Recensione Polaroid


Polaroid. Un film di Lars Klevberg con Madelaine Petsch e Kathryn Prescott.

recensione polaroid

Jump scare e teen drama: gli elementi caratteristici di Polaroid, il primo lungometraggio del regista Lars Klevberg lo rendono un horror “tradizionale”, ben confezionato, che non sorprende né pretende di farlo.
Nessuno sbilanciamento, nessuna scelta coraggiosa: un film da compagnia che risulta godibile ma forse delude un po’ chi è abituato ad associare i paesi nordici a storie intriganti e indimenticabili.

Polaroid, la trama

recensione polaroid

Bird, la protagonista del film, è un’adolescente introversa e intelligente con una grande passione per la fotografia. La storia comincia quando il figlio del suo capo le regala una polaroid: oggetto romantico e ormai desueto per gli adolescenti abituati a scattare foto quando e come vogliono grazie ai loro smartphone di ultima generazione. Eppure, la polaroid ha un fascino particolare: forse per quella “magia” con cui l’immagine immortalata con l’obiettivo si materializza in pochi istanti tra le mani del fotografo improvvisato.
Il ritorno degli oggetti vintage nel cinema e nelle serie tv non è un argomento nuovo: la serie Tredici firmata Netflix ha cavalcato quest’onda nostalgica e romantica fin dalla prima stagione, passando dalle audiocassette di Hannah Baker alla campagna social con le foto appunto di una polaroid.

Bird Fitcher dunque entra in contatto con questo oggetto che sembra aprire la porta tra passato e presente. Come ben presto intuisce, questa non è l’unica porta che apre: tutte le persone che fotografa cominciano ad avere incidenti mortali, e rapidamente inizia la corsa contro il tempo. Non solo Bird, ma la sua socievole ed estroversa migliore amica, il ragazzo di cui è innamorata, il re e la reginetta della scuola, tutti si trovano a essere bersagli di una forza oscura e misteriosa che sembra essere imbattibile, e contro cui i ragazzi devono trionfare se vogliono sopravvivere.

Polaroid, i personaggi

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La trama tradizionale, a tratti persino banale, si porta dietro personaggi altrettanto stereotipati, probabilmente volutamente (almeno in parte): se Bird è caratterizzata, e le sue particolarità emergono fin dal principio, tutti gli altri “compagni di sventura” non sono molto più che carne da macello, come in molti horror di tutto rispetto d’altronde. Ognuno di loro rappresenta una personalità-tipo del mondo del liceo, e contribuisce quindi a portare in un’atmosfera un po’ alla Riverdale quell’inquietudine che in diversi passaggi fa fare dei bei salti sulla poltroncina del cinema.

Polaroid, valutazione

Nel complesso, Polaroid risulta essere un film godibile, piacevole e spaventoso ma senza strascichi. Nessun’emozione di lunga durata alla The Ring (può essere un bene), nessuna grande sorpresa nemmeno nel finale, nessun personaggio per cui stringere forte il vicino di sedile nelle scene peggiori. Godibile, appunto, ma non esaltante: una volta usciti dalla sala si è passata una serata piacevole e niente più di questo.

Nel complesso, promosso ma senza lode. Una buona prima prova, ma da Klevberg ci aspettiamo di più.

Polaroid, trailer italiano ufficiale

 

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