Stroncature – The Core


The CoreThe Core

di Jon Amiel, con Aaron Eckhart, Hilary Swank, Stanley Tucci, Delroy Lindo, Richard Jenkins

Immaginate un film che conti, nel suo cast, nomi del calibro di Aaron Eckhart, Hilary Swank e Stanley Tucci. Se pensate che ne verrebbe fuori certamente qualcosa di pregevole, aspettate di vedere The Core, una sorta di catalogo in live action dei peggiori cliché dei disaster movie di stampo americano.

Questa volta, a minacciare l’esistenza degli Stati Uniti (in realtà ci sarebbe anche il resto del mondo, ma sembra non importarne niente a nessuno) è nientemeno che il pianeta Terra: il nucleo di metallo fuso al centro del globo ha smesso di girare, alterando irrimediabilmente il campo magnetico e causando, tra le altre cose, la morte di decine di portatori di pacemaker ed un comportamento strano nei piccioni. No, dico sul serio: centinaia di pennuti kamikaze iniziano a morire in massa, schiantandosi contro edifici, automobili e monumenti, e terrorizzando chiunque sul loro cammino. Tipo Venezia, ma senza laguna.

Per risolvere il problema, un professore universitario ed un esperto di armi ad alta energia – dopo aver trovato, in un tempo irragionevolmente rapido, la correlazione tra piccioni e cardiopatici – partono alla volta del centro della Terra, grazie all’aiuto di un inventore che, guarda caso, ha lavorato per tutta la vita ad una apposita navetta ed alle attrezzature in grado di compiere una simile impresa. Ai comandi della Virgil, un duo composto da una giovanissima astronauta (in grado, nei primi minuti di film, di far compiere un atterraggio di fortuna ad uno shuttle in rotta di collisione con Los Angeles), e da quello che muore per primo. Completano il gruppo un hacker, che guiderà la squadra dalla superficie, ed un arrogante scienziato e scrittore, ideatore del piano per far ripartire il nucleo. Un piano elaboratissimo, che si rifà al principale metodo americano di risoluzione dei problemi, siano essi politici, economici o culinari: un bombardamento a tappeto con ordigni atomici da duecento megatoni.

A parte la (poco convincente) scena della distruzione di Roma e quella della fusione del Golden Gate Bridge di San Francisco, il resto del film è adrenalinico come una partita di bocce fra tartarughe. The Core funziona bene, a tratti, soltanto fino al momento della partenza verso il centro della Terra; questo grazie soprattutto alla discreta presentazione dei personaggi, che risultano tutto sommato credibili e, nei casi di Eckhart e Tucci, perfino carismatici.

Le note dolenti arrivano alla comparsa delle prime, malriuscite scene in CGI, unite al fatto che ogni fase dell’esplorazione si conclude poco sorprendentemente con la morte di un membro dell’equipaggio, quasi sempre sacrificatosi per la salvezza del mondo. A tutto questo, aggiungiamo una motivazione alla base della catastrofe ispirata ad una tematica molto cara ai teorici del complotto, ed una battuta finale tra le più brutte mai scritte: a proposito della loro eroica missione, il personaggio di Eckhart afferma infatti che “…nessuno lo saprà mai. A meno che non si venga a sapere in qualche modo”. Roba da fare invidia al leggendario epitaffio di La Palice.

Tirando le somme: il film parte benino, e sembra persino avere la pretesa di rappresentare realisticamente le conseguenze di un disastro planetario simile. Poi, inizia ad inanellare una serie di assurdità scientifiche – in netto contrasto con il pretestuoso realismo precedente – tali da poter essere accettate solo con un livello di sospensione dell’incredulità pari a quello necessario per godere di una puntata di Spongebob; per intenderci, quel cartone animato i cui personaggi sono dei pesci parlanti che accendono fuochi da campo sott’acqua.

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