Guida galattica per autostoppisti: la serie
«Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell’estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c’è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un’ottima invenzione.» [incipit del libro]
Tutto partì da una serie radiofonica
Il romanzo (il primo di una serie di cinque) è un adattamento di una serie radiofonica della BBC del 1979. Arthur Dent, il protagonista, si sveglia con il giardino pieno di ruspe gialle, pronte a demolirgli la casa per far spazio a una superstrada. Ironia della sorte lo stesso giorno è in programma la distruzione del pianeta Terra proprio per far spazio a una superstrada spaziale.
Perchè la Guida galattica è un cult
Hanno così inizio le buffe avventure del protagonista, salvato dal suo miglior amico alieno che lo porta nello spazio fornendogli però uno strumento utilissimo: la Guida galattica per autostoppisti che ha un enorme successo di vendita in tutta la galassia (tranne che ovviamente sulla Terra) perché costa poco e reca su di essa la scritta (a lettere grandi e amichevoli) Don’t Panic!
Tra i millennials, e non solo, la Guida galattica per autostoppisti è diventata un vero cult. Tanto è vero che film e serie TV venute in seguito sono pieni di riferimenti al romanzo.
Forse saprete già la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto? [la soluzione in fondo all’articolo]. Oppure perché è importantissimo portarsi sempre con sé un asciugamano?
Perché “l’asciugamano è forse l’oggetto più utile che un autostoppista galattico possa avere. In parte perché è una cosa pratica: ve lo potete avvolgere intorno perché vi tenga caldo quando vi apprestate ad attraversare i freddi satelliti di Jaglan Beta; potete sdraiarvici sopra quando vi trovate sulle spiagge dalla brillante sabbia di marmo di Santraginus V a inalare gli inebrianti vapori del suo mare; ci potete dormire sotto sul mondo deserto di Kakrafoon, con le sue stelle che splendono rossastre; potete usarlo come vela di una mini–zattera allorché vi accingete a seguire il lento corso del pigro fiume Falena; potete bagnarlo per usarlo in un combattimento corpo a corpo; potete avvolgervelo intorno alla testa per allontanare vapori nocivi o per evitare lo sguardo della Vorace Bestia Bugblatta di Traal (un animale abominevolmente stupido, che pensa che se voi non lo vedete nemmeno lui possa vedere voi: è matto da legare, ma molto, molto vorace); infine potete usare il vostro asciugamano per fare segnalazioni in caso di emergenza e, se è ancora abbastanza pulito, per asciugarvi, naturalmente”.
O ancora che la canzone Paranoid Android dei Radiohead è ispirata a uno dei personaggi del romanzo: Marvin il robot depresso? Così depresso che i computer di bordo delle navicelle si suicidano dopo qualche giorno in sua “compagnia“.
L’umorismo è l’arma più forte che abbiamo
Le possibilità infinite esplorate da Douglas partendo da un elemento comune e familiare come un asciugamano sono infatti il punto forte del romanzo. Non è difficile ritrovare nei suoi personaggi stereotipi di persone che popolano il nostro quotidiano. I tristi burocrati Vogon, che fanno delle regole un fine più che un mezzo (se avete esperienze con gli impiegati dei pubblici uffici o delle Poste sapete bene di che parlo), che scrivono poesie – orrende – trasformandole in strumenti di tortura. Oppure Zaphod Beeblebrox, presidente della Galassia,l’incarnazione del politico vanitoso, tronfio e inutile (e di esempi ne abbiamo tanti).
Dicevamo quindi di come fare umorismo e raccontare storie con cose credibili che diventano incredibili, anticipando già negli anni 70 un modo di fare cinema e televisione familiare e moderno ancora oggi. Ci insegna Douglas che l’arma più potente è – insieme alla bellezza aggiungo io – l’umorismo. Dovremmo usarne di più, soprattutto in questi tempi bui.
Come vorremmo la serie?
La Guida galattica per autostoppisti è già stata un film del 2005, con Martin Freeman, Max Rockwell, Zooey Deschanel, John Malkovic e la voce di Alan Rickman (il Professor Piton nella saga di Harry Potter per intenderci). Nel caso del film è stato fondamentale il cast che ha saputo dare corpo agli strampalati personaggi della saga. Per quanto sia difficile rendere visivamente un libro caposaldo come questo, che troppo spesso soccombono agli adattamenti televisivi e cinematografici, possiamo sperare che la serie riesca a rendere tutte le sfumature, l’humor britannico e le situazione nonsense che tanto ci hanno già emozionato su carta.Seguiteci su Instagram e vi terremo aggiornati sull’uscita di questa e tantissime altre serie!
[Risposta] *Ma 42 ovviamente.
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