Recensioni: Revenant – Redivivo


Revenant - Redivivo : trailer e recensione Revenant – Redivivo

di Alejandro González Iñárritu, con Leonardo di Caprio, Tom Hardy Domhnall Gleeson,  Melaw Nakehk’o, Forrest Goodluck.

Stati Uniti, 1823. Hugh Glass e suo figlio Hawk fanno parte di un gruppo di cacciatori di pelli guidato dal capitano Andrew Henry: il lavoro è duro e difficile, il clima è ostile e la spedizione vive costantemente sotto la minaccia di un attacco da parte degli indiani Ree.  Quando un orso attacca Glass, l’uomo rimane gravemente ferito e alla mercè dei compagni di viaggio. L’orribile tradimento di uno di loro instillerà in Glass un cieco desiderio di vendetta…

Iñárritu ritorna agli Oscars dopo Birdman, e conferma tutte le aspettative più elevate. Revenant – Redivivo è un ritratto monumentale e cruento sulla natura dell’uomo e del mondo, quasi una Zattera della Medusa cinematografica, e rasenta la perfezione nei minimi dettagli.  Si capisce allora, il senso di un bugdet lievitato da 60 a 135 milioni di dollari e i lunghi mesi di riprese nel gelo estremo del Canada e dell’Argentina. Gli orizzonti che paiono infiniti, l’incanto dell’aurora, la crudezza della luce naturale nei piani sequenza elevano la fotografia del “solito” Emmanuel Lubezki ben oltre Gravity e lo stesso Birdman. 

Leonardo DiCaprio interpreta Hugh Glass nella migliore prova della sua carriera finora: costretto a recitare in condizioni proibitive ( nell’acqua gelida rischiando l’ipotermia, per dirne una) l’attore passa gran parte del film senza parlare. Si smorzano così i virtuosismi e i narcisismi dell’istrione che sono il punto di forza e la più grande debolezza di DiCaprio. Ciò che rimane è una recitazione costruita sul corpo, anzi su di un corpo martoriato: gesti, sguardi e nient’altro. Tom Hardy è altrettanto essenziale: il suo personaggio è un cattivo da manuale e la nemesi perfetta di Glass. I comprimari, come Forrest Goodluck/Hawk sono caratterizzati da pochi tratti, ma precisi e riconoscibili come i ruoli di una tragedia codificata.

La storia  di Revenant  – Redivivo è in parte vera: negli anni venti del 1800 un certo Hugh Glass, cacciatore di pelli, percorse 200 miglia a piedi nel gelo del South Dakota, dopo essere stato ferito da un orso e abbandonato dai compagni di viaggio. Nel 2002 Michael Punke ha pubblicato un romanzo ispirirato alla vicenda di Glass e quest’opera costituisce la base del film di Iñárritu. Nella differenza tra finzione e realtà si gioca l’essenza del lavoro cinematografico: il vero Hugh Glass non aveva nessuna vendetta da compiere, mentre il personaggio di DiCaprio, ispirato al racconto di Punke, è animato solo dal desiderio di rivalsa. 

 Revenant  – Redivivo non è quindi una storia di sopravvivenza, ma di pura e semplice vendetta ed il luogo più inospitale sembra essere non il gelido nord, ma il cuore dell’uomo. Ci sono buoni e cattivi, ma i sentimenti che animano gli uni e gli altri sono ugualmente basilari, meri istinti più che complessi stati dell’animo.

L’uomo è nudo alla corte di Iñárritu:  soprattutto le figure maschili bianche ed adulte. Donne e ragazzi sono soprattutto vittime da  brutalizzare o da soccorrere (ed idealizzare ). I nativi americani sono qualcosa di ancora diverso: c’è chi ha parlato di una qualche forma di giustizia, seppur violenta e terrificante. Simbolicamente, quando tocca a Glass, il giudizio viene in qualche modo sospeso. Nessuna grazia, ma nemmeno una condanna.

Da vedere assolutamente.

(e da premiare agli Oscars 2016!)

 

 

2 Comments

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  1. Alessandra

    mmm…io l’ho visto con alcuni amici e sono rimasta molto delusa. Dall’inconsistenza della sceneggiatura, e dalle domande a cui il film non dà risposta.
    Bravo Di Caprio, per carità, bellissimi i paesaggi…ma grande delusione per tutto il resto…

    • Lucia Pugliese

      Ciao Alessandra, grazie per aver commentato. 🙂 A me il film non è dispiaciuto affatto, anche se sono d’accordo con te su un punto: Di Caprio lo regge per intero. Senza la performance del grande attore, verrebbe a mancare qualcosa, magari perchè non c’è molto da ” raccontare ” se non una lunga marcia nel freddo…. però rimane comunque il miglior candidato all’Oscar per miglior film tra quelli che abbiamo visto finora. Tu cosa ne pensi? C’è qualche altro film che merita la statuetta?

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