
Chi è l’infermiera Mildred Ratched? Da dove viene?E cosa fa su Netflix?
L’infermiera Mildred Ratched fa la sua prima comparsa nella cultura popolare nell’acclamato romanzo di Ken Kesley Qualcuno volò sul nido del cuculo del 1962. Uno dei simboli del movimento della controcultura, l’opera accresce il suo successo quando viene riadattata per il grande schermo nel 1975 sotto la regia di Milos Foreman. Nel film omonimo a dare un volto al protagonista ribelle e problematico McMurphy vi è Jack Nicholson.
Qualcuno volò sul nido del cuculo è un classico esempio delle storie narrate in quegli anni di fermento sociale e di voglia di cambiamento: l’individuo contro il sistema. McMurphy infatti è un piccolo delinquente che finisce rinchiuso in manicomio, da cui cerca con tutte le sue forze di lottare contro un’istituzione che vuole reprimere la sua individualità, finendo per sacrificare la sua stessa libertà affinché altri possano ottenerla. L’opera finisce con il protagonista… (se non conoscete il finale, non proseguite nella lettura)

Nella nuova serie tv di Ryan Murphy a dare un volto alla sua infermiera Mildred Ratched c’è una stretta collaboratrice del creatore: Sarah Paulson! (Credits: Netflix)
L’antagonista di Qualcuno volò sul nido del cuculo
Nel 1976 agli Oscar il film fece incetta di premi. Tra i vincitori, oltre a Nicholson come miglior attore, Louise Fletcher fu premiata come miglior attrice protagonista nel ruolo dell’infermiera Mildred Ratched. La Big Nurse (la grossa infermiera, ricorrente epiteto con il quale ci si riferisce nel libro alla donna) è l’antagonista del romanzo. L’infermiera Ratched è la nemesi di McMurphy: è colei che simbolicamente castra il protagonista, relegandolo a un ruolo di sottomissione al suo controllo e alla sua supervisione.
L’antagonista di Qualcuno volò sul nido del cuculo è dunque una persona che incarna i precetti di un sistema che vuole l’individuo succube dei suoi processi di depersonalizzazione, mero involucro su cui inscrivere le proprie riletture. La volontà sociale di rendere l’elemento di disturbo al sistema un docile fantoccio è resa esplicita nel romanzo, così come nel film, nella tragica fine di McMurphy, reso un vegetale dalla lobotomia transorbitale a lui applicata con chirurgica precisione.
L’infermiera Mildred Ratched, come ci viene presentata sia su carta che pellicola, è la trasfigurazione simbolica di questa violenza sistemica. La donna appare priva di empatia, fredda, calcolatrice, pronta a sfruttare le debolezze altrui a suo vantaggio, senza scrupoli e determinata a mantenere la sua posizione di potere.

L’infermiera Mildred Ratched sbuca fuori dal romanzo Qualcuno volò sul nido del cuculo e riappare sul piccolo schermo armata di siringa e punteruolo (Credits: Elisa Tomasi)
L’infermiera Ratched e le donne nel romanzo di Ken Kesley
Gli abusi di un sistema si legano a una figura femminile che da presunta presenza angelica (l’infermiera), diviene qui l’incarnazione di ogni male. Quella dell’infermiera Mildred Ratched è divenuta negli anni nel pensiero comune l’immagine della donna crudele, mangiatrice di uomini. L’opera di Kesey, riletta in una prospettiva di genere, non può che informare il lettore di un substrato di misoginia che pervade il romanzo.
In Qualcuno volò sul nido del cuculo le donne vengono percepite o come oggetto del desiderio maschile o come madri – la maggioranza dei pazienti del manicomio ha problemi con la figura femminile, sia essa una moglie o una madre dalla presenza ingombrante. Unica eccezione che fuoriesce dallo schema: l’infermiera Mildred Ratched. Questa donna appare agli occhi di McMurphy e degli altri pazienti come una presenza malefica, un’essenza matrigna. Nella loro visione essa non può essere dominata sessualmente (anche solo trascendentalmente con lo sguardo) né può assurgere al ruolo idealizzato di madre amorevole. Tant’è che lo scontro tra eroe e antagonista si manifesta come un atto di violenza sessuale: McMurphy attaccherà Ratched, scoprendole il seno davanti all’intero reparto psichiatrico per poi mettersi a cavalloni su di lei attanagliandole il collo con le mani.
Ratched, perché Ryan Murphy ha deciso di dedicarle una serie su Netflix
In Qualcuno volò sul nido del cuculo l’infermiera Mildred Ratched appare così: statuaria presenza fissa, crudele e impassibile, senza alcuna possibile interpretazione del perché del suo agire. Nel romanzo, come nel film, la donna non ha neanche un nome. Ha solo un cognome, al quale è stato attaccato come “prefisso” la sua mansione: infermiera. Di lei viene solamente accennato un fatto del suo passato: viene detto che ha servito nell’esercito, che è lì che è stata formata alle discipline infermieristiche.
L’infermiera Ratched però da allora ha imperversato nell’immaginario collettivo come quella figura arcigna e superba, che sadisticamente gode delle miserie altrui. Tant’è che nella classifica dei migliori 100 cattivi della storia del cinema stilata da Afi (American Film Institute) è al numero 5, sotto solo a la malvagia Strega dell’Ovest e Darth Vader.
Ryan Murphy, che negli incubi del nostro immaginario ci sguazza, ha pensato bene dunque di produrre con Netflix una serie dedicata proprio a lei: all’infermiera Mildred Ratched.

Uno dei poster di Ratched (Credits: Netflix)
In Ratched, uscita ormai da qualche settimana sulla piattaforma streaming, Murphy dota l’antieroina finalmente di un nome proprio: Mildred. Soprattutto però, quello che fa la serie è donare a questa figura ormai fantasmagorica una backstory. Ratched è ambientata sul finire degli anni Quaranta, quindi molti anni prima rispetto agli accadimenti di Qualcuno volò sul nido del cuculo.
Qui troviamo Mildred che ancora deve realizzare a pieno il personaggio dell’infermiera Ratched; la serie è impostata in modo tale da svelare tutte quelle micro fratture che pian piano andranno a sgretolare l’integrità della persona di Mildred e a renderla la monolitica Ratched. La prima stagione (e ne è stata già prevista una seconda) è incentrata su quelle che sono le motivazioni della protagonista per creare il personaggio dell’infermiera Mildred Ratched.
Mildred Ratched protagonista di scenari alla American Horror Story
La serie, essendo a firma Murphy, non si preclude di indagare (oltre il passato dell’antieroina) la psiche umana in tutte le sue forme e i suoi contenuti. Una particolare attenzione ricade sopratutto su quelle prodezze acrobatiche che compie la nostra mente per sfuggire o indugiare su alcune sue fantasie, paure e quant’altro.
Stiamo parlando del creatore dell’antologia di American Horror Story: quindi preparatevi al grottesco, all’horror, allo splatter, a scenari da incubo, ma anche a tutte quelle battute secche e ironiche che condiscono le sue sceneggiature.
Ratched è un viaggio in un’epoca: il dopoguerra americano con tutti i suoi personaggi, il suo immaginario, i suoi vizi e le sue ipocrisie, sempre seguendo le vicende che formeranno il successo dell’infermiera Mildred Ratched come perfetta cattiva da top ten dell’immaginario di tutti.
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