I migliori (e i peggiori) del 2013
di Marco Frongia e Lucia Pugliese
La fine dell’anno è, per tradizione, tempo di bilanci.
Così, anche noi di Discorsivo abbiamo deciso di tirare le somme dei film più belli (e più brutti) tra quelli da noi recensiti nel 2013.
Cominciamo dai peggiori.
5) Eragon
Doveva consolare gli orfani de Il Signore degli Anelli dopo la conclusione della saga. Missione fallita, ma pur essendo brutto è tutto sommato guardabile. Se non fosse che Saphira è maldestramente doppiata da Ilaria d’Amico, sarebbe anche ascoltabile.
4) Melissa P.
Poteva essere una buona storia di crescita psicologica, un’introspezione a tinte forti di un’adolescenza travagliata. Poteva. In realtà, non va bene neppure come soft porno.
Siete fan del fumetto creato da Tiziano Sclavi? Lo troverete insopportabilmente stupido. Non lo siete, oppure decidete di fingere che quello sullo schermo non si chiami Dylan Dog? Pure.
2) Barbarossa
Nelle intenzioni, un grande film epico. Nella realizzazione, una pellicola lenta, ingiustificatamente pomposa e dalla morale incondivisibile. Sullo sfondo, una ricostruzione storica accurata quanto quella di Geronimo Stilton – La truffa del Colosseo.
1) Dracula 3D
Medaglia d’oro di delusione, l’ultimo film di Dario Argento affoga la sua unica idea originale sotto un oceano di dialoghi insipidi, effetti speciali dozzinali e una mantide religiosa in computer grafica alta due metri. Nel complesso, risulta comunque più convincente rispetto al Melissa P. di Luca Guadagnino. Come porno soft.
Chiuso il capitolo delle pellicole più imbarazzanti, ecco invece i migliori film che abbiamo avuto il piacere di vedere e recensire:
Un entusiasmante progetto realizzato da un collettivo spagnolo formato da giovani talenti, distribuito gratuitamente online. Un piccolo passo nel futuro del cinema.
4) Cloud Atlas
Nonostante gli intenti da “kolossal” (in senso negativo) il lavoro di Lana e Andy Wachowsky è una storia appassionante, in grado di rivelare, con simboli e continui rimandi, un discorso umano, sociale e, per certi versi, anche politico.
Il terzo, emozionante capitolo della trilogia sull’amore di Richard Linklater. Ancora una volta, il regista dimostra un innato talento per raccontare la vita ed i sentimenti. Da vedere.
Un racconto bizzarro, costruito con la struttura di un’opera musicale: un film atipico, dal gusto fortemente artistico, ma capace di coinvolgere e commuovere gli spettatori, che siano smaliziati o un poco ingenui.
Il primo posto è sempre difficile da assegnare: questo film si è guadagnato il podio per l’intensità ed il coraggio della storia che racconta, per la bravura degli attori (pressochè sconosciuti al grande pubblico) e per l’attualità del messaggio che veicola. L’assenza di amore che affligge un paese, una cultura e forse l’umanità intera, narrata con innata sensibilità da Atiq Rahimi.
Buon anno da Discorsivo!
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