Recensione – Boxtrolls – Le Scatole Magiche


locandinaBoxtrolls – Le Scatole Magiche. Un film di Anthony Stacchi, Graham Annable. Con Ben Kingsley, Isaac Hempstead-Wright, Elle Fanning, dee Bradley Baker, Steve Blum.

 

 

“Uovo: E’ un piacere conoscervi!
Signore invitato alla festa: Molto bene!
Uovo: Anche se non lo è per niente!

 

 

Ieri sera, su Mediaset Premium, hanno trasmesso in prima tv il film d’animazione Boxtrolls – Le Scatole Magiche. Siccome ero curiosa di vederlo fin da quando è uscito al cinema, nel 2014, ne ho approfittato ed il risultato è che adesso sono qui a parlarvene.

 

Boxtrolls è il terzo film d’animazione targato Laika, dopo Coraline e la porta magica (2009) e ParaNorman (2012), che approda sul grande schermo utilizzando la tecnica dello stop-motion. Attraverso questa tecnica, gli animatori manipolano attentamente e meticolosamente degli oggetti tangibili (personaggi, oggetti di scena, scenografie…) su un palco di lavoro. Ogni frame viene fotografato una volta da una particolare cinepresa, due volte se la telecamera è in 3D (come in questo caso). Quando le migliaia di inquadrature fotografate vengono proiettate insieme in sequenza, i personaggi e Boxtrolls-Le-scatole-magiche-Foto-Dal-Set-03l’ambiente circostante prendono vita.  Per Boxtrolls sono state costruite 190 marionette e 79 set, con 26 location uniche nella storia; queste sono state realizzate da 13 modellisti, 12 falegnami, 9 pittori scenici, 8 set dresser e 4 green artist. 200 sono i costumi cuciti per il film; 20mila gli oggetti di scena realizzati a mano. Sono stati utilizzati 36 chili di colla stick e 12mila batuffoli di cotone.

Il film si basa sul libro fantasy di Alan Snow intitolato Arrivano i mostri! ed ha ricevuto una candidatura agli Oscar 2015, come miglior film d’animazione.

Ci troviamo in una cittadina di epoca vittoriana, chiamata PonteCacio. Al di sotto di questa città, vivono i Boxtrolls. Essi ci vengono presentati, in un boxtrolls-image-1primo momento, come mostri dai denti aguzzi, che mangiano i bambini, nutrendosi delle loro budella e utilizzando le loro ossa come ornamenti per collane. Il luogo in cui abitano è descritto come delle cavarne piene di cadaveri putrefatti, con fiumi di sangue rosso che scorrono tra loro. In realtà i Boxtrolls, sono innocue creature molto timide, abili costruttori, ed un po’ fissati con la musica e con qualunque oggetto produca del rumore. I Boxtrolls sono dei piccoli troll di colore blu, che utilizzano come vestiti delle vecchie scatole di cartone usate, e che usano come nome di battesimo l’immagine che si trova sulla scatola che indossano: Pesce, Scarpa, etc. Sono delle creature molto timide e simpatiche che non hanno nulla da invidiare ai più famosi Minion. Tra di loro vive un ragazzo umano, Uovo, che sarà la chiave per permettere la coesistenza dei due mondi.

Perché li definisco “un po’ fissati con la musica”? Mi ha fatto molto ridere una delle prime scene, dove il “papà” Boxtroll porta al cucciolo di uomo un giphyorsetto di peluche con all’interno un simpatico carrilon. Il bambino, ormai più boxtroll che umano, prende in braccio tutto felice l’orsetto, per poi staccargli la testa alla ricerca dell’oggetto da cui fuoriusciva la melodia.

 

Credo che questo film non debba essere considerato solo come un film d’animazione per bambini, ma che possa essere utilizzato come punto di partenza per tematiche molto più intelligenti, approfondite e soprattutto attuali.
Boxtrolls – Le Scatole Magiche, come molti altri film – Tarzan o Il Libro nella Giungla – rappresenta due sfaccettature diverse ed opposte di come si può vivere in una società. Da una parte abbiamo quell’insieme, che nei film d’esempio viene rappresentato solitamente dagli umani, che nella realtà è la parte “pulita” della società. Quella rispettata, benestante, descritta come più intelligente e quindi intoccabile.
Dall’altra, abbiamo la parte “sporca”, rappresentata da tutto ciò che è “diverso”, da tutto ciò che è estraneo alla parte “superiore”. Ed è così che vengono rappresentati i Boxtrolls, o gli animali come negli altri due film citati sopra. Come quella parte sconosciuta del mondo di PonteCacio o anche della nostra società, che quindi deve per forza essere cattiva e maligna e brutale. Quella che in realtà è spaventata anche lei da noi, in quanto diversi ai loro occhi.
All’interno del mondo reale, i Boxtrolls, si possono paragonare ai clandestini che stanno arrivando sulle nostre terre, che li vediamo come ladri del nostro cibo e del nostro lavoro, oppure agli omosessuali. A tutte quelle persone che la nostra società allontana e discrimina solo perché secondo loro diversi e quindi sbagliati.
dgiazbyf9syni8aqwx72E per risolvere questa matassa, serve una persona imparziale, che non può essere stata influenzata da nessun pregiudizio, e che riesce a trovare il lato bello di entrambe le parti, perché riesce a far comprendere che anche se siamo esseri viventi diversi nella forma in realtà siamo uguali nella sostanza. Anzi, alla fine, quella che si dimostra essere la VERA parte più oscura della società, è sempre quella che appare come giusta ma che poi in realtà è quella più sbagliata.

 

Probabilmente ci si potrebbe scrivere un romanzo su tutti i significati che si possono trovare attraverso i Boxtrolls. Fatto sta che Anthony Stacchi, e Graham Annable, hanno voluto farne un film. Soprattutto per bambini e ragazzi forse, in quale però, può far ragionare anche un adulto, e farlo ridere o commuovere, facendogli credere per 100 minuti, che anche nella realtà un giorno le cose si possano sistemare attraverso una mente più aperta alle diversità che ci circondano.

 

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