Speciale – La grande bellezza


La locandina de La grande bellezzadi Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Giusi Merli, Carlo Buccirosso.

Sullo sfondo di una Roma immersa nell’afa estiva, La grande bellezza segue il percorso psicologico di Jep Gambardella, un celebre giornalista, scrittore e re della mondanità capitolina, colpito da un’improvvisa realizzazione:

“La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni, è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”.

Comincia così un viaggio intriso di amarezza ed umorismo, fatto di feste esclusive e squallide, chirurghi plastici al tempo stesso amichevoli e ieratici, spogliarelliste tormentate, amori perduti di gioventù e scrittori falliti. Un turbinio di personaggi e vicende che può spiazzare lo spettatore – dal momento che spesso le loro storie non giungono a conclusione – ma che risulta vitale per comprendere il contesto sociale in cui si muove Jep: un mondo dominato dall’apparire, in cui coltivare la propria immagine mondana offre un riparo dalla realtà di un’esistenza misera ed infelice.

Dopo il trionfo agli European Film Awards, La grande bellezza ha portato a casa anche il Golden Globe per il miglior film straniero. Una consacrazione che, probabilmente, la pellicola di Paolo Sorrentino avrebbe meritato di ottenere già al Festival di Cannes. In quell’occasione, la Palma d’Oro è andata invece a La vita di Adele, pellicola resa memorabile forse più dalle magistrali interpretazioni del duo Exarchopoulos-Seydoux che dalla regia di Abdellatif Kechiche, interamente basata su primi piani asfissianti e su un’insistenza eccessivamente morbosa sul corpo delle protagoniste.

Jep GambardellaLa sfida cinematografica tra i due registi, tuttavia, non è ancora conclusa: le due opere hanno ottenuto entrambe la nomination al Goya per il miglior film europeo, che verrà assegnato il 9 febbraio; una settimana dopo, invece, si contenderanno il premio riservato al miglior film straniero ai BAFTA di Londra, insieme a La bicicletta verde, The Act of Killing e Metro Manila.

Ma le maggiori aspettative sono tutte orientate al 2 marzo: a sette anni da La bestia nel cuore, infatti, La grande bellezza porta nuovamente l’Italia alla Notte degli Oscar. Un riconoscimento decisamente meritato: grazie alla sua potenza visiva, ad una narrazione che non annoia e ad una colonna sonora capace di unire Vladimir Martynov e Bob Sinclair, Paolo Sorrentino confeziona un film ben riuscito, con un Toni Servillo irresistibilmente carismatico alla guida di un cast composto da grandi caratteristi e sorprese inaspettate; su tutte, Sabrina Ferilli.

Nonostante le molteplici citazioni, La grande bellezza non è solo un’occasione per omaggiare il grande cinema italiano, ed in particolare quello di Federico Fellini; è anche un modo per scuotere la nostra cinematografia dal torpore in cui è caduta da tempo, costringerla a guardare al proprio passato e darle occasione di riflettere su quanto anche lei, come Jep, si sia immersa quasi esclusivamente nello squallore e nel divertimento di plastica da cinepanettone, senza realizzare come non siano stati i Fuga di cervelli o i Natale in India a renderla famosa ed amata in tutto il mondo.

È vero: forse, non abbiamo ancora trovato un nuovo Fellini. Ma, se non altro, abbiamo smesso di limitarci a rimpiangerne il genio, e provato a seguire nuovamente le sue orme.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi