Recensione Interattiva – Black Mirror – Bandersnatch


Quando prendi una decisione, pensi che sia una tua scelta ma non lo è.

black mirror bandersnatch

Il 28 dicembre 2018, dopo mesi e mesi di attese, Netflix ha rilasciato Bandersnatch, l’episodio speciale della serie Black Mirror. Non me ne vogliano gli amici della rubrica Serie TV, ma Bandersnatch è un vero e proprio film (e quindi ce lo accaparriamo noi di Al Cinema!), con una durata variabile in base a ciò che scegliamo…

Esatto! È un film interattivo! Un po’ come sognavamo già con Jean Claude, premendo un tasto saremo noi a guidare le scelte del protagonista, dal tipo di musica che ascolta sul bus ai cereali che mangia a colazione a…ve lo dico dopo! L’inizio del film permette di fare queste scelte banali per guidare lo spettatore nella dinamica del bivio che da lì in avanti diventerà cruciale e influenzerà davvero la trama. Bandersnatch si inserisce perfettamente nel quadro Black Mirror: lo schermo nero della quarta parete si rompe e ci troviamo immersi in una spirale distopica e al contempo assolutamente realistica.

Se fate scorrere il film senza selezionare nessuna delle opzioni (avete 10 secondi di tempo per effettuare ogni scelta), il film prosegue e farà in modo di mostrare tutti i finali alternativi. Durante la visione, a qualche pazzo come me verrà in mente di prendere carta e penna o un qualsiasi tool per diagrammi e cercare di fare ordine nelle scelte e nelle conseguenze ma non vi preoccupate: su reddit c’è già chi l’ha fatto per noi! Ve lo linko qui sotto, nella sezione spoiler!

black mirror bandersnatch

La colonna sonora è ad opera di Brian Reitzell è un occhiolino agli anni 80 che, dopo Stranger Things, è un vincere facile. Per la regia, personalmente, credo sia riuscita. So che mettere ansia a me non è un compito difficile, ma farla penetrare così bene non può che essere motivo di applausi. E dire che la colonna sonora apre il film con “Relax” dei Frankie Goes to Holliwood. Che simpatici, davvero.

L’episodio si svolge nel 1984, e segue la storia di Stefan Butler, un giovane geek appassionato di computer, programmazione e videogiochi. Stefan sta ambiziosamente programmando un videogioco, basato su un libro omonimo che prevedeva, appunto, dei finali alternativi in base alle scelte del lettore. “Scegli la tua avventura” è la descrizione che Stefan utilizza per descrivere a suo padre il tipo di libro. Il videogioco si basa sullo stesso principio, rivoluzionario per l’epoca: un adventure game che, di scelta in scelta, ti conduce attraverso un labirinto.

black mirror bandersnatch

In realtà, negli anni 80, la Imagine Software aveva iniziato il progetto Bandersnatch – che però ha portato l’azienda al fallimento prima che il gioco vedesse la luce. Dopo due anni, nel 1986, il progetto “vaporwave” ha visto la luce sotto il nome di Brataccas ma con significativi cambiamenti.

Nella prima metà, Stefan porta la sua demo alla Tuckersoft, un’azienda produttrice di videogiochi in espansione e conosce il suo mito, Colin Ritman, un famoso programmatore.

 

Da qui in poi…
black mirror bandersnatch

 

Qui avviene la prima scelta rilevante per il gioco: a Stefan viene offerto di lavorare al gioco in ufficio oppure proseguire da casa. Nel caso della prima opzione, Colin lo avviserà che la scelta è sbagliata e il film partirà da capo, con però delle note diverse: Colin si ricorderà di Stefan e quest’ultimo si ricorderà del bug del videogioco. Sono le prime sovrapposizioni delle linee temporali che, in pieno stile whovian, questo episodio non tratta in maniera lineare ma come diramarsi di rampicanti. Colin sarà essenziale per il protagonista, in alcune delle sue scelte e specialmente per la spiegazione di questa concezione del tempo e delle scelte dietro questo episodio speciale:

“le persone pensano che esista una sola realtà, ma ne esistono tantissime, che si diramano come radici di un albero. E quello che facciamo in una via, influenza ciò che accade in altre vie. Il tempo è un costrutto, le persone pensano di non poter tornare indietro e cambiare le cose. Ma tu puoi, ecco perché esistono i flashback: sono inviti a tornare indietro e fare scelte differenti. Quando prendi una decisione, pensi che sia una tua scelta ma non lo è.”

Il fatto che sia una frase pronunciata sotto effetto di LSD non cambia molto la situazione, dato che – man mano che il pubblico interagisce e prende delle decisioni – la trama diventa sempre più intricata e distorta. Le teorie complottiste sul Potere e Controllo – una sorta di Truman Show versione asilo, il trauma della morte di sua madre e persino un delirante finale stile Kill Bill sotto anfetamine che mi ha fatto ridere fino alle lacrime.

La trama prosegue con dei punti fissi: il protagonista è in analisi dalla dottoressa Haynes, dove racconta del trauma subito con la morte di sua madre, di cui si sente responsabile. Parte della trama e delle scelte si sviluppa intorno a questo perno.

Un altro perno è il nervosismo crescente di Stefan con l’avvicinarsi della deadline per la consegna del videogioco. I livelli da programmare sono tantissimi e i bug continuano a spuntare, rendendo il protagonista sempre più alienato e dissociato dalla realtà.

black mirror bandersnatch

La cosa più inquietante è stata, indubbiamente, vedere il protagonista rompere ulteriormente la quarta parete e identificare lo spettatore – che prende le decisioni per lui – come parte integrante della trama. È una sensazione strana, e terribile allo stesso tempo (io personalmente ho preferito fare a pezzi il padre che tirare il té al computer, mai nella vita da quando mi è successo davvero. E ora, forza, chiamate il TSO!).

Tra film e spettatore esiste, da sempre, una strana dimensione di distanza compressa: lo spettatore osserva lo svolgimento della trama con coinvolgimento ma allo stesso tempo un distacco che permette di distinguere tra realtà e finzione. Tuttavia, il gioco di Black Mirror è stato sempre quello di mettere in discussione delle certezze: qui viene meno la certezza del distacco. Noi siamo effettivamente lì a decidere per lui, lui se ne rende conto e cerca di rifiutarsi. Ma allo stesso tempo, la situazione ci fa riflettere anche su altre convinzioni, come l’arbitrarietà delle nostre scelte. Siamo davvero in controllo? Le nostre scelte sono nostre o suggerite? E cambiano davvero il corso degli eventi?

Qui di lato vi lascio il diagramma con tutti i finali possibili. In ogni caso, la trama è strutturata per lasciare lo spettatore in un loop narrativo quasi senza uscita, dove prima o poi le scelte potranno cambiare e potrai tornare indietro a cambiare idea. Di fatto, il potere delle nostre scelte è contemporaneamente affermato e negato. Il tutto non si discosta molto dalla linea narrativa generale della serie: questo ponte tra cinema e videogioco, tra realtà e finzione, ci cattura e ci tiene intrappolati tra follia e teorie complottiste.

Spero di leggere presto degli articoli su questo argomento da parte dei ragazzi di Discorsivo che si occupano di filosofia e psicologia!

E ora scusatemi, prendo la mia coperta del conforto e vado a riprovare tutte le combinazioni possibili entro la fine del 2018.

Buon anno a tutti, che sia una vostra scelta oppure no!

https://www.youtube.com/watch?v=UmS4W5BS0OU

1 comment

Aggiungi
  1. Emmanuele Carlone

    Salve, ho letto questa bellissima recensione interattiva e vorrei proporvi il mio punto di vista qualora potesse essere d’interesse per qualcuno.

    Dopo aver visto altri finali alternativi a quello iniziale sono giunto ad una conclusione particolare: ogni volta che terminavo una scelta e la puntata terminava avevo sempre la curiosità di andare a guardare cosa sarebbe successo se avessi cambiato la mia scelta, quando ho notato che alcuni finali erano veramente inutili o quasi beffardi (tipo quello dove Colin combatte con la dottoressa a mo’ di videogioco) sono giunto alla conclusione che la curiosità del capire “cosa sarebbe successo se” avessi scelto altro è la causa del mio arrivare a finali sempre più deliranti.
    Mi spiego meglio, nella puntata si parla dello scrittore del libro che nel tentativo di trovare la risposta ad ogni bivio che gli si presentava davanti finisce col diventare pazzo. Allo stesso modo, Colin, in uno dei finali consegnerà il suo videogioco, ma in fase di test di vedrà che questo presenta ancora dei problemi perché lui afferma che voleva aggiungere un altro bivio, questa ricerca continua di continuare la storia ad ogni bivio fa si che le possibilità e le strade che si presenteranno dopo aumentino in modo esponenziale. Così come Colin e lo scrittore, lo spettatore dello show è messo ogni volta dinanzi a un bivio, una volta che ha completato la strada percorsa si vuole tornare indietro per cercare di capire “che cosa sarebbe successo se” avesse scelto in maniera differente. Perciò è vero che le scelte sono guidate, ma è anche vero che se si prova a stare dietro a tutti i bivii che ci vengono posti davanti e se si prova a completare tutte le strade rischiamo noi stessi, dietro uno schermo, di impazzire. Perciò, la mia conclusione, è che lo spettatore debba smettere di guardare la puntata una volta che ha preso le sue decisioni è che ha visto il suo finale. La ricerca di altre strade, di vedere “cosa sarebbe successo se” porterebbe solo a un caos mentale. Morale della favole: bisogna essere convinti delle proprie scelte, anche se sbagliate, non bisogna preoccuparsi di quello che non è successo.

    Grazie per l’attenzione

+ Leave a Comment