibilità alle donne di essere forti e indipendenti, e agli uomini di essere dolci e gentili.

Il doppio, il confronto per crescere

L’aviazione può rendere le persone più vicine, velocizzandone gli spostamenti, può far provare loro la libertà del volo, ma può anche essere un mezzo di distruzione di massa. I giapponesi se lo ricordano bene. In Miyazaki, però, questo messaggio contro la distruzione della guerra non arriva in un ambiente post-apocalittico ma in due film molto più realistici: Porco Rosso e Si alza il vento ci raccontano l’ambivalenza del volo e il loro doppio.

Lo stesso Porco ha una doppia esistenza, come Marco e come maiale. Il doppio è un altro elemento che unisce tutti i film di Hayao Miyazaki: lo scontro tra San e Lady Eboshi, tra impulso e razionalità, tra natura e progresso tecnologico. Il mondo reale e quello dei sogni. La terra e il cielo, tra potere distruttivo e salvifico del genere umano.

Hayao Miyazaki - La nostra copertina per celebrarne gli 80 anni, con la foto di Figc.mx

(Credits: Figc.mx, Creative commons; modifiche: Marco Frongia e Celeste Satta)

Sono dicotomie che, durante la storia, si sfumano, si incontrano e si equilibrano tra loro. L’unica dicotomia che resta fuori dai giochi è quella tra bene e male, tra buoni e cattivi. Non troverete personaggi malvagi ed eroi perfetti, ma personaggi in divenire, che si scontrano con il loro doppio (che sia un personaggio esterno o una parte di loro stessi) per evolversi in personaggi pluridimensionali.

Miyazaki e l’Italia: storia di un vero amore

Cosa significa Ghibli? Il nome della casa di animazione nipponica viene dal vento del sud e dall’omonimo aereo italiano degli anni 30 prodotto dall’azienda italiana Caproni (personaggio presente in Si alza il vento). L’intero film Porco Rosso è ambientato in Italia – e vi invito a fare attenzione ai giornali nel film, sono molto spassosi. La sorella di Sophie ne Il Castello errante di Howl ci appare con alle spalle un muro di cassette contenenti prodotti italiani. Alcune città ritratte nei film di Miyazaki sono rappresentazioni di città italiane.

Che altro bisogna aggiungere? Anche noi ti amiamo, Hayao!

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