Violeta Parra Went to Heaven

di Andrés Wood, con Francisca Gavilàn, Thomas Durand, Luis Machìn, Gabriela Aguilera 

Cile, prima metà del Novecento. Violeta Parra (Francisca Gavilan)nata in una famiglia numerosa e con grosse difficoltà economiche, dimostra sin da bambina un grande talento per la musica e l’arte. Le sue passioni la porteranno dal Cile all’Europa, e e poi di nuovo nella terrra natia: Violeta sarà la prima artista sudamericana ad esporre al Louvre,  ricercatrice e ambasciatrice del folklore cileno, pasionaria in difesa degli oppressi. Eppure il percorso più difficile per Violeta sarà quello come donna:  una strada dolorosa, forse troppo…

Violeta Parra went to heaven ha vinto il premio come miglior film al Sundance Film Festival,  e si vede. Il regista Andrés Wood costruisce un racconto sulle emozioni della cantautrice cilena, procedendo per frammenti, sbalzi e giustapposizioni temporali. Le immagini si fanno ricordi, che ricostruiscono la donna più che la vicenda.  Tratto dalla biografia romanzata scritta dal figlio della Parra, Angèl, il film spiega poco ma colpisce a fondo.

Ecco quindi riassunta la forza di questa pellicola ed il suo squilibrio più grande:  andando al cinema conosciamo Violeta, non Violeta Parra e  perdiamo così molto del suo contributo all’arte, alla cultura, alla politica, al Cile. Si potrebbe forse osservare come ciò accada spesso quando si declinano personaggi storici al femminile, ma non è un’attenuante. E tuttavia, a discolpa di Wood, occorre osservare come non si potesse prescindere dalle emozioni di Violeta, volendone spiegare le canzoni e l’opera artistica. In effetti tutto il film sembra in effetti una lunga, dolente e bellissima canzone d’amore per Violeta, come suonata una bambina povera sul ciglio di una strada polverosa.

Francisca Gavilàn ci regala una bella interpretazione della donna e delle canzoni:  ben diversa per intensità e partecipazione dal manierismo dei ritratti hollywoodiani.

Da vedere.