Emmy Awards 2014


Emmy Awards 2014Lunedì sera, al Nokia Theatre di Los Angeles, si sono tenuti gli Emmy Awards 2014 alla loro 66°esima edizione, il più importante premio televisivo a livello internazionale, definito spesso come l’Oscar del piccolo schermo“, anche se ormai questa definizione è superata sia in senso fisico (date solo un’occhiata alle dimensioni degli ultimi schermi usciti) sia per quanto riguarda la qualità delle produzioni e il calibro di attori, registi e produttori che ci lavorano.
Una volta la televisione era il palcoscenico in cui un attore poteva farsi notare per poi essere lanciato sul palco più importante, quello del cinema. Pensiamo a George Clooney, Robin Williams (a cui Billy Christal ha dedicato un tributo durante la premiazione), Will Smith, Bill MurrayJohn Belushi giusto per citarne qualcuno.
Oggi, il riconoscimento della qualità delle produzioni del piccolo schermo è così forte che persino alle lezioni universitarie di estetica c’è chi parla di Estetica delle serie TV (in particolare a Pavia, Simone Regazzoni sostiene con fermezza che ormai anche alcune serie TV debbano rientrare nelle grandi arti) e sempre più star si prendono una pausa dal Grande Schermo, per addentrarsi nelle infinite possibilità della serialità. Non ci stupisce quindi leggere nomi, tra i premiati di questi Emmy Awards 2014 o tra gli interpreti di un nuovo telefilm, come Kevin Spacey, Matthew McConaughey, Steve Buscemi, Michael Sheen, Diane Kruger, Julia Roberts. Mi scuso, mi sto dilungando nella lista, ma è difficile decidere chi citare e chi no.
E anche quando non ci sono volti già noti, gli attori scelti, le sceneggiature, le scenografie sono talmente curate che è difficile ricordarsi che stiamo ancora parlando di televisione.
Guardiamo solo ai candidati degli Emmy Awards 2014.

Prendiamo la categoria Drama. Come riuscire a scegliere tra Breaking Bad, Downton Abbey, Game of Thrones, House of Cards,  Mad Men, True Detective? Ha vinto Breaking Bad (che si è portato a casa le statuette per miglior film, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista, miglior attrice non protagonista e miglior sceneggiatura) ma non ci saremmo stupiti se avesse vinto qualcun altro. Peccato per Matthew McConaughey che avrebbe  forse meritato qualche riconoscimento per il suo True Detective, unica new entry di questa edizione, che si porta a casa il premio per miglior regia (e Mattew comunque ha di che consolarsi con il suo Oscar).
Altro punto molto interessante, in questa edizione degli Emmy Awards 2014, è la categoria Miniserie o film tv che ogni anno aggiunge alle sue fila progetti sempre più interessanti e così ben realizzati che, complice il numero minore di puntate per stagione nonché la durata maggiore di ogni singola puntata, è sempre più a cavallo del confine  tra televisione e cinema. Come definire puramente televisiva una puntata di Sherlock che dura circa un’ora e che richiede due anni di tempo tra una serie e l’altra (colpa, qui, anche degli impegni cinematografici dei due protagonisti che tra Lo Hobbit, Star Trek e tutti i nuovi progetti necessiterebbero di una giornata di 48 ore)?

Locandina del film per la tv "The Normal Heart". Emmy Awards 2014

Locandina del film per la tv “The Normal Heart”

O il film The Normal Heart la cui locandina potrebbe essere tranquillamente appesa fuori da una multisala, visto che espone nomi come Mark Ruffalo, Julia Roberts e Alec Baldwin?
E in fondo, se le tre puntate di Sherlock possono sembrare quasi un unico film, l’universo Marvel non ha dimostrato ampiamente che più film possono essere visti come diverse puntate di una stessa storia? E lo ha capito così bene che ha portato il suo mondo anche in tv con la serie Agents of S.h.i.e.l.d. e i prossimi spin off.
Non è quindi una sorpresa che Sherlock si sia portato a casa tre statuette (miglior attore, miglior attore non protagonista e miglior sceneggiatura per la puntata The Last Vow). Spiace un po che né Benedict CumberbatchMartin Freeman fossero presenti a ritirare i loro premi a causa di impegni di lavoro; era però presente Steven Moffat (che intanto si gode l’inizio dell’ottava stagione di Doctor Who di cui è andata in onda la prima puntata sabato sera scorso). Speriamo solo che questo premio spinga Moffat a velocizzare i tempi di realizzazione della terza serie perché comincia già l’astinenza.

Non molte sorprese, dunque, tra i premi consegnati a questi Emmy Awards 2014.

Quello che in realtà ci sorprende, è la conferma di due fenomeni. Il primo, che abbiamo già citato, ovvero l’aumento esponenziale di grandi nomi che scelgono di  entrare in progetti televisivi, aumento che certifica che anche ad Hollywood la televisione inizia ed essere presa molto SeriaMente e il secondo è la crescita di una nuova presenza “televisiva”. Le virgolette, in questo caso, sono d’obbligo, perché non si può parlare di televisione in senso stretto essendo, queste serie, prodotte per essere mandate in streaming su internet, come House of Cards e Orange is the new Black, prodotte da Netflix. Giusto per ribadire il concetto che ormai non esistono più limiti o “etichette” adatte.
netflix Emmy Awards 2014
 E poi c’è ancora chi dice che ormai nessuno guarda più la tv. Forse, a questo punto, andrebbe rivisto il concetto stesso di “tv”.

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