Stroncature – Melissa P.


Melissa P.La locandina del film

di Luca Guadagnino, con Maria Valverde, Primo Reggiani, Elio Germano, Geraldine Chaplin

Avete mai visto Shining?

Sì, lo so: oggi dovrei parlarvi di Melissa P, come avrete senz’altro letto nel titolo; ma concedetemi ugualmente una piccola parentesi sul capolavoro di Kubrick. Anche perché su questa rubrica, che inauguro oggi, mi troverò generalmente a discutere con voi di film piuttosto lontani dal concetto di “buongusto” e dunque – per la prima e forse unica volta su questo spazio – due paroline su una pietra miliare del cinema le voglio spendere.

È un’opinione abbastanza consolidata che il film con Jack Nicholson appartenga ad uno di quei rari casi in cui una storia, nella sua versione di celluloide, supera per qualità la sua controparte cartacea. Shining dimostra come sia possibile adattare degnamente per il cinema un’opera pensata per essere stampata, addirittura migliorandola.

Ora: Melissa P è tratto da un dimenticabilissimo libricino dal titolo 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire, che narra delle esperienze erotiche di un’adolescente siciliana. Questa, dopo una scioccante “prima volta”, precipita in una ricerca disperata dell’autocoscienza e del vero amore attraverso una dissoluta e spesso squallida espressione della propria sessualità.

Per come è scritto il libro, è probabile che gli alberi utilizzati per produrlo avrebbero preferito diventare una mensola da bagno dell’Ikea; tuttavia, la storia si presterebbe molto bene ad un film intenso, introspettivo, caratterizzato da una crescita psicologica della protagonista, capace di toccare il cuore e stimolare la riflessione. Insomma: nonostante, dal punto di vista stilistico, sia un libro da leggere con una robusta scorta di Imodium a portata di mano, avrebbe il potenziale per fungere da base ad un film magnifico.

In effetti, il film prende spesso le distanze dall’opera autobiografica di Melissa Panarello. Tuttavia, non nel senso che mi sarei augurato: il regista Luca Guadagnino preferisce liquidare l’evoluzione della protagonista con un paio di frasi fuoricampo, in modo da farla concentrare subito su improbabili seduzioni, orge, travestimenti e addirittura creativissimi autoerotismi con la doccetta o il palo della palestra; dimostrando come la nostra eroina sia in grado di far sesso con le modalità, gli oggetti e le persone più disparate. Tanto che, quando alla ragazza viene regalato un cane, avevo temuto il peggio.

La scena madre si consuma nei primi minuti del film: Melissa viene invitata ad una festa in piscina a casa di Daniele, il ragazzo per cui ha una cotta. Questi, appartatosi con lei, la invita ripetutamente a baciarlo. Inatteso colpo di scena: non sulle labbra. La fellatio in questione dura quanto una corsa di Usain Bolt nel corridoio di casa mia, ma si conclude con una mezza promessa del bel Daniele: “Magari la prossima volta mi baci sulla bocca”. Sempre se prima ti lavi i denti.

Nel finale, Melissa trova l’amore: è un suo compagno di scuola, un aspirante artista che esegue per lei un ritratto dettagliatissimo, somigliante quanto una partita di Pong può somigliare ad una tra Nadal e Federer; o quanto Melissa P può somigliare ad un film almeno decente.

https://www.youtube.com/watch?v=6yWTOVqzr2k

10 Comments

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  1. Anonimo

    Grandissimo questo giornalista-scrittore, che riesce ad esprimersi con sarcasmo ed ironia senza mai cadere nella volgarità o nella banalità. Non posso che complimentarmi con colui che dimostra di avere delle invidiabili capacità e un senso dell’umore fuori dal comune, il tutto condito con proposizioni ad hoc e mai scontate o fuori luogo. Complimenti a Marco Frongia per sapere giocare con le parole come pochi sanno fare e per trasmetterci le informazioni con ilarità ed acutezza. Caro Marco, che dire…la classe non è acqua. Daria Barcheri

  2. Daria Barcheri

    Questo articolo è steso divinamente, con maestria ed acutezza, riuscendo ad imprimere nel lettore ilarità e divertimento. Le descrizioni delle scene cinematografiche sottoposte al vaglio sono pregevoli ed esilaranti. Congratulazioni all’ideatore dell’articolo. La classe non è acqua. Daria Barcheri

  3. Luisella

    Complimenti per la recensione: ironica, ma seria, diretto al discorso senza mai cadere nella banalità o, peggio ancora, nell’ ovvietà! Parentesi su Kubrick concessa volentieri e adesso oso: da un grande del cinema ad un futuro grande del giornalismo!! In bocca al lupo Marco!

  4. Adriana

    Mi congragulo per la sottile linearità genitrice di una accurata analisi critica subordinata alla profonda conoscenza del tema. Bravo Marco.

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