Recensione – The Blind Side


The Blind SideThe Blind Side. Un film di John Lee Hancock con Sandra Bullock, Quinton Aaron, Tim McGraw, Kathy Bates, Lily Collins, Jae Head.

Dicembre è alle porte, il Natale si avvicina, il clima è orribile. Inizia quel periodo dell’anno in cui abbiamo voglia di favole, ancor meglio se accompagnate da una coperta di lana e da una cioccolata fumante. E quale favola è meglio di una che, invece, è anche una storia vera?

Per soddisfare la mia voglia di favole e coccole questa settimana mi sono dedicata ad un film del 2009, scritto e diretto da John Lee Hancock, che ho scoperto per caso l’anno scorso. Sì, per caso, perché, nonostante due candidature all’Oscar (una delle quali ha fruttato a Sandra Bullock una statuetta come miglior attrice protagonista), la vittoria di un Golden Globe (sempre per la Bullock) e numerose altre nomination, la Warner Bros ha deciso di limitare la distribuzione di questa piacevole favola solo al pubblico americano con la motivazione che, parlando principalmente di football, il pubblico del vecchio continente non avrebbe saputo apprezzarlo adeguatamente.

In realtà, benché in effetti la pelliccola dia per scontate alcuni dettagli relativi al football e al sistema scolastico americano, The Blind Side non è un film sul football. E’ un film sulla famiglia, sulla sicurezza in sé stessi e sul coraggio. Ma non solo. The Blind Side è uno di quei film che puoi leggere su tre livelli differenti a seconda dell’età che hai, della situazione psicologica del momento e dalla tua apertura mentale.

Ma andiamo con ordine.

Per Blind Side si intende, nel football, il punto cieco nella visuale del quarterback. Perché è così importante?  Perché questo rende il tackle sinistro (ovvero quel giocatore che ha il preciso compito di proteggere il quarterback nel suo blind side) il secondo giocatore più pagato in ogni squadra della National Football League. Come mai? “Perché come sa bene ogni donna di casa, il primo assegno che stacchi è per il mutuo, ma il secondo è per l’assicurazione“. Per questa ragione il tackle sinistro deve essere bello grosso, avere fianchi possenti e cosce massicce, braccia lunghe, mani e normi e piedi veloci come un singhiozzo.

Ed è qui che si inserisce la favola vera di Michael Oher (interpretato da Quinton Aaron), da tutti chiamato Big Mike per la sua stazza, un giovane ragazzino che vive tra una famiglia affidataria e l’altra, la gentile concessione di un divano da parte di qualche conoscente o, quando non c’è più posto per lui, la strada. Il padre non è mai esistito nella sua vita e la madre è una donna con problemi di droga e una lunga lista di figli che nemmeno conosce. Ne abbiamo già sentite molte di storie come la sua, purtroppo. E spesso sappiamo anche come vanno a finire. Senza nessuno che badi a lui il ragazzino si mette presto nei guai, entra in qualche gang o finisce per drogarsi come la madre. Senza una possibilità non riesce a dimostrare di avere un qualche talento nello sport, o nello studio.

La storia di Michael, invece, è un po’ diversa. Viene notato dall’allenatore di football della Wingate Christian School, una scuola privata frequentata per lo più da ricchi bianchi, e viene ammesso nella scuola a patto che migliori i suoi voti abbastanza da poter giocare a football.

THE BLIND SIDE

Qui conosce Leigh Anne (Sandra Bullock), la madre di un suo compagno di scuola che, vedendolo vagare da solo al freddo di sera, decide di ospitarlo in casa sua e, presa a cuore la sua storia, lo accoglie nella sua famiglia al punto da decidere di adottarlo. Grazie all’aiuto della sua nuova famiglia e di un’eccezionale insegnate privata (Kathy Bates) Michael riuscirà non solo a giocare a football, ma verrà notato dalle maggiori università sportive e riuscirà a conquistare una borsa di studio per lo sport che gli aprirà le porte del football professionistico. Se siete curiosi andate a vedere quanto gli ha fruttato l’ultimo contratto quadriennale con i Tennessee Titans. Già. 20 milioni di dollari. Mica male per uno che da ragazzino non aveva nemmeno mai avuto un letto suo.

A questo punto nascono spontanee alcune domande. Si può fare un film sul football che non parli realmente di football e che non ci proponga i soliti stereotipi? E’ possibile parlare di una favola che sia in realtà reale e raccontarla senza scadere troppo nel buonismo? The Blind Side risponde sì ad entrambe queste domande. Ed ecco comparire gli altri due livelli della narrazione.

Il personaggio di Michael è un personaggio interessante perché unico nel suo genere. Pur avendo avuto una vita difficile, pur essendo emarginato da tutti the-blind-sideper il suo peso, pur avendo tutte le ragioni per avercela con il mondo intero e con la forza fisica per fare a pezzi chiunque provi a mettersi contro di lui e per incutere timore, Michael è una delle persone più buone che esistono. “Sembra quasi che lui” come dice il suo coach osservando uno dei suoi primi fallimentari allenamenti “non voglia fare del male a nessuno” il che, in uno sport come il football, è un po’ atipico. In realtà, ciò che guida ogni azione di Michael, è il suo senso di protezione verso gli altri, come fosse il più lampante esempio del Grande Gigante Gentile. Meravigliosa la scena in cui lui e il fratellino fanno un giro in macchina, hanno un incidente e il primo istinto di Michael è quello di fermare l’airbag del fratellino con il braccio per impedire che lui si faccia male. Onestamente, e lo dico con il cuore in mano, spero di avere un giorno, quando avrò dei figli, la metà del suo senso di protezione perché sono sicura che, in quel caso, sarei già un ottimo genitore. E’ una delle qualità migliori che si possa trovare in qualcuno ed è il punto di forza di Michael. Lo sa bene Leigh Anne che riesce ad indirizzare questa qualità verso i suoi compagni di squadra, rendendolo così un ottimo tackle.

Tuhoi FamilyIl terzo livello della narrazione è quello che scopriamo quando ci accorgiamo che il vero protagonista del film non è il football e non è nemmeno Michael ma è l’influsso che la presenza di Michael porta nelle persone che si trovano a stargli accanto. Non solo nella sua famiglia ma anche nei suoi professori. E’ di nuovo Leigh Anne che lo realizza per prima quando replica alla frase delle sue amiche “stai cambiando la vita di quel ragazzo” dicendo “no, è lui che sta cambiando la mia“. Leigh Anne è una donna straordinaria, con una forte integrità morale e molto sicura di sé senza, tuttavia, risultare arrogante o antipatica perché vediamo quanto, in fondo, abbia anche lei le sue insicurezze e abbia bisogno del supporto di un’altra persona eccezionale come è suo marito. Perché non molti uomini le avrebbero lasciato compiere le scelte che ha fatto senza ribattere. E non è questione di debolezza, è un’infinita complicità tra loro, è rispettare  l’altra persona e il fidarsi del suo giudizio a tal punto da supportarla nel momento in cui ti rendi conto di quanto una cosa sia così importante per lei. E non è un caso se da due genitori così sono usciti due figli che, a dispetto della loro giovane età, sanno già comprendere cosa è giusto e cosa è sbagliato ma, soprattutto, sanno già che se c’è una cosa importante nella vita, quella è sicuramente la famiglia.

The Blind Side è una favola, probabilmente romanzata a dovere e con una punta di buonismo che piace così tanto agli americani. Ma è anche una storia che fa riflettere sul tipo di persona che vuoi essere per te stessa e per chi ti sta accanto. Perché ogni tua azione, ogni decisione, ogni piccolo gesto, ogni parola, qualunque cosa tu faccia crea un cambiamento nel mondo che ti circonda.

Come dice Michael dipende tutto da te, da chi sei e forse da chi hai deciso di essere.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi