Recensione Boy Erased – Vite Cancellate (dal bigottismo d’oltreoceano e non solo)


Un film di Joel Edgerton, con Lucas Hedges, Nicole Kidman, Russel Crowe, Joel Edgerton, Xavier Dolan, Troye Sivan, Joe Alwyn.

« Sono gay e sono tuo figlio, e nessuna di queste due cose può cambiare »

Ad un passo dall’andare al college, il giovane Jared si accorge di non essere interessato all’intimità con la propria ragazza, ma di essere invece attratto dagli altri maschi.

Cresciuto in ambiente chiuso e bigotto, il ragazzo è convinto che le proprie pulsioni sessuali siano anormali e sbagliate e intorno a lui nessuno fa nulla per convincerlo del contrario; quando è improvvisamente costretto a rivelare la verità ai propri genitori, egli si sottopone volontariamente alla loro offerta di aiuto a curare questa devianza e, accompagnato dalla madre, viene mandato in un centro di “riconversione”.

Lucas Hedges interpreta il protagonista Jared Eamons, un ragazzo prigioniero in molti sensi

Lucas Hedges interpreta il protagonista Jared Eamons, un ragazzo prigioniero in molti sensi

Rinchiuso in una specie di lager ultra-religioso insieme a molti altri giovani ragazzi e ragazze, Jared sperimenta le tecniche di riconversione sessuale del fanatico Victor Sykes, autoproclamatosi terapeuta, a base di psicologia da quattro soldi, senso di colpa costante verso Dio e Gesù e attività sportiva forzata.

Oltre all’obbligo di non poter raccontare alcun dettaglio di tali trattamenti al mondo esterno, i pazienti che si dimostrano recidivi nell’atteggiamento omoerotico vengono invitati a stabilirsi all’interno del centro per programmi di un anno o più, quindi l’unico modo in cui Jared e compagni possono pensare di uscire indenni dalla terapia è fingere il più possibile che questa stia facendo effetto e che essi rinuncino al peccato di sentirsi omosessuali.

Boy Erased, nonostante la tematica che tratta, è un film inaspettatamente trattenuto, quasi modesto nella costruzione dell’assurda vicenda, ed è tratto dalla storia vera di un ragazzo americano che a 18 anni ha vissuto sulla propria pelle la brutalità del gruppo di riconversione, per “guarire” dall’omosessualità in nome della religione, e che poi è diventato giornalista per denunciare tutto ciò di cui è stato testimone.

All'inizio si stenta a riconoscere la Kidman sotto un trucco da Dolly Parton ultracattolica

All’inizio si stenta a riconoscere la Kidman sotto un trucco da Dolly Parton ultracattolica

In questa pellicola troviamo una star come Nicole Kidman nei panni della madre dapprima ridicola, che passa le sue giornate a pregare che suo figlio cambi idea sui propri gusti sessuali, poi però riesce a capire che in quel luogo in cui tutti sono così candidi e sorridenti avviene qualcosa di sbagliato e allora vive una sorta di scatto di orgoglio, di protezione verso il suo bambino.

Russel Crowe, ingrassato e irriconoscibile, è invece il padre, un pastore battista che predica l’amore di Dio ma che poi fa rinchiudere il figlio, e chiude gli occhi sulla brutalità dell’istituto in cui lo ha mandato.

Ma il centro del film è ovviamente il bravissimo protagonista Lucas Hedges, classe 1996, già straordinario e profondo comprimario un paio d’anni fa in Manchester By The Sea e lo scorso anno sia in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri che in Ladybird; Lucas sta vivendo il proprio momento di visibilità grazie a questo film e a Ben Is Back, in cui lo vediamo a fianco di Julia Roberts, uscito quasi in contemporanea.

Specializzato nel ruolo del ragazzo introverso e un po’ problematico, in Boy Erased Hedges riesce a toccare le giuste corde emotive senza diventare mai melodrammatico, il protagonista Jared infatti non estremizza mai le proprie emozioni ma le porta sul volto come un macigno.

La sua interpretazione, che risulta essere così misurata sullo schermo, è in realtà complessa e piena di sfumature, in un gioco di sottrazione della drammaticità, quasi anestetizzata.

Ad esempio, nella scena fondamentale del coming out, nonostante i pianti e la disperazione dei genitori bigotti di fronte alla sua ammissione, Jared non fa drammi ma si limita ad ammettere che “pensa ai ragazzi, non sa perché e gli dispiace”; anche l’unica scena di violenza sessuale è molto breve e poco esplicita.

La giovane star Troye Sivan ha anche scritto e interpretato la canzone originale Revelation per la colonna sonora di Boy Erased

La giovane star Troye Sivan ha anche scritto e interpretato la canzone originale Revelation per la colonna sonora di Boy Erased

Si fanno notare un paio di guest star d’eccezione, due artisti dichiaratamente gay come il cantante Troye Sivan e l’attore/regista prodigio Xavier Dolan che però, nonostante l’impegno personale profuso in questo progetto, restano inaspettatamente defilati, un po’ sullo sfondo, e i loro personaggi quasi rassegnati, a subire la vicenda anziché ribellarsi.

Dopo uno svolgimento quasi raggelato, il ritmo drammatico del film prende piede verso il finale, con l’intensificarsi della violenza psicologica e fisica che il finto terapeuta aguzzino imprime ai propri pazienti, alcuni come Jared troveranno il coraggio di opporvisi e salvarsi, anche grazie ad aiuti e insperate prese di coscienza, mentre altri non reggeranno il peso degli abusi.

L’australiano Joel Edgerton è il regista di Boy Erased, al suo secondo lungometraggio, nonché sceneggiatore, produttore e anche attore nel ruolo più odioso, ovvero quello del ciarlatano “Dott.” Sykes terapista della riconversione sessuale.

Nicole Kidman e Russell Crowe danno prova delle loro doti drammatiche

Nicole Kidman e Russell Crowe danno prova delle loro doti drammatiche

Se alcuni errori di sceneggiatura impediscono l’approfondimento di situazioni e personaggi che avrebbero meritato più spazio, soprattutto quelli interpretati da Xavier Dolan e Troye Sivan, l’appiattimento emotivo di Boy Erased si riscatta con l’evoluzione dei genitori di Jared, loro sì oggetto di una naturale e istintiva conversione, che viene resa magnificamente dalla recitazione di Crowe e soprattutto della Kidman, a ricordarci perché la loro fama, oggi un po’ offuscata, è ampiamente meritata.

Il messaggio di questo film è diretto ai genitori di figli come Jared, specialmente a quelli cresciuti in un piccolo mondo antico e bigotto, e li invita ad aprire le proprie coscienze all’amore in tutte le sue forme, perché non ne esistono di sbagliate.

Garrard Conley, giornalista e scrittore di Boy Erased, e sua madre. Alla loro storia è ispirato il film di Joel Edgerton

Garrard Conley, giornalista e scrittore di Boy Erased, e sua madre. Alla loro storia è ispirato il film di Joel Edgerton

Boy Erased ci ricorda che testimonianze come quella di Eamons, che nella realtà si chiama Garrard Conley ed ha trovato il coraggio di denunciare la barbarie di questi centri rieducativi religiosi, egli è l’autore del libro omonimo in cui racconta il suo viaggio lungo e doloroso grazie al quale ha però maturato la consapevolezza e la forza di affermare la propria identità, dopo un’esistenza vissuta nell’ombra della vergogna di non potersi rapportare apertamente con la propria famiglia e comunità.

Non dobbiamo però purtroppo stupirci che tali istituti esistano tuttora e siano tollerati in lungo e in largo negli Stati Uniti, nonostante le torture psicologiche e fisiche che infliggono a migliaia di ragazzi confusi e spaventati, perché anche noi nel 2019 viviamo in un paese il cui governo e i suoi ministri patrocinano un’iniziativa come il convegno mondiale delle famiglie, che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo prossimi, e altro non è che un meeting internazionale di gruppi e movimenti contro l’aborto e la libertà di scelta delle donne, contro le unioni omosessuali, per la promozione della famiglia eteropatriarcale come unica possibile.

Un film come Boy Erased, nella sua compassata gravità, ci aiuta a riflettere ma le storture prodotte dal bigottismo le abbiamo davanti agli occhi ogni giorno anche a casa nostra.

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