The haunting of Bly Manor – Successo o delusione?


I produttori di The haunting of Hill House – la serie Netflix che ci aveva terrorizzati due anni fa – tornano con una nuova storia di fantasmi capace di tenerci col fiato sospeso: The haunting of Bly Manor.

Come accade ormai spesso nel panorama televisivo – pensiamo a Black mirror o True detective, per esempio – si tratta di progetti antologici, dove la serie non è in alcun modo legata per trama a quella che l’ha preceduta. Il legame è rappresentato dalla produzione, dallo stile e dagli attori che – seguendo il modello dettato da American horror story – vengono riutilizzati tra un progetto e l’altro.

Una serie davvero molto attesa perché The haunting of Hill House era parso un piccolo gioiello nel panorama horror delle serie tv. È difficile, infatti, che una serie tv riesca a spaventare quanto un film – complice una durata maggiore che porta a diluire nel tempo gli avvenimenti e, perciò, impedisce di mantenere costantemente il livello di ansia nello spettatore. Eppure The haunting of Hill House c’era riuscita egregiamente. The haunting of Bly Manor avrà saputo fare altrettanto?

Da The haunting of Hill House a The haunting of Bly Manor

The haunting of Hill House si destreggiava tra le vite e i punti di vista dei suoi protagonisti, in continui flashback. Ogni puntata era raccontata da un protagonista differente e questo contribuiva ad aggiungere tasselli alla narrazione, permettendo un sempre crescente livello di angoscia, fino alla rivelazione finale.

The haunting of Hill House è stata serie davvero quasi perfetta, che aveva tenuto svegli tantissimi spettatori per molto tempo anche dopo averne concluso la visione.

Non c’è perciò da stupirsi che che ci fosse tantissima aspettativa per The haunting of Bly Manor. Ma per apprezzarla, come dicevamo, bisogna partire da un presupposto: la serie non c’entra nulla con The haunting of Hill House. Con questo non intendiamo riguardo alla trama – questo lo abbiamo già detto – ma riguardo all’essenza stessa della serie sorella.

Banner orizzontale di The haunting of Bly Manor , nuova serie netflix dai creatori di the hunting of hill house

(Credit: Netflix)

L’ispirazione letteraria e la trama di The haunting of Bly Manor

Se in The haunting of Hill House il sentimento maggiore era il terrore – che ha attanagliato tutta la storia della famiglia Crain da quando hanno messo piede a Hill House – in The haunting of Bly Manor l’angoscia è dettata non tanto dalle presenze di Bly Manor, quanto da ricercare all’interno dei protagonisti stessi.

L’ispirazione per la serie nasce dai lavori di Henry James, in particolare – ma non solo – dal racconto gotico Il giro di vite, che ne rappresenta la trama principale.

Casa nella nebbia con davanti delle tombe. Suscita un senso di inquietudine e dà l'idea di essere infestata.

(Credit: enriquelopezgarre da Pixabay)

La serie segue infatti la storia della giovane insegnante americana Dani Clayton, che accetta un lavoro nella campagna inglese di Bly come istitutrice di due fratelli: Flora e Miles Wingrave. I due bambini, dopo la morte dei genitori in un incidente all’estero, sono stati affidati alle cure dello zio paterno; il quale, però, vive a Londra e sembra non voler aver nulla a che fare con loro.

A prendersi cura dei bambini – dopo che la precedente istitutrice, miss Jessel, si è tolta la vita – ci sono la governante, il cuoco e la giardiniera. Ultimo personaggio del racconto il giovane Peter Quint, assistente dello zio dei ragazzi, che dopo aver sedotto miss Jessel è sparito portandosi via circa 250mila sterline e portando l’istitutrice alla depressione e, poi, al suicidio.

Mentre la storia avanza lo spettatore inizia a conoscere tutti i fantasmi che perseguitano i protagonisti, scoprendo che non sempre si tratta di qualcuno che è al di fuori quanto, piuttosto, dentro di loro stessi.

The haunting of Bly Manor è una storia d’amore, di fantasmi, di possesso e di assenza: ingredienti classici del genere gotico da cui prende l’ispirazione.

Il cast tra ritorni e nuove scoperte

Se per trama e sfumature The haunting of Bly Manor si discosta molto dalla serie precedente, è stato sicuramente un piacere ritrovare gran parte del cast originale.

A interpretare la protagonista Dani è Victoria Pedretti, che in The haunting of Hill House aveva interpretato l’adulta Nell Craig, e che dà dimostrazione di sapersi ben destreggiare tra ruoli diversi pur trasmettendo in entrambi inquietudine e dolore. Oltre a lei troviamo i suoi “ex genitori” Carla Gugino – qui narratrice del racconto – e Henry Thomas – qui lo zio Wingrave. Se quest’ultimo vi sembra un viso molto familiare e quasi appartenente a un lontano passato non siete in errore: Henry Thomas è uno dei volti della nostra infanzia, avendo interpretato il giovane Elliot di ET.

Tutti i volti del cast di the haunting of bly manor tratti dalle locandine della serie in un unico collage

(Credit: Netflix)

Cameo all’apparenza piccolo, ma molto importante, anche quello di un’altra delle sorelle Crain di Hill House: Kate Siegel.

Chiude il cast dei ritorni Oliver Jackson Cohen, che dopo aver interpretato il problematico Luke Crain in Hill House sfodera qui tutto il suo seducente fascino nel ruolo di Peter Quint.

Tra i nuovi ingressi è impossibile non notare N’Tia Miller (Sex Education) nel ruolo della governante, né la bravura dei due giovani Wingrave, interpretati da Amelie Bea Smith (che alcuni genitori riconosceranno come ormai ex voce originale dell’irritante Peppa Pig) e Benjamin Evan AinsworthI due giovani attori sono sicuramente da tenere d’occhio per la bravura dimostrata nel cambiare continuamente espressione, passando dal viso angelico e il portamento esemplare alle espressioni talmente dure da riuscire a mettere facilmente in soggezione.

Ma quindi: The haunting of Bly Manor è un successo o una delusione?

Dipende. Come abbiamo detto dipende tutto da cosa vi aspettate di trovare.

La storia di Hill House aveva giovato dei tempi lunghi delle serie tv perché gli avevano permesso di approfondire e mostrare, poco a poco, quel tanto che bastava per mantenere alta l’attenzione dello spettatore. Sia la storia dell’infanzia dei fratelli all’interno di Hill House, sia la storia nel presente erano cariche di significati e di dettagli che, tuttavia, non appesantivano inutilmente il racconto.

Questo, sicuramente, non accade in The haunting of Bly Manor.

La storia di Bly Manor si potrebbe riassumere senza alcuna difficoltà nella prima puntata e nelle ultime due. Le altre puntate si dilungano molto, incentrandosi sui protagonisti presenti e passati e andando a approfondire i loro fantasmi interiori.

Prima la paura, poi l’angoscia

La differenza tra le due serie si può riassumere in due parole: la prima parla di paura, la seconda di angoscia. E sono queste le due emozioni che scatenano nello spettatore.

Mike Flanagan, showrunner delle due serie tv, ha capito perfettamente che cercare di replicare Hill House avrebbe probabilmente portato a un fallimento. Cercare di soddisfare le aspettative in quel senso – senza diminuire il livello ma nemmeno cercare di strafare – sarebbe stato davvero un rischio. Meglio, perciò, puntare su qualcosa di diverso.

Carla Gugino - voce narrante di The Haunting of Bly Manor - in una scena della serie tv

Carla Gugino – voce narrante di The Haunting of Bly Manor – in una scena della serie (Credit: Netflix)

Come dichiarato in un’intervista a Entertainment Weekly: “Grazie al pedigree de Il giro di Vite e della sua influenza non solo su alcuni dei nostri eroi – su Stephen King e su Shirley Jackson, del resto – sembrava un posto davvero naturale a cui guardare per un’altra stagione”.

The haunting of Bly Manor e i fantasmi più spaventosi

In fondo lo aveva già spiegato molto bene in Hill House, attraverso le parole di Steven Crain: un fantasma è “una memoria, un sogno a occhi aperti, un segreto, dolore, rabbia, senso di colpa. Ma, nella mia esperienza, la maggior parte delle volte sono solo ciò che noi vogliamo vedere”.

The haunting of Bly Manor abbandona quindi gran parte della componente orrorifica, rallenta e per chi aspetta la paura forse a volte annoia. Ma la realtà è che ci mostra una cosa che non vorremmo vedere e che forse ci spaventa molto di più: tutti ci portiamo dietro i nostri fantasmi. Non sempre sono fantasmi reali: più spesso sono i traumi o sensi di colpa che non vogliamo affrontare e che ci tengono imprigionati come un pozzo gravitazionale.

In sintesi The haunting of Bly Manor è da vedere? Assolutamente. Non vi terrà svegli la notte in preda al terrore, ma vi farà riflettere su qualcosa di ancora più terrificante: il tempo cancella tutto. I volti, gli affetti, i desideri, i ricordi, persino le anime sbiadiscono col passare del tempo.

E l’amore?

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